Novant’anni fa a Napoli apriva la prima metropolitana italiana

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Il 20 settembre 1925 il capoluogo partenopeo diventava la prima città italiana a disporre di una linea metropolitana elettrificata

Oltre alle sue bellezze artistiche e gastronomiche che attirano ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo, esiste un ulteriore aspetto di Napoli che andrebbe valorizzato: quello di essere un vero e proprio museo dell’ingegneria ferroviaria. E’ risaputo che la prima linea ferroviaria italiana nacque alle falde del Vesuvio, nel 1839, tra Napoli e Portici. Quello che invece pochi sanno è che anche la prima linea metropolitana italiana è stata costruita a Napoli: si tratta della “Linea 2”, quella che oggi collega i quartieri periferici di Barra e San Giovanni (dove si trova anche il Museo Ferroviario di Pietrarsa) all’area occidentale della città, fino a Pozzuoli.

Era il 20 settembre 1925 quando il primo treno della “Metropolitana FS”, un’automotrice elettrificata E-20, compì il viaggio inaugurale dalla stazione di Napoli Centro (l’odierna Napoli Piazza Garibaldi) a Pozzuoli, effettuando fermate nelle centralissime stazioni cittadine di Piazza Cavour e Montesanto, e puntando verso i quartieri occidentali attraverso le stazioni di Piazza Amedeo, Chiaia (poi divenuta Napoli Mergellina) e Fuorigrotta (ribattezzata in seguito Napoli Campi Flegrei).

Inaugurazione_Metropolitana_FS_NapoliLa metropolitana cittadina venne realizzata nell’ambito della costruzione di un’ancora più colossale e innovativa “grande opera”: dopo quasi vent’anni di lavori (la prima pietra era stata posta nel 1906), nel 1925 era stato completato a Napoli il primo passante ferroviario di penetrazione urbana italiano, in grado di collegare la linea ferroviaria Napoli-Salerno con la nuova linea Roma-Napoli via Formia, senza bisogno di invertire la marcia dei treni nella stazione di Napoli Centrale.

Alessandro Ronga

Foto © Wikicommons

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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