Ema autorizza il vaccino della casa farmaceutica AstraZeneca

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Ema

La statunitense Moderna consegnerà all’Italia, a partire dal 7 febbraio, il 20% di vaccini in meno rispetto a quanto promesso

L’Ema ha autorizzato l’uso del vaccino Oxford/AstraZeneca per tutta la popolazione adulta, senza distinzioni, nonostante i dubbi tedeschi.

Vantaggi e perplessità

Il vaccino Oxford, più facile da conservare e distribuire rispetto a quello Pfizer-BioNTech, che deve essere mantenuto a -70 ° C, nei giorni scorsi sembrava non avere tutte le carte in regola. È quanto sosteneva la Commissione permanente sui vaccini presso il Robert Koch Institute (RKI). La quale è la principale agenzia di sanità pubblica tedesca, e in una bozza di raccomandazione ha affermato: “i dati attualmente disponibili non sono sufficienti per accertare l’efficacia della vaccinazione oltre i 65 anni”. Dubbio dissolto dall’autorizzazione pervenuta dall’Ema riguardante i cittadini con età superiore ai 18 anni.

AstraZeneca

L’amministratore delegato della multinazionale farmaceutica, Pascal Soriot, ha accolto la decisione dell’Ema affermando: «La raccomandazione di oggi sottolinea il valore del vaccino Covid-19 di AstraZeneca. Non è solo efficace e ben tollerato, ma anche facile da somministrare e, cosa importante, protegge completamente da malattie gravi e ricoveri». La notizia, attesa da tutta la comunità internazionale, rappresenta un importante traguardo della scienza.

Altamente infiammabile

Continua intanto il braccio di ferro tra Unione europea e Regno Unito sulla suddivisione delle dosi di vaccino prenotate. Mentre rimangono invariati i numeri che verranno consegnati in Uk, il resto d’Europa dovrà, per il momento, accontentarsi del 60% in meno delle dosi previste.
Il commissario dell’Ue per la salute e la politica dei consumatori, Stella Kyriakides, ha affermato ieri in un intervento appassionante sull’affaire con AstraZeneca: «L’investimento è di 336 milioni di euro per 400 milioni di vaccini. Non esiste alcunaclausola di priorità” che giustifichi una distribuzione sbilanciata del vaccino a favore dei cittadini del Regno Unito. Questo sulla base della data di firma del contratto e della localizzazione degli stabilimenti.

«Respingiamo la logica del first come, first served», ha aggiunto affermando anche che «le aziende farmaceutiche e i produttori di vaccini hanno responsabilità morali, sociali e contrattuali che devono sostenere. L’opinione che una azienda non sia obbligata a consegnare i vaccini non è corretta, né accettabile», chiosa la commissaria. E conclude: «Siamo in una pandemia. Perdiamo persone ogni giorno. Questi non sono numeri, non sono statistiche».

2,3 bilioni di dosi

Secondo i dati raccolti da Unicef e Airfinity – società di analisi scientifica – la Commissione europea, che lavora come braccio esecutivo nella negoziazione per i suoi Stati membri, ha stipulato contratti per circa 2,3 bilioni di dosi e sta negoziando per ulteriori 300 milioni dosi di vaccino in più.

Monito dell’Efpia

EmaLa Federazione europea delle industrie e associazioni farmaceutiche (Efpia) ha ammonito che il piano della Commissione europea potrebbe portare a una rottura dell’offerta globale di vaccini. “Le catene di approvvigionamento globali sono fondamentali per fornire vaccini per proteggere i cittadini”.
Il blocco di parte dei vaccini prodotti nello Staffordshire e nell’Oxfordshire verso l’Ue, ad esempio, potrebbe determinare un conseguente divieto alle esportazioni del vaccino Pfizer dal Belgio. Suggerendo che 3,5 milioni di dosi potrebbero così essere a rischio.

Rischiare misure di ritorsione da altre Regioni in questo momento cruciale nella lotta contro il Covid-19 non è nell’interesse di nessuno”, continua la nota dell’Efpia.

Controlli sulle esportazioni

L’Europa valuta infatti, come azione robusta di contromossa a tutela dei 27 Stati membri, di imporre controlli. E, se necessario, blocchi all’esportazione di vaccini anti Covid-19 sviluppati all’interno dei propri confini. Riflette anche su una concessione da offrire alle autorità nazionali: la possibilità di regolamentare il respingimento delle richieste di esportazione.

Sotto la lente di ingrandimento il flusso del vaccino Pfizer/BioNTech prodotto nello stabilimento belga, di cui il Regno Unito ha ordinato 40 milioni di dosi. Il compromesso potrebbe essere rappresentato dalla consegna da parte dell’Uk di un più alto numero di vaccini all’Ue per compensare, almeno in parte, la carenza di 75 milioni di dosi nel continente.

Intanto, secondo alcune indiscrezioni, funzionari dell’Ema sono stati inviati allo stabilimento di AstraZeneca in Belgio per verificare se vi siano effettivamente problemi nella catena di produzione.

Una sponda oltre la Manica

Mentre lo scontro politico continua, dividendo Europa e Regno Unito in schieramenti opposti, Nicola Sturgeon, primo ministro della Scozia e leader del Partito nazionale scozzese, ha messo in predicato la posizione della Gran Bretagna. Con una mossa che i suoi definiscono straordinaria, ha minacciato di rilasciare informazioni riservate al di là dei contenuti e delle pressioni fattele dai conservatori.
I campi di battaglia per Boris Johnson diventano così due, di cui uno interno.

In Italia

La società farmaceutica statunitense Moderna consegnerà all’Italia, a partire dal 7 febbraio, il 20% di vaccini in meno rispetto a quanto promesso. Il commissario per la gestione del Covid-19, Domenico Arcuri, ha affermato: «Moderna ci ha parlato del taglio nella distribuzione dei suoi vaccini. Nella settimana che inizia il 7 febbraio arriveranno solo 132.000 dosi, il 20% in meno di quanto concordato».

Anche l’Italia, il Paese con il secondo più alto numero di morti per Covid-19 nel continente europeo dopo la Gran Bretagna, è alle prese con ritardi nelle consegne di vaccini da parte dell’azienda statunitense Pfizer. Alla quale Roma ha già inviato una lettera di avvertimento formale. «Ad oggi mancano 300.000 dosi di vaccino. Ogni giorno ci sono notizie peggiori del giorno prima. I vaccini non sono bibite o snack, sono l’unico antidoto alla notte oscura che dura da un anno», ha affermato il commissario Arcuri in conferenza stampa. Aggiungendo che le decisioni sulle consegne sono state prese unilateralmente, e senza preavviso.

Il taglio delle forniture di Moderna si aggiunge ai ritardi annunciati da Pfizer, mettendo fortemente in predicato la capacità italiana di arrestare la pandemia.

 

Chiara Francesca Carafffa

Foto © Entrepreneur, Fedaiisf, Pharmaceutical Technology, Invitalia

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Chiara Francesca Caraffa
Impegnata da sempre nel sociale, è Manager del Terzo Settore in Italia, ove ricopre ruoli istituzionali in differenti Organizzazioni Non Profit. Collabora con ETS in Europa e negli Stati Uniti, dove promuove iniziative per la diffusione della consapevolezza dei diritti della persona, con particolare attenzione all'ambito socio-sanitario. Insegna all'International School of Europe (Milan), dove cura il modulo di Educazione alla salute. Cultrice di Storia della Medicina e della Croce Rossa Internazionale ed esperta di antiquariato, ha pubblicato diversi volumi per Silvana Editoriale e per FrancoAngeli.

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