L’urbanistica delle città al DIT di Dublino

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Nuove idee sulla vivibilità dei quartieri e sull’abitabilità degli spazi urbani

La crisi del 2008, lungi dal rimanere nel settore bancario, ha investito pesantemente il volto urbano: intervenire sui quartieri oggi chiama in causa una analisi sia della fragilità monetaria globale sia delle ricadute a livello locale, nelle dinamiche della occupazione e distribuzione delle risorse. La pianificazione si lega alla programmazione finanziaria, alla formazione professionale, a sostenibilità e cooperazione.

Venerdì 5 dicembre, al DIT (Dublin Institute of Technology) presso la sede di Bolton Street, a Dublino, esperti nei diversi aspetti della materia hanno dato vita ad un interessante dibattito, intitolato “Regeneration 2014-Getting it right this time” ed organizzato dal Dipartimento di Pianificazione degli spazi ed Ingegneria dei trasporti in collaborazione con l’Istituto di Sviluppo Economico (Regno Unito). Il pomeriggio è stato presieduto e moderato da Ciarán Cuffe, docente del master in “Urban Regeneration and Development” che inizierà a gennaio 2015.

Tra i primi interventi c’è stato quello di Jeroen Laven (urban planner nella società di consultazione olandese “Stipo”) sulla slow urbanistica nel quartiere di “Zoho” a Rotterdam, dove è stato sviluppato un progetto di housing sociale in un’area dove erano pre-esistenti edifici valorizzabili per questo fine.

Josephine Henry ha parlato del “Community Technical Aid”, ente per il quale è stata impegnata nella riqualificazione delle aree urbane dublinesi di Markets, The Coombe, North East Inner City, Docklands e nel “Public Private Partnership regeneration programme” in O’ Devaney Gardens, Dominick Street e Croke Villas mentre Larry O’ Connell (del “National Economic and Social Council” che lavora allo sviluppo di un sistema ecosostenibile di edilizia pubblica e riequilibrio del sistema finanziario) in “Lessons from the crisis” ha sottolineato come le riforme della trasparenza fiscale ed amministrativa – con ciò che ne consegue nella economia ma anche nella società e nel paesaggio – facciano parte a pieno titolo della gestione del territorio.

Tra gli argomenti affrontati nel dibattito è emerso chiaramente l’aspetto della vivibilità delle aree riqualificate, che non può essere dato per scontato, perchè se gli architetti si concentrano sugli edifici, gli investitori sui profitti ed i proprietari sulle rendite, però gli abitanti guardano alla sicurezza e vivibilità del risultato concreto dei progetti ed infine i governi pensano spesso ai risultati quantitativi e di consenso.

Tra le esperienze di ridefinizione dello spazio citate nella discussione ci sono state Fatima Mansion, Saint Michael Estate, Ballymun, O’ Deveney Gardens, Dominic Street, Docklands-Grangegorman: al riguardo sono state approfondite questioni quali pianificazione e progettazione, partecipazione delle comunità coinvolte, abitabilità. Rispetto alla ridefinizione sociale di una area, entrano in gioco problemi come la gestione dei servizi pubblici, la facilitazione dell’inclusione sociale, l’istruzione e il tempo libero.

Jackie Bourke ha presentato ad esempio il progetto “Playtime.ie” (“a feminist perspective”) la sua ricerca urbana si concentra sull’area nord-occidentale di Dublino, evidenziando le criticità legate all’interazione tra design urbanistico, società ed esperienza di genere dell’ambiente urbano, mentre Gerard McGivern (che tiene un master in sviluppo economico locale presso l’Università di Glasgow e dal 2000 è direttore del distretto di sviluppo di Newry e Mourne) ha illustrato il caso del distretto “Newry e Mourne”, nella cui partnership, sancita a Bruxelles nel 2011, lo stesso Gerard McGivern ha avuto un ruolo significativo.

La rigenerazione delle città implica infatti un impegno sul tessuto urbano già esistente, più che la costruzione di nuovi edifici. Nell’affrontare le prospettive dell’abitabilità negli ambienti urbani, sono stati toccati diversi nodi, quali l’interdipendenza dei settori coinvolti nella pianificazione e realizzazione della rigenerazione del tessuto urbano, la scelta tra sostegno agli affitti, alla proprietà o ad una combinazione delle due cose, la convenienza dell’affitto rispetto alla proprietà, la regolamentazione del settore privato degli affitti in Irlanda, la preparazione della classe dirigente del settore, le strategie sociali nell’abitare. Le basi della pianificazione quindi partono soprattutto dai meccanismi istituzionali e dal settore finanziario.

Sulle “nuove idee per la vivibilità della città” è intervenuto Brendan Kenny (il quale è stato anche capo esecutivo per la “Limerik Regeneration Agency”) responsabile per Cultura, tempo libero e comunità nel Dublin City Council, mentre Terry Prendergast (Chief planner con l’agenzia di sviluppo di Grangegorman e insegnante di pianificazione alla facoltà di ingegneria e ambiente del DIT) ha esposto la sua relazione “Development agency, a university in the making, developing Grangegorman”. Il tema poi è stato ulteriormente approfondito con la relazione “it’s more than housing” da parte di Alan Curtis, che in “Pobal” lavora a diversi progetti sociali per il governo irlandese e recentemente ha presentato diverse ricerche alle summer school internazionali “EMES” in Belgio e Danimarca, mentre Simon Mc Guinness, della Dublin School of Architecture ha presentato il master sul tema “Energy retrofit as a regeneration strategy” che tiene al Dublin Institute of Technology (Mc Guinness rappresenta il DIT nell’Irish Green Building Council).

Nel discorso su “Playtime.ie, a feminist perspective” di Jackie Bourke sono stati sottolineati i problemi che rendono difficile la gestione degli spazi pubblici in relazione alle esigenze delle famiglie: dall’ormai annosa questione dei cavalli in periferia e della loro interazione con il traffico, alla sicurezza stradale, prendendo in considerazione, attraverso uno studio, l’area tra Collins Baracks Museum, Smithfield, O’ Connell Street e Jervis Street.

Il Master in Rigenerazione e Sviluppo urbani che si tiene al DIT si rivolge a quanti vogliono ampliare le proprie competenze nella comprensione e gestione della valorizzazione di quartieri e di aree in rapido cambiamento e prevede specializzazioni in tematiche connesse alla comunità, al welfare ed all’economia.

Aldo Ciummo

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Ciarán Cuffe, docente del master in “Urban Regeneration and Development”

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Aldo Ciummo
Giornalista e fotografo specializzato in questioni del Nord Europa e dell’Unione europea, ha vissuto a lungo in Irlanda. Da free lance viaggia spesso nei Paesi scandinavi e scrive in inglese su testate internazionali, tra le quali “Eastwest”, o in italiano per "Eurocomunicazione" e “Startupitalia". In seguito alla laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha studiato Relazioni Internazionali alla Fondazione Lelio e Lisli Basso e Fotografia all’ISFCI a Roma.

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