Chiusa la più vecchia centrale nucleare francese di Fessenheim in Alsazia

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È la prima volta che una centrale ad acqua pressurizzata viene chiusa e poi completamente smantellata

Promessa della campagna di François Hollande nel 2012, la chiusura della più vecchia centrale nucleare francese a Fessenheim in Alsazia era stata rinviata più volte prima di essere approvata nell’aprile 2017. La disattivazione della centrale di Fessenheim incarna l’ecologia della responsabilità, mantenere le promesse, trasformare profondamente, accompagnare i francesi: questo è il metodo applicato a Fessenheim, queste le basi per un nuovo modello ambientalista. E dopo le ultime elezioni municipali concetto sempre più chiaro ai cittadini d’Oltralpe.

Dunque dopo quarantatre anni di servizio, la notte tra lunedì 29 giugno e martedì 30 la centrale nucleare alsaziana di Fessenheim, ha cessato definitivamente l’attività prima di essere smantellata. Situata sulle rive del Reno, vicino alla Germania e alla Svizzera, la più antica centrale elettrica della Francia ha smesso per sempre di produrre elettricità. Nei prossimi quindici anni ne è previsto lo smantellamento, a partire dalla rimozione del combustibile altamente radioattivo, che, secondo il programma sarà completato nel 2023.

Lo smantellamento vero e proprio, che non ha precedenti in Francia su questa scala, dovrebbe iniziare entro il 2025 e continuare almeno fino al 2040. «È la prima volta che una centrale nucleare ad acqua pressurizzata (la tecnologia che equipaggia i 56 reattori rimanenti del parco francese) viene fermata e poi completamente smantellata», ha spiegato un portavoce di EDF (Électricité de France). In precedenza, altri impianti avevano subito la stessa sorte, come Brennilis nel Finistère, ma utilizzavano tecnologie diverse.

Vittoria per gli attivisti antinucleari francesi, tedeschi e svizzeri, alcuni dei quali si sono battuti per decenni contro Fessenheim; questa chiusura suscita invece la rabbia dei dipendenti della centrale e della maggior parte dei 2.500 abitanti dell’omonima cittadina che hanno vissuto per decenni sull’alto impatto economico e fiscale dell’impianto.
L’installazione di un tecnocentro, destinato a diventare un sito pilota per la decontaminazione dei metalli radioattivi a bassa radioattività, o di un impianto per la produzione di biocarburanti, è in fase avanzata, con diverse centinaia di posti di lavoro in gioco, ma non si concretizzerà per diversi anni.

Con questa chiusura si compie una profonda trasformazione e inizia una rivoluzione nel modo in cui si produce elettricità in Francia. Si vuole ridurre la quota dell’energia nucleare al 50% della produzione totale nel 2035 – rispetto al 71% di oggie si sviluppano massicciamente le energie rinnovabili con l’obiettivo di raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050 affidandosi a un mix energetico equilibrato.

 

Rossella Vezzosi

Foto © Teller Report, Wikipedia, RSI

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