Pescante: «dopo i tragici fatti di Parigi è importante continuare con la vita di tutti i giorni. Per questo Roma è candidata alle Olimpiadi del 2024»
«Lo sport rappresenta tuttora lo strumento più concreto per superare barriere, divisioni, contrasti cruenti. Serve ai giovani che vivono nelle aree di crisi per capire che un altro futuro, diverso dalla sofferenza e dalla barbarie del terrorismo, è possibile». Lo ha dichiarato il presidente della John Cabot University, Franco Pavoncello, intervenendo al dibattito Olympic truce and sports diplomacy, tenutosi presso la sede romana di Trastevere, durante il quale Mario Pescante, ambasciatore del Comitato olimpico internazionale per le Nazioni unite, ha presentato la “Tregua Olimpica”, la risoluzione Onu per i prossimi Giochi di Rio, contenente sostegni per educare le nuove generazioni attraverso lo sport, promuovendo i valori del rispetto e della tolleranza.
«La risposta più appropriata a chi ci vuole terrorizzare, è quella di continuare con la vita di tutti i giorni. I rischi ci sono, ma non dobbiamo chiuderci alle attività quotidiane e sociali, sarebbe ammettere la sconfitta. Per questo Roma è candidata alle Olimpiadi del 2024. Lo stesso discorso vale anche per gli Europei di calcio», ha spiegato Pescante.
«La Tregua olimpica, ne siamo consapevoli, può rimanere solo un messaggio simbolico, funzionava nei tempi antichi, ma non è stata rispettata in quelli moderni e cosiddetti civilizzati. Sappiamo, però, che questo messaggio va diretto al cuore degli atleti di tutto il mondo, delle persone che parlano il linguaggio universale dello sport. Il contenuto della risoluzione è comunque molto concreto. Ci sono sostegni economici alla pratica sportiva dei rifugiati: un modo per offrire una vita un po’ più normale alle persone bloccate per mesi nei centri di accoglienza», ha proseguito sempre Pescante.
«In Darfur, dove ci sono decine di migliaia di rifugiati, stiamo costruendo strutture per consentire i bambini di giocare, di trascorrere ore in serenità. Ciò sta avvenendo anche in Turchia e in Kenia. E in Palestina, grazie alle donazioni del Comitato olimpico israeliano», ha sottolineato ancora Pescante.
«Lo sport è uno straordinario strumento diplomatico che, al netto della lotta al terrorismo, occorre valorizzare per realizzare tanti ponti a beneficio delle giovani generazioni», ha concluso il presidente JCU Pavoncello.
Leonida Valeri