Il ministro della Giustizia Orlando: «contro la contraffazione internazionale bisogna costituire una apposita Procura europea»
Il costo dell’illegalità per commercio, alberghi e pubblici esercizi costa ben 27 miliardi di euro l’anno e mette a rischio 263 mila posti di lavoro. Sono questi i dati emersi dall’indagine Confcommercio-Eurisko, presentati in occasione della giornata “Legalità mi piace” svoltasi presso la sede di Piazza Belli a Roma. «Il tempo della crisi sembra alle spalle» – ha dichiarato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli aprendo i lavori del convegno, al quale hanno partecipato i ministri Andrea Orlando per la Giustizia e Angelino Alfano dell’Interno – «ma c’è una crisi» – ha proseguito Sangalli – «che invece di allontanarsi resiste, ed è quella del deficit di legalità». Secondo il rapporto peggiora la percezione del livello di sicurezza da parte delle Pmi. Un imprenditore su dieci ha ricevuto intimidazioni con finalità estorsiva e dodici su cento sono a conoscenza di altre imprese oggetto di minacce, che si pensa provengano nel 33% dei casi dalla criminalità organizzata (nel 2014 era al 25%). I tabaccai e i benzinai sono al primo posto quali vittime delle attività criminali in particolare al Sud e nel 76% dei casi hanno subito minacce che consistevano in pressioni psicologiche (più 17 punti rispetto al 2014).
Il 35% degli imprenditori minacciati hanno subito danneggiamenti alle cose e il 7% violenza alle persone. La richiesta estorsiva viene soddisfatta prevalentemente con esborso di denaro (72% dei casi) o con acquisto da fornitori imposti (26%) o tramite consegna di merce (25%). Tre imprenditori su quattro hanno adottato almeno una misura di sicurezza per proteggersi come telecamere, impianti di allarme, la stipula di una assicurazione, la vigilanza privata. Il 90% degli imprenditori ritiene che le leggi che contrastano i fenomeni criminali sono inefficaci, il 94% delle imprese è favorevole all’inasprimento delle pene mentre l’85% ritiene che queste non si scontino realmente per i reati commessi.
Tra le iniziative ritenute efficaci per la sicurezza il 75% degli imprenditori chiede la certezza della pena (più 15 punti rispetto al 2014) e adeguata protezione da parte delle forze dell’ordine. In proposito il ministro Alfano ha chiarito: «i protocolli firmati con i commercianti sul territorio per il contrasto stanno funzionando», aggiungendo «come Governo abbiamo chiesto alle forze dell’ordine di puntare molto sul contrasto all’abusivismo commerciale perché non possono esistere due reti distributive una legale e l’altra no» e ha snocciolato alcune cifre affermando che nel 2015 è aumentato del 50% rispetto il 2014 il numero dei prodotti contraffatti sequestrati, mentre l’abusivismo commerciale risulta in calo del 25%. Altro aspetto di cui si è parlato è l’usura che il ministro ha definito «reato che fa schifo» e che secondo i dati da lui prodotti, è calata del 20% in un solo anno.
Il ministro Orlando nel suo intervento, sempre a proposito di contraffazione, ha sottolineato come «da noi le sanzioni penali sono più dure della media ma non basta, non hanno un effetto deterrente, bisogna aggredire le grandi reti transnazionali che la gestiscono e per questo bisogna costituire un’apposita Procura europea, servono scambi di informazioni tra le procure altrimenti colpiamo solo l’ultimo anello della catena».
Il presidente Sangalli pur riconoscendo che commercianti e imprenditori respingono le richieste estorsive ha incoraggiato a denunciare le estorsioni alle forze dell’ordine, che ha ringraziato per il contribuito che svolgono quotidianamente al servizio della collettività e ha concluso «se oggi chiediamo ai nostri giovani impegno, responsabilità e sacrifici, dobbiamo essere in grado di offrire in cambio legalità, sicurezza e sviluppo, dobbiamo dare ai nostri giovani un Paese dove non avere paura del futuro».
Giancarlo Cocco
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