Accordo al Consiglio europeo, confermati i 750 miliardi di euro tra sussidi e prestiti

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All’Italia il 28% del totale, il premier Conte in conferenza stampa alle sei di mattina, dopo 92 ore di negoziato, particolarmente soddisfatto

Dopo cinque giorni di trattativa, in alcuni momenti anche molto aspra, i leader dei Ventisette hanno approvato il Next generation Ue, il “consistente” piano di aiuti destinato alle economie dei Paesi colpiti dal Covid19. L’ammontare del pacchetto, tra sussidi e prestiti, è pari a 750 miliardi di euro, di cui il 28% circa all’Italia. Come rivendica il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alle sei del mattino, dopo 92 ore di negoziato: «Siamo soddisfatti, abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo», festeggia il capo del governo italiano.

All’Italia 209 miliardi

«La nostra richiesta, la convinzione che abbiamo nutrito in questi mesi, la visione, la determinazione con cui abbiamo perseguito questo obiettivo sono state premiate (…) Avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre, usare i soldi per investimenti, per riforme strutturali. Dobbiamo intraprendere il percorso di crescita economica e sviluppo sostenibile che stiamo perseguendo da anni senza raggiungerlo con efficacia. Abbiamo la concreta possibilità di raggiungere un’Italia più verde, più digitale, più innovativa, più sostenibile, più inclusiva. Di investire nella scuola, nell’università, nella ricerca, nelle infrastrutture».

81,4 in sussidi e 127,4 in prestiti

Conte conferma che, nella ripartizione dei fondi, all’Italia saranno destinati 81,4 miliardi in sussidi e 127,4 in prestiti. «Abbiamo anche migliorato l’intervento a nostro favore, se consideriamo la proposta originaria della Commissione Ue e della presidente Von der Leyen», tiene a sottolineare, «abbiamo conservato 81 miliardi a titolo di sussidi e abbiamo incrementato notevolmente l’importo dei miliardi concessi in prestito, passati da 91 a 127, con un aumento di 36 miliardi». Il presidente del Consiglio poi vuole ringraziare il governo e la maggioranza che, a suo giudizio “unita e compatta”, lo ha sostenuto in questa battaglia contro i blocchi dei Paesi cosiddetti “frugali”, Olanda, Danimarca, Svezia, Austria e Finlandia.

Accordo dopo 4 giorni di trattative

Dunque poco prima dell’alba, dopo ben quattro giorni di trattative, i capi di Stato e di governo dell’Unione europea hanno raggiunto finalmente un accordo sul fondo per la ripresa e sul quadro finanzario pluriennale (Qfp). Il primo a dare l’annuncio via Twitter è stato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. «Ce l’abbiamo fatta. Abbiamo raggiunto un accordo sul pacchetto di risanamento e sul bilancio europeo per il 2021-2027. Questo è un accordo forte. E, soprattutto, l’accordo giusto per l’Europa in questo momento», scandisce dopo che ieri sera aveva proposto una nuova bozza di accordo che, alla fine, ha messo d’accordo tutti.

La maggior parte dello stanziamento a fondo perduto

La proposta conferma i 750 miliardi del Recovery Fund, ma dei 500 miliardi a fondo perduto, 110 si trasformano in prestiti, dietro espressa richiesta dei Paesi cosiddetti “frugali“, che ottengono anche un aumento degli sconti ai versamenti al bilancio comune 2021-2027. Quindi la consistenza del Recovery Fund è di 390 miliardi di sovvenzioni da non rimborsare e 360 miliardi di prestiti. All’Italia andranno alla fine 209 miliardi: 82 miliardi di aiuti diretti e 127 di prestiti.

Per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – riguardo alle conclusioni del Consiglio europeo su Qfp e Recovery Fund – «vogliamo rimarcare come, a differenza delle crisi precedenti, questa volta gli Stati membri non hanno optato per una soluzione intergovernativa, ma hanno affidato alla Commissione europea la ripresa dell’Europa. Insieme gestiremo un totale di 1,8 trilioni di euro. La maggior parte del denaro sarà convogliato attraverso i programmi in cui è coinvolto il Parlamento europeo».

