Mercatello sul Metauro, le Marche, il Mondo

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Marche

Un inno alla gioia di vivere una terra dalla grande bellezza naturale e artistica. Nel libro “Uno su mille….come farcela da soli” Giuseppe Cristini auspica un nuovo laboratorio di idee, un pensatoio virale, serve un nuovo Rinascimento culturale

Non è un caso che tre città capoluogo di provincia delle Marche siano inserite nella Top 20 dell’indagine annuale de Il Sole 24 Ore sulla “Qualità della vita”. Ascoli Piceno (13° posizione), Ancona (16°), Pesaro e Urbino (18°).

Questo per dire come nella regione marchigiana ci sia un’aspirazione alta della qualità della vita, del vivere bene. Una Regione al plurale dove fabbrica e territorio si sviluppano e vivono in simbiosi.

Senza far ricorso alle numerose e importanti aziende che in questi due decenni del Terzo Millennio (che si sono aggiunte a quelle che hanno fatto da apripista nella seconda del Novecento) si sono sviluppate esportando i prodotti anche all’estero (Vittorio Merloni le definì “multinazionali tascabili”), c’è da sottolineare come anche il comparto agroalimentare sia di alta qualità.

Sapori e luoghi

Vino e cibo viaggiano non su strade parallele ma si integrano mirabilmente con il territorio. Rosso Conero e Rosso Piceno, Verdicchio dei Castelli di Jesi e di Matelica, Offida, e la crescita costante sul mercato di Lacrima di Morro d’Alba. Ma anche la buona cucina di chef stellati come Moreno Cedroni nella sua “Madonnina del Pescatore” a Senigallia. E Mauro Uliassi con “Uliassi”, sempre a Senigallia. Oltre ad altri affermati chef. Uno stuolo di enonauti che si aggirano per conoscere, per integrare esperienze, per raccontare le Marche.

Giuseppe Cristini

Tra questi Giuseppe Cristini che da Mercatello sul Metauro, piccolo comune di poco più di 1.300 abitanti in provincia di Pesaro e Urbino, va alla ricerca delle Marche più vere nel libroUno su mille…..come farcela da soli. Le 100 regole per arrivare al successo” con l’identità più pura, il cibo, i vini, le bellezze e i profumi dei luoghi.

Cristini nasce a Borgo Pace, piccolo Comune marchigiano al confine con la Romagna, studia a Urbino, per poi passare a Fano, Pesaro, e Ancona per approdare infine a Mercatello sul Metauro, l’Itaca desiderata.

Nel libro

Non c’è pagina che non includa il nome Marche, quasi una magnifica ossessione. «È un amore viscerale per la mia terra, per questo patrimonio che mi ha regalato, nutrimento e ispirazione», spiega Giuseppe Cristini nel corso dell’intervista. «È un amare questi 180 chilometri di coste, queste bellezze collinari ma anche montagne, questo raggiungere il mare partendo dai prati nevosi per arrivare alle spiagge assolate nel giro di 50 minuti. È un po’ l’essenza della mia vita. Un abbraccio alla mia terra che ho voluto racchiudere nel libro».

Le Marche come laboratorio di idee, un pensatoio virale, un nuovo Rinascimento culturale. Come realizzare queste proposte? «Facendo un salto di qualità. In questo momento la mia Regione sta soffrendo ancora di retaggi anche dovuti al fatto che il marchigiano non è un centometrista, ma un maratoneta, prosegue Cristini. Queste Marche hanno bisogno di un sussulto, di buttare il cuore oltre l’ostacolo, di ripartire, di non piegarsi ai tristi eventi del terremoto degli anni passati, ma di guardare avanti con molta creatività, positività, e reattività».

La proposta di un tour in 3 giorni (nord, centro e sud) sulle tracce di paesi minori ma pieni d’arte, di bellezze naturali, di enogastronomia, di turismo. «Tre giorni non sono sufficienti, ma sono soltanto un passaggio. Non un itinerario slow, ma un itinerario in moto per respirare tanta bellezza e fascino» spiega il marchigiano.

Alla scoperta dei luoghi più belli

L’amore viscerale per la propria terra lo porta a stilare una classifica ideale dei luoghi del cuore: Ascoli con la piazza più bella; Urbino la città che ammalia; il centro storico di Fermo; Loreto luogo della riflessione. E la città dell’anima? «Sicuramente Recanati con Giacomo Leopardi che ha iniettato una vena poetica nei marchigiani. Le Marche come terra ospitale, gentile, garbata, dove nel pianeta enogastronomico, culturale e turistico abbraccia e ammalia l’ospite» sottolinea il presidente dell’Accademia del Tartufo, nonché sommelier, consulente enogastronomico, creatore di eventi.

Il tartufo come méta agognata, quasi un traguardo della vita, patrimonio di madre Terra metafora vivente dell’intima ricerca dell’uomo verso la perfezione. «Il tartufo tra mistero e realtà, tra magia in cucina, il miraggio della grande ristorazione. Un sogno sulle pietanze, sulle preparazioni gastronomiche perché è l’elemento più aromatico che esiste in natura» conclude estasiato Giuseppe Cristini.

Cristini in uno slancio di ottimismo e fiducia nelle capacità dei marchigiani scrive: “Le mie Marche! Dobbiamo rimetterci in moto, le mie Marche si sono spente. Serve un guizzo di superbia, usciamo dal quotidiano e raccontiamoci nel mondo, non vergogniamoci di primeggiare. Che nasca un nuovo laboratorio di idee, un pensatoio virale, serve un nuovo Rinascimento culturale”.

Un inno alla gioia di vivere una terra dalla grande bellezza naturale e artistica.

L’Italia, con i suoi paesaggi, è un distillato del mondo; le Marche dell’Italiaha scritto nel suo inarrivabile “Viaggio in Italia” lo scrittore e giornalista Guido Piovene.

 

Enzo Di Giacomo

Foto © Enzo Di Giacomo, Quattrocalici, Facebook

 

 

 

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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