Appello Italia e Paesi del “Quintetto” al Kosovo: riprendere il dialogo

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«Status quo insostenibile. Serve disponibilità al compromesso». Ma le polemiche a distanza continuano tra Pristina e Belgrado per bocca di Veseli e Djuric

L’Italia e gli altri Paesi del cosiddetto “Quintetto” – Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti – hanno lanciato un appello a Kosovo e Serbia a riprendere al più presto il dialogo e la piena normalizzazione dei rapporti. Il fine è quello di giungere a un accordo legalmente vincolante, in grado di dare un importante contributo alla stabilità regionale balcanica. In un comunicato diffuso dalle ambasciate d’Italia a Belgrado e a Pristina, i governi dei cinque Paesi – le maggiori potenze occidentali che riconoscono l’indipendenza del Kosovo – chiedono a entrambe le parti di astenersi da azioni che ostacolerebbero un accordo finale.

«Lo status quo impedisce a Serbia e Kosovo di avanzare sulla strada verso l’integrazione nell’Unione europea, ed è chiaramente insostenibile», si afferma nel comunicato. «Dopo anni di stagnazione è arrivato il momento di chiudere definitivamente i conflitti degli anni Novanta e di garantire un futuro sicuro e prospero ai popoli del Kosovo e della Serbia». «Per questo» – prosegue il documento – «facciamo appello a Kosovo e Serbia a riprendere al più presto il dialogo mediato dalla Ue e chiediamo alle due parti di evitare azioni in grado di ostacolare il raggiungimento di un accordo finale, necessario a favorire una maggiore integrazione euro-atlantica dei due Paesi».

I cinque Paesi si dicono al tempo stesso pronti a intensificare il loro ruolo in tale processo a sostegno dell’Alto rappresentante della Ue. «Ma ciò è possibile solo se dalle due parti arriveranno segnali di volontà al compromesso, se verranno eliminati gli ostacoli e se verrà ripreso il negoziato. Per il Kosovo ciò significa la sospensione dei dazi doganali imposti alla Serbia, e per la Serbia la sospensione della campagna per la revoca del riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo». I Paesi del “Quintetto” si dicono quindi disponibili a fornire ogni tipo di assistenza. Il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti, John Bolton, si recherà in visita in entrambe le capitali balcaniche quando le condizioni suddette saranno realizzate.

Tutto procede per il meglio? Non per il presidente del parlamento kosovaro e leader del Partito democratico del Kosovo (Pdk), Kadri Veseli, che accusa l’Unione europea di adottare un doppio standard in merito alla situazione. Ripreso dal quotidiano Zeri, il presidente è stato in particolare critico sulla presunta “indifferenza” dei vertici Ue in merito alla vicenda del rilascio di Miodrag Solaja, membro del gruppo paramilitare serbo degli Scorpioni, accusato di aver partecipato nel marzo 1999 all’uccisione di 14 civili albanesi, inclusi sette bambini, a Podujevo. Nelle parole del leader del Pdk «il Kosovo non può permettere che la storia venga manipolata, e che le vittime vengano equiparate ai carnefici».

Allo stesso modo per il direttore dell’Ufficio del governo serbo per il Kosovo, Marko Djuric, in replica alla nota emessa oggi dai Paesi del Quintetto a proposito delle relazioni fra Belgrado e Pristina, ha osservato che non si possono mettere sullo stesso piano coloro che violano l’Accordo di libero scambio Cefta e coloro che si difendono dall’ingresso di una parte del proprio territorio nelle organizzazioni internazionali. Per Djuric «la Serbia continuerà a condurre una politica in linea con i propri interessi nazionali». Il percorso perciò continua a essere a ostacoli, come da Eurocomunicazione riportato più volte.

 

Stefica Markovića

Foto © N1, Tanjug

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