La conferenza congiunta Michel – von der Leyen

Nel corso della conferenza stampa congiunta con Charles Michel al termine del Consiglio europeo la presidente dell’esecutivo comunitario ha aggiunto: «Next Generation Eu – il Recovery Fund – ha una grande responsabilità. Siamo determinati a realizzare riforme e investimenti in Europa. Tuttavia, devo anche menzionare un punto difficile: nella loro ricerca di un compromesso, i leader hanno fatto aggiustamenti di vasta portata nel nuovo Qfp e a Next Generation Eu, per esempio nella sanità, nella migrazione, nell’azione esterna e in InvestEu. Non hanno adottato lo strumento di solvibilità. Questo è deplorevole. Diminuisce la parte innovativa del bilancio, anche se più del 50% del bilancio complessivo – Qfp e Next Generation Eu – sosterrà le politiche moderne».

E poi la chiusura “ecologista”: «Le nuove risorse proprie rafforzeranno l’Unione europea anche a lungo termine. Sono lieta che siamo riusciti a salvaguardare questo risultato durante l’intero negoziato. E la ripresa dell’Europa sarà verde. Il nuovo bilancio alimenterà il Green Deal europeo e accelererà la digitalizzazione. Grazie a Next Generation Eu le riforme nazionali saranno potenziate. Investiamo nel futuro dell’Europa».

Un rapido programma di interventi

Un Consiglio europeo estenuante, ma che alla fine è arrivato a risultati che rafforzano l’Europa e che ora impongono all’Italia di predisporre rapidamente un concreto ed efficace programma di interventi per garantire il superamento dell’emergenza economica legata al coronavirus. È la posizione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, emersa nel corso dell’incontro al Quirinale con il presidente del Consiglio di ritorno da Bruxelles questa mattina.

Al premier il capo dello Stato ha espresso apprezzamento e soddisfazione per l’esito importante del summit europeo, che, secondo il presidente della Repubblica, rafforza il ruolo dell’Unione e contribuisce alla creazione di condizioni proficue perchè l’Italia possa predisporre rapidamente un concreto ed efficace programma di interventi. Un’esigenza che Mattarella aveva già espresso a giugno prima del Consiglio informale dei capi di Stato e di governo dell’Ue, quando, incontrando alla vigilia il premier e alcuni ministri, aveva sottolineato la necessità di risposte concrete e in tempi rapidi per l’utilizzo dei fondi che arriveranno dall’Europa.

I Paesi del Sud Europa principali beneficiari

Sì perché con le decisione prese stanotte, tra i Paesi più colpiti in Europa dalla pandemia, l’Italia sarà uno dei maggiori beneficiari del Recovery Fund, concordato nella lunga maratona negoziale al Consiglio europeo. Come suddetto, secondo quanto dichiarato dal presidente del Consiglio, riceverà il 28% dei 750 miliardi di euro del pacchetto di aiuti. Vale a dire 209 miliardi di euro, di cui 81 miliardi a fondo perduto e 127 in prestiti. La Spagna, altra nazione duramente colpita dalla crisi del Covid-19, riceverà 140 miliardi di euro. Di cui 72,7 miliardi a fondo perduto e il rimanente in prestiti da ripagare. Per la Grecia sono previsti 72 miliardi di euro, ma non ci sono ancora dettagli sulla proporzione prestiti/sovvenzioni. La Francia ha detto che riceverà 40 miliardi di euro a fondo perduto. Col governo che ha annunciato per il 24 agosto ulteriori dettagli del suo piano di recupero.

 

Giovanni De Negri

Foto © Consiglio europeo, Eurocomunicazione

Video © Eurocomunicazione

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Giovanni De Negri
Giornalista professionista ed esperto di comunicazione ha iniziato come conduttore in alcune emittenti televisive locali per poi passare a ogni altro genere di media: quotidiani, periodici, radio, web. Ha alternato l’intensa attività giornalistica con quella di amministratore di società e di docente, a contratto titolare di insegnamento o come cultore della materia, presso Università pubbliche e private, italiane e straniere, per l’Esercito e per la Scuola superiore dell’economia e delle finanze. Ha inoltre lavorato presso Uffici stampa della P.A. (Palazzo Chigi, Regione Lazio e Comune di Roma) e realizzato eventi/convegni presso la Camera dei Deputati, il Senato della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL)

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