Renzi a San Pietroburgo: l’Italia mediatrice tra Mosca e Bruxelles?

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Al business forum la delegazione italiana cerca il dialogo, ma Mattarella frena gli entusiasmi: «Le sanzioni rimangono». E la tensione in Europa sale

L’Italia si avvia a svolgere opera di mediazione tra la Russia e l’Europa. Non è di certo un mistero che i rapporti tra Mosca e Bruxelles si siano deteriorati negli ultimi due anni, a seguito delle pesanti sanzioni inflitte dall’Unione europea alla Federazione per la condotta seguita in Ucraina.

I rapporto tra Russia e Ue dal 2014 è stato molto altalenante: da una parte ci sono le sanzioni, dall’altra Bruxelles sta sempre molto attenta a non inimicarsi troppo la Russia, principale fornitore di petrolio e gas e partner strategico. I Paesi europei si ritrovano a bilanciare un’Alleanza Atlantica che manda messaggi di guerra a Putin e legami economici non trascurabili.

Non è solo l’Italia a spingere affinché si riallaccino i rapporti con la Federazione Russa. Anche la Francia, pragmaticamente, chiede lo stop delle sanzioni e si oppone al rinnovamento, per la verità molto probabile, per altri sei mesi a partire da fine giugno.

Le sanzioni

Le sanzioni in questi due anni, che si avviano a diventare due anni e mezzo, hanno fatto molti danni alla Russia. Vediamo quali sono le più importanti misure restrittive imposte a Mosca:

  • I maggiori enti finanziari russi non possono aver accesso ai mercati di capitali europei
  • Il divieto di importazione ed esportazione di armi
  • Limitazione per servizi e tecnologie per la produzione di petrolio
  • Il divieto di investimento e di prestazione di servizi turistici in Crimea
  • I programmi di cooperazione con Ue e bilaterali con Stati europei sono stati sospesi
  • Congelamento di beni e restrizioni di viaggio per circa 150 persone e 37 entità responsabili dell’aggressione ai danni dell’Ucraina.

Come si deduce, tali misure non hanno solamente colpito la Russia, ma di riflesso anche gli Stati europei che più facevano affari con Mosca: il blocco forzato delle cooperazioni bilaterali ha creato grossi danni anche a Paesi come Italia e Francia, da sempre partner commerciali del grande Paese euroasiatico.

L’Italia partner d’onore

Il premier Renzi il 16 giugno è partito per presenziare al forum Business di San Pietroburgo e rappresentare l’Italia, ospite d’onore di quest’anno. L’Italia avrà un intero padiglione che ospiterà moltissime aziende italiane, tra cui Finmeccanica e Intesa San Paolo. Molto interessanti le parole di Renzi che avverte che questa partecipazione va nella direzione di sciogliere la tensione fra la Russia e l’Europa. Questo è lo spirito della delegazione italiana, cercare il dialogo «non lo scontro come altri nostri partner europei invece vorrebbero fare».

Il presidente di Banca Intesa, Antonio Fallico ha anche offerto un importante spunto di riflessione che spinge a cercare davvero qualcosa di più nella partecipazione italiana al forum che semplice diplomazia: «È la prima volta che un premier del G8 viene invitato e accetti invito a questa grande manifestazione che è il Forum di San Pietroburgo. È previsto che il premier Renzi apra insieme a Putin la sessione plenaria del Forum stesso ed è previsto che nel Padiglione ci sia quella tavola rotonda a cui prenderanno parte i due presidenti».

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Direzioni diverse

Mattarella ha però frenato gli entusiasmi, dichiarando che è giusto rispettare le sanzioni fino all’attuazione degli accordi di Minsk che prevedono il cessate il fuoco, il ritiro delle truppe, la presenza di osservatori OSCE.

Questa dichiarazione ha sicuramente destabilizzato Mosca, che rischia di perdere la bussola a causa dei giri di walzer italiani.

Intanto si parla già dei missili antirussi che si posizioneranno su territorio turco e delle trattative per l’installazione anche in Polonia. Del posizionamento di basi missilistiche in Polonia si parla dagli anni ’80. C’era Ronald Raegan, la Nato, l’URSS e la guerra fredda.

A conti fatti l’atteggiamento reciproco dei due “imperi” non sembra tanto differente, come la posizione europea, tra due fuochi, sostanzialmente inerme.

Sicuramente, nessuno sta tentando di diluire il senso di accerchiamento della Russia: anzi, gli Stati Uniti alimentano una rincorsa se non agli armamenti sicuramente alla difesa da parte russa, che date le difficoltà finanziarie si ritrova in una situazione di disagio. Sta all’Europa disinnescare questa situazione, mediando fra due Paesi che hanno dimostrato di non essere completamente lucidi gli uni nei confronti degli altri. Intanto l’Italia presenzierà all’apertura del Business Forum chissà che non si facciamo dei passi avanti.

 

Ilenia Maria Calafiore

Foto © Francesco Pierantoni, Kremlin.ru

 

 

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Ilenia Maria Calafiore
Nata nel 1989, è laureata in Comunicazione Internazionale presso l’Università di Palermo con una tesi in filosofia politica dal titolo “Teorie e pratiche per la Giustizia Globale“. Nel suo percorso universitario ha approfondito le tematiche storiche ma anche linguistiche relative alla Russia e ai popoli slavi. Ha partecipato ad alcuni progetti internazionali come il Model United Nation a New York ed il Finance Literature of Youth a Togliatti, Russia. A fine 2014 si laurea con il massimo dei voti in Studi Internazionali presso l'Università di Pisa con la tesi “Spunti per uno studio delle politiche della Federazione Russa nel bacino del Mar Nero”.

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