È stato pubblicato in italiano un pamphlet del grande botanico francese che spiega quanto contano queste piante nelle nostre metropoli e quanto migliorano il nostro benessere
«Non esiste nessuna tecnologia, neppure la più sofisticata, che raggiunga la complessità e la perfezione degli alberi». Parola di Francis Hallé, grande botanico e dendrologo francese, autore di numerosi libri fra cui il pamphlet Ci vuole un albero per salvare la città (appena uscito da Ponte alle Grazie), un autentico manifesto rivolto a politici e amministratori per esortare a un maggior rispetto e conoscenza di queste piante. È un agile testo che tutti dovremmo leggere, in realtà, perché ci racconta quanto siamo inconsapevolmente debitori degli alberi per tutto ciò che fanno per il nostro benessere e la nostra salute.
Gli alberi dovrebbero essere trattati come dei fratelli maggiori: esistono sulla Terra da ben prima di noi umani, e grazie a loro questo pianeta si è dotato di un’atmosfera respirabile che ci consente di vivere. Sono 70 mila specie (contro le 4.800 dei mammiferi) e alcuni di loro sono stati testimoni silenziosi del trascorrere del tempo sul pianeta. Alcuni pini californiani, citati da Hallé, hanno 5 mila anni: erano già germinati ai tempi delle piramidi d’Egitto. Ma il record lo detiene un albero della Tasmania, che con i suoi 43 mila anni può dirsi coevo dei neandertaliani, scomparsi 28 mila anni fa.
Hallé spiega in modo semplice il grande segreto degli alberi, che consente una longevità inimmaginabile per noi umani. A dire il vero, le abilità sconosciute degli alberi sono tante. Noi ci limitiamo a osservare il loro essere radicati nel terreno, che rende impossibile il movimento, e il loro apparente mutismo. In realtà, come spiega il dendrologo, gli alberi sanno comunicare tra di loro e riescono persino ad aiutarsi.
Nelle città, la presenza di un parco rallegra la nostra esistenza e rinfresca dalla calura estiva.«L’albero è un eccellente condizionatore d’aria naturale e nel corso della sua vita è capace di umidificare l’atmosfera con un volume d’acqua corrispondente a più di cento volte il suo peso», scrive Hallé. Purifica l’aria e incide positivamente sul nostro umore.
Eppure, spesso non siamo capaci di rispettare gli alberi. L’autore parla di ”potature brutali”, che certo non avvengono solo in Francia. Troppe volte si vedono pini o platani massacrati solo per questione di “sicurezza pubblica”, con tagli così violenti che fanno bene solo a chi ci guadagna. Per non parlare di determinate nuove urbanizzazioni o ammodernamenti urbani che prevedono l’eliminazione degli alberi, forse per risparmiare lo stipendio del netturbino, che dovrebbe raccogliere le foglie. Il risultato è spesso una spianata di cemento, senza un filo d’ombra, che diventa uno spazio invivibile nelle nostre estati ormai sempre più lunghe e calde. Ma “l’albero è uno strumento prezioso nelle mani dell’urbanista”, ha detto il grande Le Corbusier e Hallé ce lo ricorda. Gli alberi nelle città rilassano la mente e abbassano i livelli di violenza.
Si legge in poche ore, questo agile libretto di Francis Hallé. E a fine lettura, ci sente più ricchi. E vogliosi di piantare un albero, per lasciare una città migliore alle prossime generazioni.
Maria Tatsos
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Francis Hallé
Ci vuole un albero per salvare la città
Ponte alle Grazie, 2018
pp.117, € 11
Foto © Wikipedia, Maria Tatsos