“Mandare soldi a casa: flussi e mercati europei”

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Le rimesse dal Vecchio Continente superano i 109 miliardi di dollari e assicurano la sopravvivenza di milioni di persone in tutto il mondo

Presentate a Roma, presso la sede della Stampa Estera, le conclusioni principali del rapporto “Inviare soldi a casa: mercati e corridoi europei” da parte del Fondo internazionale per lo Sviluppo agricolo (IFAD). La presentazione del rapporto coincide con l’apertura del quinto Forum mondiale sulle rimesse, da domani al 19 giugno a Milano. Promosso dall’IFAD, dalla Banca Mondiale e dalla Commissione europea, il forum offrirà a oltre 400 operatori del settore di tutte le parti del mondo l’occasione di condividere informazioni e porre le basi per un sistema di rimesse più efficace ed efficiente.
Il Forum si aprirà con la celebrazione della prima Giornata internazionale delle rimesse familiari.

Con il rapporto sono state presentati i primi dati mai raccolti sul flusso di rimesse dall’Europa e l’analisi del mercato europeo del trasferimento delle rimesse, prendendo in esame il numero e i tipi di operatori disponibili, le tariffe e il quadro normativo di riferimento. Inoltre si è suggerito come si potrebbe ottimizzare l’utilizzo di questi fondi per promuovere lo sviluppo. Nel 2014, la cifra complessiva delle rimesse inviate verso i Paesi in via di sviluppo ammontava a 436 miliardi di dollari. Oltre ad assicurare la sopravvivenza di milioni di persone in tutto il mondo, le rimesse presentano anche un potenziale immenso in termini di sviluppo.

remittances_finalL’anno scorso i lavoratori immigrati che vivono in Europa hanno spedito a casa 109,4 miliardi di dollari di rimesse, assicurando la sopravvivenza di oltre 150 milioni di persone in tutto il mondo, secondo il rapporto presentato oggi dall’IFAD. E mentre questa cifra rappresenta un quarto del flusso mondiale delle rimesse. Una delle scoperte chiave di questo rapporto è che i benefici per le famiglie rimaste in patria potrebbero essere molto maggiori se queste ultime potessero avere accesso a mercati del trasferimento del denaro più competitivi e a servizi finanziari mirati che le aiutassero a risparmiare e/o investire i loro fondi.

«Dobbiamo assicurarci che questo denaro guadagnato con fatica possa essere spedito in patria a costi contenuti e, cosa ancora più importante, che aiuti le famiglie a costruirsi un futuro migliore, soprattutto nelle comunità rurali più povere, dove ha maggior peso» ha dichiarato Kanayo F. Nwanze, presidente dell’IFAD, parlando delle novità emerse dal rapporto.

Tra i Paesi da cui provengono i flussi di denaro, l’Europa occidentale e la Federazione russa sono state le fonti maggiori di rimesse. I sei Paesi da cui ne sono state spedite di più nel 2014 sono: Russia (20,6 miliardi di dollari), Regno Unito (17,1 miliardi di dollari), Germania (14 miliardi di dollari), Francia (10,5 miliardi di dollari), Italia (10,4 miliardi di dollari) e Spagna (9,6 miliardi di dollari). Complessivamente, arrivano al 75% circa di tutti i flussi di rimesse provenienti dall’Europa.

remittances_final2Nonostante tali cifre, per i Paesi ospiti le rimesse non rappresentano un flusso significativo di ricchezza in uscita. Secondo il rapporto, le rimesse ammontano a meno dello 0,7 per cento del PIL di ogni singolo Paese. Quanto a quelli che ricevono il denaro, nel 2014 circa un terzo dei 36,5 miliardi di dollari di rimesse europee è andato a 19 Paesi dei Balcani, degli Stati Baltici e dell’Europa orientale, tra cui 10 Paesi membri dell’Unione Europea. I restanti due terzi, corrispondenti a 72,9 miliardi di dollari, sono andati a oltre 50 Paesi in via di sviluppo extraeuropei.

