Conte c’è, “senzadubbiamente”, ma gli altri dove sono?

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All’interno del sistema politico italiano in questi giorni è mancato il titolare del potere legislativo e del rapporto di fiducia col Governo, il Parlamento

Parafrasando il titolo di un film di Albanese “Cetto C’è, senzadubbiamente”, è nato il titolo di questo articolo, ci si è chiesti, ma che fine hanno fatto gli altri componenti del Governo? Abituati dapprima a vederli scorrazzare nelle varie trasmissioni politiche del mattino, pomeriggio, sera e perfino a tarda notte, dal vivo o in collegamento esterno, quasi in una sorta di bulimia, adesso non se ne vede più ombra o se ne sente più voce sostenere tesi varie, ma dove sono finiti? Quasi quasi verrebbe da rivolgersi a “Chi l’ha visto”, ma quella è una trasmissione che si occupa di questioni serie, quindi non fa al caso nostro! Tranne qualche apparizione sporadica del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in tempi di coronavirus, per rassicurarci sull’arrivo imminente delle tanto auspicate mascherine che oramai si attendono come se fossero manna discesa dal cielo, molti della maggioranza non ci hanno messo la faccia.

Rifacendoci ad una battuta del film di Albanese, «il mio sogno è un forestale per ogni albero», nel nostro caso potremmo dire che il sogno di chi opera nella sanità è quello di avere una mascherina per ogni operatore! La domanda che continuiamo a porci da alcuni giorni come un mantra e alla quale, con il massimo impegno, non riusciamo a dare una logica risposta è: ma se si sapeva, come da decreto firmato il 31 gennaio scorso e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, dell’emergenza dovuta al virus Covid-19 perché non si è provveduto a effettuare delle scorte del materiale necessario in tali circostanze e fornirle alle dovute strutture competenti? Arcano mistero. Ad onor del vero, oltre allo stesso Di Maio, si sono visti nell’ambito della maggioranza, il suo vice nello stesso dicastero Manlio Di Stefano, il ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, l’europarlamentare Dino Giarrusso, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, quest’ultimo intervenuto in difesa del premier Conte.

Come dire, dato che da questa parte non lo fa nessuno tocca a me fare il primo passo, da profondo conoscitore, quale è, della strategia politica. Naturalmente tutti apparsi in rigoroso collegamento Skype. Praticamente con l’avvento del coronavirus si è assistito alla cristallizzazione delle sedi in cui la politica ha espletato da sempre il proprio mandato, discute e legifera, tutto ciò ha fatto delineare uno scenario istituzionale sempre più grave, il cui risultato è sotto gli occhi di tutti, con la inevitabile conseguenza che ha portato allo azzeramento del democratico confronto politico. È vero il momento è drammatico, il coronavirus ha seminato paure, incertezze, malati, morti e picchi di stress al nostro sistema sanitario (è bene ricordare che in questo frangente il personale medico e paramedico si è dimostrato encomiabile), ma nonostante la criticità della situazione è necessario che funzioni l’organo costituzionale che, all’interno del sistema politico italiano, è titolare del potere legislativo e del rapporto di fiducia col Governo, il Parlamento.

Nell’immaginario collettivo il non vedere sul pezzo la stragrande maggioranza dei “ministri” non è stato proprio un bel vedere della storia della nostra nazione, naturalmente ad esclusione del premier Conte, per rimanere in tema del film succitato “date a Cetto quel che è di Cetto”, va dato a Conte quel che è di Conte. Proprio il Pemier solo qualche settimana fa ha compiuto l’errore di sostenere che il Governo avrebbe puntato tutto sul cambiamento delle regole del MES, prendendo una sonora scoppola dal presidente dell’Eurogruppo Mário Centeno, il quale senza mezzi termini ha dichiarato che il MES non avrebbe mutato le proprie regole. È doveroso ricordare che questa strategia avrebbe comportato nuovo debito per l’Italia che, tra l’altro, è quasi al 140% del rapporto debito pubblico e prodotto interno lordo (PIL). Infatti, secondo Goldman Sachs, in questo frangente il numeratore è destinato a crescere, il denominatore è destinato invece a decrescere. Adesso cosa farà Conte per i cittadini italiani? Forse non aveva pensato a questa piccata risposta dall’Europa. Per dirla alla Cetto, il personaggio sceso in politica, interpretato da Albanese: «Cosa farò per i poveri bisognosi? Non c’avevo pensato. Na’ beata m…!!!»

 

Alessandro Cicero

Foto © Flickr, Popcorntv, Twitter, Facebook

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Alessandro Cicero
Alessandro Cicero è nato in Africa settentrionale, da genitori italiani di origine siciliana, si è trasferito da piccolo nella città di Salerno, oggi vive a Roma, svolge la sua attività tra la capitale e Londra. Scrive su alcune testate giornalistiche nazionali e su un organo di informazione europeo ed internazionale incentrato su tematiche politiche, economiche, industriali e su argomenti sociali e del lavoro inerenti il Parlamento Europeo e i rapporti con gli Stati membri ed esteri. È, inoltre, impegnato nella cura di rapporti istituzionali internazionali e di interfaccia con i media, creando campagne di stampa e cura dell’immagine istituzionale. Ha maturato esperienze nell’ambito del public relations, relations intelligence, crisis management e strategie digitali, corporate communication & public affair. È stato impegnato nello sviluppo e nella cura della comunicazione e delle relazioni esterne, anche in campagne di comunicazione elettorali internazionali. È stato consulente per l’elezione a Presidente della Repubblica di un importante Stato africano conseguendo la nomina, nell’ambito di quella specifica coalizione, di Consigliere per le Pubbliche Relazioni, Relazioni Istituzionali, Commerciali, Economiche per la Comunicazione in Italia e presso le Istituzioni Europee a Bruxelles. Ha fondato e diretto, come direttore editoriale, un settimanale nazionale sia cartaceo che online, ha scritto su alcune testate nazionali ed europee, ha partecipato come commentatore in alcune trasmissioni televisive come RaiNews24, Uno Mattina Rai, Rai Radio 1, Rai 2, intervistato su TG1 economia Rai. Tra le varie esperienze è stato osservatore per le elezioni presidenziali in Ucraina, nelle quali fu eletto Viktor Yushchenko e alcuni anni prima osservatore e corrispondente per le elezioni presidenziali in Albania, che portarono all’elezione di Sali Ram Berisha. Ha operato nel settore mass media, editoria e comunicazione in joint venture con la tedesco-romena Roumanainvest, il primo gruppo televisivo privato in Romania. Ha svolto incarichi nell’ambito del settore Ambiente ed Energia È stato cofirmatario, assieme all’amministratore delegato dell’Enel dell’epoca, Alfonso Limbruno e al Direttore Generale, Claudio Poggi, del Contratto Nazionale di Lavoro del Settore Elettrico nell’ambito delle relazioni industriali. Come editorialista e appassionato della materia, ha scritto e rilasciato anche interviste su organi nazionali d’informazione su temi di energia, ambiente, industria e riorganizzazione aziendale e di settori industriali, in particolare su aziende come ENI, Enel e Sogin.

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