La Russia si scontra con gli Stati Uniti per la Siria: da che parte starà l’Europa?

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Iniziate le manovre militari russe. Tra le proteste degli Usa e la messa in discussione degli obiettivi, il Vecchio Continente dovrà decidere come schierarsi

Partiamo dagli ultimi giorni, dall’Assemblea Onu del 28 settembre.

Il discorso di Obama: «L’Isis ha atterrito chiunque abbia incrociato sulla propria strada in Iraq e Siria. Corpi di persone morte sono stati gettati in fosse comuni. Minoranze religiose sono state affamate a morte. Nel più cruento dei crimini di guerra immaginabili, alcuni esseri umani sono stati decapitati, e la loro esecuzione è stata registrata in video la cui atrocità ha scosso la coscienza del mondo. Nessun Dio perdona questo orrore. Nessuna causa giustifica questo tipo di azioni. Non può esserci nessun ragionamento – e nessuna negoziazione – con persone dotate di tale malvagità. L’unica lingua che queste persone comprendono è quella della forza. Per questo, gli Stati Uniti lavoreranno assieme a un’estesa coalizione di stati per smantellare questa rete di morte. downloadNon siamo i soli, in questa impresa. Né intendiamo mandare soldati statunitensi ad occupare un territorio straniero. Invece, sosterremo i cittadini iracheni e siriani che combattono per avere indietro le proprie comunità. Useremo la nostra potenza militare all’interno di una campagna di bombardamento per costringere l’Isil ad arretrare». Un enorme passo in avanti dunque rispetto all’immobilismo mantenuto fino a una decina di giorni fa. Ma questa determinazione nell’agire sembra essere venuta fuori dopo le dichiarazioni (e le azioni) della Russia riguardo la Siria.

Vladimir_Putin_in_Jordan_(1314-06)Nella stessa giornata, anche Putin è intervenuto all’Assemblea. Nel suo discorso ha attaccato la dottrina socialista nell’esportazione del socialismo in altri Paesi con risultati catastrofici; la critica verso il passato sovietico era chiaramente mirata a colpire l’idea statunitense dell’esportazione della democrazia e delle rivoluzioni. Putin ha aggiunto che laddove questo è stato fatto il risultato è stato catastrofico, la Libia ne è l’esempio lampante.

Il disaccordo tra Putin e Obama in merito alla Siria, rimane il medesimo: Assad. 6731491031_a48e82aac2_mL’unico leader capace di controllare il Paese, per il primo, un feroce dittatore, per il secondo.

La verità sta nel mezzo e probabilmente entrambi hanno ragione. Assad è certo un personaggio controverso che non ha esitato ad agire con violenza e a sopprimere nel sangue i movimenti popolari pacifici scatenatisi in Siria; ma è davvero l’unico uomo in grado, al momento, di tenere sotto controllo il paese occupato dalle forze dell’Isis e il parallelismo con Gheddafi sembra piuttosto calzante.

Sy-mapDopo i discorsi, i fatti. La Siria ha chiesto aiuto militare a Mosca, ottenendo un “sì” dal Consiglio Federale disposto a utilizzare l’esercito fuori dai confini nazionali. Gli obiettivi – i gruppi terroristici -, ha affermato Dmitri Peskov, sono concordati con Damasco. Secondo fonti siriane i jihadisti hanno già subito pesanti perdite.

Benché l’ambasciata americana in Russia abbia annunciato che l’attacco era stato concordato, gli Stati Uniti hanno protestato per alcuni degli obiettivi colpiti, ossia cellule addestrate dalla Cia. Intanto, il governo russo protesta per la campagna mediatica occidentale ai danno dell’operato di Mosca. E’ insomma iniziato il braccio di ferro.

François_Hollande_-_Janvier_2012_(cropped)Tra i due fuochi, l’Europa. Nessuna dichiarazione di rilievo da parte di Bruxelles, o del leader europeo, la Germania. Hollande, l’unico europeo deciso ad agire, ha già scagliato il primo raid colpendo un campo d’addestramento jihadista. Ma il presidente francese ha anche dichiarato «se sarà necessario, nelle prossime settimane ci potranno essere altri attacchi» procrastinando una prossima azione. La Francia sembra essere l’unica nazione europea a voler agire in modo deciso nella questione Siria, ma si schiera dalla parte degli americani per quanto riguarda il post conflitto e Assad. Berlino a questo proposito ha annunciato che il presidente siriano dovrà essere uno dei partner con i quali dialogare. L’Italia ribadisce il “no” agli interventi armati e a blitz. Non una posizione univoca, ma tante voci frammentate.

L’Europa è divisa insomma. Ancora una volta.

 

Ilenia Maria Calafiore

Foto© Wiki e Creative Commons

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Ilenia Maria Calafiore
Nata nel 1989, è laureata in Comunicazione Internazionale presso l’Università di Palermo con una tesi in filosofia politica dal titolo “Teorie e pratiche per la Giustizia Globale“. Nel suo percorso universitario ha approfondito le tematiche storiche ma anche linguistiche relative alla Russia e ai popoli slavi. Ha partecipato ad alcuni progetti internazionali come il Model United Nation a New York ed il Finance Literature of Youth a Togliatti, Russia. A fine 2014 si laurea con il massimo dei voti in Studi Internazionali presso l'Università di Pisa con la tesi “Spunti per uno studio delle politiche della Federazione Russa nel bacino del Mar Nero”.

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