Successo di pubblico per la mostra a Roma della CRI, impiegata nell’operazione Mare Nostrum e che continuerà la sua attività nell’operazione Triton

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Al Complesso Monumentale del Santo Spirito si chiude la mostra “Soccorso umanitario ed evoluzione dell’arte sanitaria: il corpo militare della Croce Rossa Italiana, dal 1866 a oggi”

Grande affluenza di pubblico, soprattutto famiglie con bambini, per la mostra tenutasi in questi giorni a Roma con le divise storiche della Croce Rossa Italiana. Dalla terza guerra d’Indipendenza al decreto 178/2012 del governo Monti che privatizzava e smilitarizzava il corpo. La CRI nacque dai campi di battaglia, dall’orrore generato dalle cruente cariche della battaglia di Solferino nel 1859. E dal 1866 è operativa sui fronti di guerra, raccogliendo e curando i feriti e dando sepoltura alle vittime.

Organizzata presso il complesso monumentale dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia, a Roma, fra le iniziative del Centenario della prima guerra mondiale (2014/2018), l’esposizione ha ricevuto l’adesione del Presidente della Repubblica e il patrocinio della Camera dei Deputati, con il contributo della ASL RM E, Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e l’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria.

Presenti ambulanze di ogni tipo, mezzi speciali come motoslitte, moto d’acqua e hovercraft, con pannelli descrittivi e militari vestiti dell’uniforme corrispondente al periodo storico di ciascun mezzo, pannelli e video che propongono la storia del Corpo, comprendenti anche i treni e le navi-ospedale, manichini nelle divise delle varie epoche, ricostruzioni di antiche sale di visita e cura.

A due anni dal decreto del governo Monti la riorganizzazione dell’Associazione italiana della Croce Rossa, che dovrà in pratica privatizzarsi, rischia di essere l’ennesimo flop della burocrazia del Belpaese. Il corpo militare della CRI fatica a dipendere dai privati e dunque un migliaio di persone saranno messe in congedo forzato, ovvero “in mobilità non protetta”. A questi si aggiungono circa 19mila iscritti nei ruoli di personale in congedo, richiamato su base volontaria.

Si tratta prevalentemente di medici, chimici e farmacisti ed infermieri. É prevista la sopravvivenza di un nucleo specialistico di 300 persone, una sorta di falange spartana (ricordate le Termopili e come finì?) da costituire per selezione, con una scadenza massima di due anni. Il governo Letta ha fatto slittare i termini a gennaio 2015. Ora si aspetta un cambiamento di programma da parte dell’attuale governo.

Il corpo militare della Croce Rossa, infatti, dallo scorso 21 giugno scorso collabora con la Marina Militare nell’operazione Mare Nostrum in coordinamento con il Comando del Gruppo Navale. Il Corpo ha fornito medici, infermieri, specialisti e attrezzature per il biocontenimento: tutti impiegati nelle varie unità navali nelle operazioni di recupero e soccorso dei migranti. Dal 13 ottobre è stato reso operativo un altro assetto di biocontenimento presso la stazione elicotteri di Maristaeli di Catania. Fino ad oggi il Corpo ha preso parte all’operazione con 125 militari tra medici, infermieri e tecnici. Pronti a essere impiegati anche per la nuova operazione europea Triton.

Klivia Böhm

 

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