Dei 19 Paesi europei che ricevono rimesse, secondo il rapporto nove, le cui economie sono prevalentemente agricole, sono quelli che fanno maggior affidamento sulle rimesse che arrivano loro dall’Europa e che rappresentano il 22 per cento del Pil in Moldavia e il 17 per cento in Kosovo.
Al di fuori dell’Europa, l’Africa settentrionale e l’Asia centrale sono state le regioni che hanno fatto più affidamento sulle rimesse europee, ricevute in gran parte rispettivamente dalla Francia e dalla Russia.

In un momento storico in cui giunge in Europa un numero senza precedenti di rifugiati in fuga da conflitti, il rapporto osserva anche che l’Europa è stata una fonte considerevole di rimesse per Stati fragili come l’Iraq, il Mali, la Somalia, il Sudan, la Siria e lo Yemen, e che si potrebbe fare di più per amplificare l’impatto delle rimesse, contribuendo a stabilizzare e a ricostruire i Paesi.

remittances_final3La maggior parte delle rimesse ricevute vengono utilizzate per acquisire beni primari come cibo, vestiti, riparo, medicine e istruzione. Tuttavia, alcuni studi indicano che fino al 20% di queste risorse potrebbe essere disponibile per risparmi e investimenti o per ripagare prestiti contratti da piccole imprese. Dal momento che il 40% delle rimesse arrivano nelle aree rurali, il rapporto suggerisce anche che le rimesse svolgono un ruolo essenziale nella trasformazione di comunità vulnerabili. Effettivamente, si calcola che le rimesse corrispondano almeno al triplo degli aiuti pubblici allo sviluppo destinati ai Paesi in via di sviluppo.

«L’immenso potenziale delle rimesse ai fini dello sviluppo è ancora in gran parte inutilizzato, ma abbiamo la possibilità di far sì che ogni euro, rublo, sterlina, corona o franco svizzero, guadagnato con grande fatica e spedito a casa, possa valere ancora di più», ha detto Nwanze. L’IFAD stima che complessivamente potrebbero essere resi disponibili 80 miliardi di dollari da investire, se i lavoratori immigrati e le famiglie che ricevono le rimesse nelle aree rurali avessero maggiori possibilità riguardo all’uso dei loro fondi. Di quella cifra, circa 34 miliardi di dollari sarebbero disponibili nelle aree rurali.

Il rapporto raccomanda di migliorare l’accesso a servizi finanziari di base come risparmio e credito, ma anche di fornire alle famiglie servizi non finanziari basati sulle loro necessità, come ad esempio assistenza tecnica per avviare piccole imprese o programmi di istruzione in materia finanziaria. «Le rimesse rappresentano un’opportunità unica di far emergere milioni nel settore finanziario formale», ha dichiarato Pedro De Vasconcelos, co-autore del rapporto e coordinatore dello Strumento finanziario per le rimesse dell’IFAD. «Data l’interazione frequente tra chi spedisce le rimesse, chi le riceve e il sistema finanziario, le rimesse potrebbero alimentare una relazione di lungo termine capace di cambiare le loro condizioni di vita».

83AECB0C-DCB2-4BF2-9C4C-A579608679EB[3]Benché negli ultimi anni siano stati fatti progressi significativi verso un abbassamento dei costi di trasferimento delle rimesse, De Vasconcelos ha aggiunto che si potrebbe fare di più se aumentasse la concorrenza. Se si riducessero i costi di trasferimento al 5%, come indicato dall’obiettivo del G20 stabilito nel 2009, si potrebbero far risparmiare altri 2,5 miliardi di dollari ai lavoratori migranti e alle loro famiglie in patria.

“Mandare soldi a casa: flussi e mercati europei” sarà presentato in occasione del quinto Forum mondiale sulle rimesse che si svolgerà a Milano dal 16 al 19 giugno. Il Forum vedrà riuniti capi di stato e personaggi di primo piano della politica, del settore privato e della società civile per tracciare le linee guida di una strategia volta a sfruttare appieno il potenziale delle rimesse.

 

Sophia Ballarin

Foto © IFAD, 2015

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