Federterziario: i timori per il nuovo Regolamento europeo

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Federterziario

La pandemia e l’effetto domino che l’economia di molti settori si ritroveranno a dover fronteggiare

I rischi per le piccole e medie imprese

La nostra salute mai come ora sta simboleggiando un bene primario, cui le nuove regole stabilite, a causa della pandemia da Covid-19, ci inducono a dover accettare stili di vita carichi di sacrifici, mettendo a dura prova il nostro futuro. Il rischio di insolvenza, a breve e lungo termine, si presenta infatti molto alto, con il pericolo già ipotizzato da molti esponenti della politica, dell’approfittarsi di questa situazione da parte della criminalità organizzata. Un rischio che può aumentare grazie all’entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo, relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento (articolo 178 del Reg. UE n. 575/2013).

Un’altra conseguenza riguarda il settore dei professionisti e le piccole e medie imprese italiane, a seguito della contrazione del mercato data dalla pandemia da Covid-19. Ma le imprese si sono ritrovate già gravate da un regime fiscale tra i più alti d’Europa. Con accesso al credito da parte delle banche non certo semplice, nonostante quest’ultime abbiano ricevuto dall’Ue miliardi di euro, a cifre irrisorie. Il nuovo Regolamento europeo prevede l’entrata in vigore della nuova definizione del termine “default”, con comprensibile corollario di nuova complessità. Ciò che la nostra lingua traduce come “insolvenza”. In Finanza la situazione di “default” sta per: incapacità tecnica di un emittente di rispettare le clausole contrattuali previste dal regolamento del finanziamento. In parole povere l’impossibilità di far fronte a un debito

Probabili regolamenti

pandemia  e crisi

Secondo le condizioni riportate da Banca d’Italia, il nuovo Regolamento europeo prevederebbe requisiti più rigidi da parte del soggetto insolvente:

  1. a) ritardo di oltre 90 giorni nel pagamento di un’obbligazione rilevante;
  2. b) fattispecie per cui la banca giudica improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente alla sua obbligazione.

Importante aggiungere che la condizione b) è già in vigore e non ha subito modifiche con la nuova definizione di default introdotta quest’anno. Per la condizione a) un debito scaduto va considerato rilevante quando l’ammontare dell’arretrato supera entrambe le seguenti soglie:

– 100 euro per le esposizioni al dettaglio (persone fisiche e piccole e medie aziende) e 500 euro per le esposizioni diverse da quelle al dettaglio (soglia assoluta);

– l’1% dell’esposizione complessiva verso una controparte (soglia relativa). Superate entrambe le predette soglie, prende avvio il conteggio dei 9° giorni (o 180) consecutivi di scaduto, oltre i quali il debitore è classificato in stato di default.

Difficoltà aggiuntiva

Un ulteriore problema che grava sulle migliaia di aziende, data la situazione di grave precarietà e gli interventi pubblici non in grado di supportare come sperato, in primis la lentezza burocratica, cui si aggiunge quella bancaria europea con le restrizioni che non giovano di certo alla possibilità di rilancio, relativa all’Italia, nonché l’entrata in vigore di questo nuovo Regolamento europeo, cui si sarebbe potuto attendere la fine della pandemia prima della sua applicazione.

FederterziarioMa facciamo un passo indietro. Un settore come quello del turismo, di cui ci siamo già occupati, ha rappresentato per un Paese come l’Italia, prima della pandemia, il 13,2% del Prodotto Interno Lordo, cui si aggiunge un valore di 232,3 miliardi di euro, secondo i dati forniti dal World Travel and Tourism Council. Fin dalle sue origini, il compartoviaggi e turismo” si è rivelato una “fettaimportante della nostra economia, per un Paese in testa per il numero dei siti Patrimonio dell’Unesco e l’indotto di imprese ad esso collegate, in grado di soddisfare tutte le esigenze, che dopo il triste exploit delle delocalizzazioni nel settore industriale, ha permesso di comprendere la ricchezza di un valore impossibile da trasferire.

Le possibili prospettive 

Un dato che evidenzia in maniera ancora maggiore, la necessità di sostenere e rilanciare concretamente un comparto come questo, atto a superare il difficile periodo pandemico, rendendo incomprensibili le restrizioni applicate, rischiando di compromettere una ripartenza, tra un tessuto economico che si prospetta difficile da gestire.

A tal proposito Alessandro Franco, segretario nazionale di Federterziario, evidenziando il livello di indebitamento e le prospettive che si presenteranno in futuro, vuole avvertire in qualità di portavoce, sul rischio per tante piccole e medie imprese sulle prospettive che si presenteranno in futuro. «Come Federterziario temiamo che l’entrata in vigore di questo Regolamento, in un periodo in cui servirebbero per contro manovre straordinarie di accesso al credito, possa compromettere la ripresa del Sistema Paese. A nostro avviso sono eccessivamente rigidi i criteri richiesti per la definizione di default: considerato il periodo storico critico e visti i livelli di indebitamento delle piccole medie imprese e le non rosee prospettive di ripresa del mercato (soprattutto per quei settori come Turismo e Ristorazione che costituiscono, specie nel Mezzogiorno, una fetta importante della nostra capacità di generare reddito)».

«Le piccole e medie imprese, in primis quelle la cui attività è stata bloccata dalle misure contenute nei vari Dpcm (fra cui appunto Turismo e Ristorazione), necessitano di interventi che non gravino ulteriormente sulla loro capacità futura di accesso al credito. Chiediamo alla Politica di apportare urgentemente i dovuti correttivi, per evitare che le nostre imprese (già gravate dai mancati introiti e da aliquote fiscali tra le più alte d’Europa) possano diventare facile preda della speculazione finanziaria straniera, o cadere nelle mani della criminalità organizzata, distruggendo in ambedue i casi il valore del tessuto produttivo nazionale». 

 

 

Alessandra Broglia

Foto: © NordEst Quotidiano, Money.it, Wikipedia, Eurocomunicazione

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