Anna Marieni e Mario Schifano, “Falsi miti – vera arte”

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A Roma, presso Palazzo Santa Chiara, la mostra sul grande maestro realizzata in collaborazione con Eurocomunicazione

Quando un artista scompare chi ha il diritto di certificare l’autenticità della sua opera? Cosa accade quando gli eredi sono in disaccordo fra loro, o quando attorno al suo lascito si svolge un infinito contenzioso legale? Quanto è sottile la linea che divide l’autentico dal falso nel caso di autori che diffondono le proprie creazioni in maniera seriale, affidandone la ripetizione a soggetti terzi? La legislazione vigente è adeguata ad affrontare tali problematiche? A queste e a numerose altre domande hanno cercato di rispondere il prof. Andrea De Liberis e Vittorio Viola, editore e organizzatore di una piccola ma interessante mostra su Mario Schifano, che dal Palazzo S. Chiara di Roma si trasferirà dal 23 novembre al 21 dicembre prossimi negli spazi della Galleria Viol@arte di Galliate (Novara).

Artista romantico e rivoluzionario, dannato e anticonformista, folle e provocatorio, Schifano è forse colui che incarna nella maniera più completa tali problematiche. Il suo alternare il pennello alla macchina fotografica e alla macchina da presa ci parla di una creatività disordinata e multiforme, ardua da racchiudere in un catalogo definitivo. Egli stesso contribuì a questa confusione. La sua esistenza estrema, sporcata dall’eroina, minacciata dall’ombra del suicidio mal si disponeva ad una classificazione ordinata, viatico ad un catalogo generale definitivo che, nel caso in oggetto, resta un’utopia.

2014-11-20-523Nota è la vicenda di Anna Marieni, gallerista che gli fu vicina in un momento particolarmente difficile della sua funambolica esistenza, la quale ha pagato con il carcere il suo rapporto con l’artista e la disputa con la vedova Schifano riguardo l’autenticità di molte opere. La Marieni oggi è una donna fragile, le mani tremanti, il corpo debole e minato da un ictus. E’ costretta ad abbandonare la conferenza stampa in quanto sopraffatta dall’emozione alla vista di quei quadri per i quali ha tanto sofferto in prima persona. Solo i suoi occhi esprimono una vitalità che, per un momento, ci riporta indietro all’atmosfera eccitante della Roma degli anni sessanta. Una realtà in fermento che, dopo essersi scrollata di dosso i fardelli del passato, pareva sul punto di esplodere.

Molti i protagonisti di quella irripetibile stagione. Schifano non è solo la risposta  italiana alla pop art di Andy Warhol, ma è anche un artista difficilmente collocabile in una corrente determinata. La sua arte segue in maniera apparentemente disordinata innumerevoli strade, rifugge ogni gerarchia per sfociare in un furore creativo inarrestabile. Il che ci riporta agli interrogativi che formulavamo all’inizio.

E’ possibile stilare un catalogo definitivo di Schifano? Probabilmente no. L’editore Viola prova a mettere ordine in questo magma con una pubblicazione dai contenuti e dalla veste grafica particolarmente accattivanti. Tre volumi che contengono l’archivio generale di Anna Marieni per Mario Schifano. Un ulteriore tassello aggiunto alla storia di questo artista immensamente prolifico e oltremodo discusso.

 

Riccardo Cenci

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

3 Commenti

  1. CARI MIEI SI VEDE CHE QUELLA PALMA SOPRA A SINISTRA NON è DI SCHFIANO ,INVECE SOPRA LA PALMA ,NELLA IMMAGINE A SINISTRA DI COMPAGNIE COMPAGNI è SCHIFANO ,SI VEDE DA LGESTO PITTORICO TECNOCO ,ED DELLA RAPPRESENTIVITA DELL OPERA STESSA ,IL GESTO ,IL TOCCO FULMINEO ,IL CARREZZARE L’OPERA CON VELOCITA ED ARMONIA ,IL CALCARE L’IMMAGINE ECCO SCHIFANO IL GENIO CREATIVO CHE COME LUI MON CE NESSUNO ,ED BOETTI ,Cstellani in confronto sono bazzecole ,schifano è schifano ,edi l catalogo se lo si puo fare benissimo ,ma la gente non vuole perche non amano schifano ,amano il fare soldi ,amando l’opera del 1960 fino al 1968 ,ma schifano è grande perche ha svoluzionato il tempo con la sua opera ,telecomputerrizate ,emulsionate ,le buste dipinte ,le sculture ,insomma schifano è tutto un insieme di opere bellissime ,degli anni 70/80/90 ,ecco cosa si deve fare ,prende ple piu belle opere della sua vita e metterle insieme ,stop ,non è difficile ,ed l’archivio schifano deve essere degli aeredi e basta g.li altri via dalla palle ,sono solo topi che rosicano il bene ed il talento per pochi soldi perche loro li hanno comprati a meno

    • Gentile Sig. Rudy,
      sono convinto che gli archivi debbano essere realizzati dagli artisti in vita, sia perché lo impone la legge 1062 del 1971, sia perché sotto l’aspetto fiscale ciò obbliga l’artista ad un rispetto rigoroso delle regole.
      Mario Schifano purtroppo, non solo non ha realizzato alcun archivio, creando situazioni disdicevoli sul mercato dell’arte, ma non ha mai presentato una dichiarazione dei redditi, pur girando per la città con macchine lussuose e conducendo una vita dispendiosa.
      Gli archivi post mortem realizzati dagli eredi, a mio giudizio, soprattutto nelle condizioni in cui vengono redatti, non hanno alcun valore.
      Perché spesso gli eredi non hanno le qualità professionali ed a volte anche morali, per affermare la non autenticità delle opere.
      Per quanto riguarda gli altri artisti da lei nominati e considerati delle nullità, in confronto a Schifano, non sono assolutamente d’accordo sul piano artistico, estetico e morale.

  2. Buongiorno, io sono in possesso di una tela di Mario Schifano ( la bicicletta ) firmata sia da lui che da Anna Marieni vorrei se possibile una valutazione. Grazie

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