Bassa Marea, il nuovo libro di Enrico Franceschini

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La semplice quotidianità di provincia balneare vissuta da amici di sempre viene sconvolta dal ritrovamento di una bella ragazza russa, restituita dal mare alla terraferma

Andrea Muratori detto Mura è un giornalista in pensione che, dopo anni di corrispondenza giornalistica dall’estero, torna nella sua Romagna, cui è rimasto legato nonostante la lunga assenza e tutti i cambiamenti che, nel corso di qualche decennio, sono pure fisiologici. Bassa Marea è il nuovo libro di Enrico Franceschini edito da Rizzoli, una commedia noir un po’ Grande Lebowski in salsa romagnola.

Il mare, come si può capire dal titolo, è l’altro grande protagonista. Della vita in riviera sicuramente, nottambula come sempre. E perché un bel giorno decide di “restituire” alla terraferma la bella Sasha, ragazza che Mura capisce subito essere russa come una delle sue ex mogli. Chi è, come è finita in mare aperto, veramente ricorda poco o nulla dell’incidente o presunto tale? E cosa simboleggia quel tatuaggio sulla gamba, quattro lettere cirilliche che compongono la parola “ladro” e che a Mura rievocano Delitto e Castigo di Dostoevskij?

Un ritrovamento, quello di Sasha, che turba la quotidianità di Mura e dei suoi amici di sempre, novelli tre (anzi nel totale quattro) moschettieri, con tanto di motto «uno per tutti, tutti per uno»: Danilo «il Barone» Baroncini, di professione medico primario; Pietro «il Professore» Gabrielli, bibliotecario; Sergio «l’Ingegnere» Baldazzi, tuttologo.

Quattro sessantenni che, a dispetto delle convinzioni giovanili quando i genitori, alla stessa età, gli sembravano vecchi, continuano a ingaggiare partite due contro due a basket, nella rigorosa divisione in squadre Vecchia Borghesia contro Piccola Borghesia, Mura e Professore contro Barone e Ingegnere. Poi tutti a mangiare pesce, che tanto i sessant’anni sono i nuovi quaranta. Almeno così si dice.

Nonostante i divorzi non abbiano lasciato più molte risorse a Mura, la sua liturgia giornaliera non ammette rinunce, se non per quanto riguarda i metri quadrati abitabili. Ma se tanto l’abitazione serve  solo per andare a dormire, sempre tardi come da ragazzo (magari un po’ meno), allora meglio spendere quel poco che si ha a disposizione per ciò che veramente conta per lui. Tra le varie cose la piadina, vera istituzione regionale, unica, sebbene ne esista una versione più o meno simile in buona parte del mondo.

Per il resto è tutto un rimembrare i vecchi tempi, quando la pallacanestro era migliore e di certo lo era anche l’edilizia, che con i suoi grattacieli stile Los Angeles o Las Vegas scimmiotta gli Stati Uniti. Del resto è impossibile fuggire dai paragoni nostalgici con il passato quando si sceglie di “svernare” nella località di vacanza che ha segnato la vita di Mura sin dalla spensierata infanzia.

Enrico Franceschini riesce a far vivere le atmosfere della Romagna tingendole di giallo e accompagnandole con un’ideale colonna sonora che si lega ad ogni capitolo. Riesce quindi a coinvolgere il lettore, portandolo in quello che è il suo territorio, mettendoci qualcosa di personale e molto tratto dalla fantasia, secondo le regole auree della letteratura. Il risultato è un buon romanzo, dove l’alternanza tra toni leggeri e descrittivi e i torbidi intrighi riesce molto bene.

Nato a Bologna nel 1956, Franceschini ha lavorato come corrispondente dall’estero per La Repubblica, vivendo a New York, Washington, Londra, Mosca e Gerusalemme ma senza mai tagliare i legami con la sua regione e con la riviera romagnola. Da scrittore ha già pubblicato diversi saggi e romanzi, tra cui i premiati Wall Street La Borsa e La Vita (Selezione Estense 1989); I Padroni dell’Universo (premio Rhegium Julli per il giornalismo 1991); Vivere per Scrivere (Selezione Estense 2018).

 

Raisa Ambros

Foto © Enrico Franceschini

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Raisa Ambros
Giornalista pubblicista specializzata in geopolitica, migrazioni, intercultura e politiche sociali. Vive tra l’Italia e l’Inghilterra. Sceneggiatrice, autrice televisiva e conduttrice di programmi TV con un’esperienza decennale in televisione, Raisa è stata parte del team di docenti nel corso di giornalismo “Infomigranti” a Piuculture, il settimanale dove ha pubblicato e svolto volontariato di traduzione. Parla cinque lingue e viene spesso invitata nelle conferenze come relatrice sulle politiche di integrazione.

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