Riapertura delle frontiere interne all’Unione europea prevista per il 15 giugno

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Il 40 per cento dei viaggiatori italiani nell’estate 2020 resterà nel Belpaese per le vacanze

L’Unione europea sta lavorando al piano per la ripartenza tutti insieme del turismo in Europa, bloccato per mesi dall’emergenza coronavirus. Il focus principale è una riapertura delle frontiere interne e dello spazio Schengen con i singoli Paesi al momento ancora in ordine sparso su quarantene e misure di sicurezza sanitaria. Bruxelles insiste molto sulla trasparenza dei dati epidemiologici in ciascuno Stato e sulla necessità di applicazioni di tracciamento che possano funzionare su tutto il territorio europeo. Ci fa anche sapere che c’è un coordinamento e uno scambio d’informazioni in corso fra gli Stati membri e la Commissione europea per tornare gradualmente a garantire la libertà di circolazione in Ue.

La data decisa è il 15 giugno e l’Italia è in prima linea per contendersi con gli altri Paesi del Mediterraneo le vacanze estive dei turisti stranieri e offrire una boccata d’ossigeno al settore che vale il 13% del Pil. Il Belpaese continua a essere nel cuore dei turisti stranieri, dall’inizio della pandemia si contano un totale di 711,4 mila menzioni relative al Travel Italia – di cui 42,8 mila comparse sul web e 669,5 mila sui social – che hanno prodotto 197,3 milioni di interazioni equivalenti a un investimento pari a 421,3 milioni di euro.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio lo ha chiamato «Il D-day del turismo europeo», quando le barriere cadranno e i singoli Paesi ricominceranno a dare ai viaggiatori solo consigli e non più i cosiddetti “sconsigli”. La Germania, da cui ogni anno proviene la maggior parte dei turisti che visitano l’Italia, è già pronta a farlo per 31 Paesi (i 27 dell’Unione più Regno Unito, Islanda, Svizzera e Norvegia). Secondo un documento che sarà discusso dal gabinetto Merkel, anticipato dalla Dpa (Dipartimento per gli affari politici), ci saranno dei semplici avvisi sugli eventuali rischi, Stato per Stato. Berlino punta inoltre a stabilire una serie di criteri comuni in Europa a tutela del turista, come il tetto massimo di infezioni (50 per 100 mila abitanti) per avere il via libera a piani di intervento per chi dovesse ammalarsi all’estero.

L’Austria resta il Paese più restio ad aprire le porte con l’Italia a causa dell’alto numero di contagi. Il governatore del Tirolo, Guenther Platter, ha affermato che il problema è dato ancora dalla Lombardia con i suoi 25 mila malati, in caso di riaperture dei confini, da lì si potrebbe andare direttamente in Tirolo. Di Maio precisa di aver avuto rassicurazione da Vienna sul fatto che i turisti tedeschi che vorranno recarsi in Italia potranno transitare in Austria, e che tutti i ministri hanno respinto l’idea di fare accordi bilaterali per offrire corsie preferenziali all’uno o all’altro Paese. Presto sentirà anche il collega sloveno Anze Logar per fare chiarezza sulle modalità di transito al confine, con Lubiana che ha deciso di imporre una quarantena di 14 giorni. Il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patan, ha chiesto però al capo della Farnesina un tavolo di confronto sui cosiddetti corridori turistici per scongiurare le pericolose iniziative di Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia e probabilmente Croazia, che potrebbero sottrarre una grossa fetta di turismo internazionale all’Italia.

Dal secondo bollettino emesso dall’agenzia nazionale del turismo (Enit) emerge, in modo forte e chiaro, che gli italiani per la prossima estate prediligeranno il turismo nazionale. Il 40% dei viaggiatori che negli anni precedenti avevano scelto una meta estera per quest’estate 2020 rimarranno nella propria nazione. Per questo si prevede di recuperare, almeno in parte, il calo delle prenotazioni internazionali per la stagione estiva. Una diminuzione anche maggiore dei competitor diretti quali Spagna e Francia: l’Italia pur avendo il maggior numero di prenotazioni in corso, realizza anche il calo più profondo pari a -81,4%, rispetto al -80,1% della Francia e al -77,5% della Spagna. Il Belpaese, quindi, ha un potenziale maggiore nella sostituzione dei viaggi domestici ai viaggi esteri rispetto alla Spagna (28% in uscita) e alla Francia (25%). Questo è un chiaro indice della maggiore presenza di turismo straniero rispetto alle altre nazioni e di conseguenza risente maggiormente del calo. Nei primi 4 mesi del 2020 il traffico aeroportuale internazionale verso l’Italia è diminuito del -64,8%, registrando 655 mila arrivi stranieri negli aeroporti italiani. Nel monitoraggio settimanale di Enit, alla nona settimana di osservazione, le perdite indicano un dato complessivo del -70,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una tendenza discendente costante nella diminuzione della domanda internazionale fermata dal blocco dei viaggi. Si avverte la mancanza di Paesi più lontani, con una diminuzione più evidente delle provenienze dalla Cina che cala del -82% (valore massimo) e dagli Usa (-78,1%), mentre il calo inferiore si registra dalla Russia (-63,3%). Quanto ai pernottamenti internazionali nel 2020 si stima che il calo si attesterà al -49%, pari a 31 milioni di visitatori, con pernottamenti internazionali inferiori di 108 milioni rispetto al 2019.

L’Italia spera molto in un incremento a luglio da parte dei Paesi vicini, che rappresentano il 56 per cento del turismo internazionale. Questo grazie a una stabilità dei prezzi praticati dal sistema ricettivo italiano che nel mese di giugno registra un valore mediano nella vendita online di 97 euro per camera e a una ripresa più rapida rispetto ad altri Paesi. In Spagna, per esempio, la ministra dell’Industria, Commercio e Turismo, Reyes Maroto ha dichiarato che da luglio i turisti stranieri potranno prenotare vacanze in Spagna, ma nel frattempo rimarrà in vigore l’obbligo di quarantena per chi arriva da fuori, sottolineando che è una misura temporanea. Anche in Tunisia il primo ministro tunisino, Elyes Fakhfakh, ha confermato in un discorso di sperare in un ritorno della stagione turistica con l’inizio di luglio, sottolineando l’importanza della ripresa dell’attività di turismo nel Paese.

 

Ginevra Larosa

Foto © Schengen Visa, EUobserver, US news & world report, Associated press, Ministerio de Industria, GlobalNet news

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