Problemi Brexit, la macchina burocratica non risparmia le donazioni per il mercato dell’usato

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Problemi Brexit

Molti di questi beni, pur raccolti nel Regno Unito, hanno provenienza originaria dalla Cina e come tali non rientrano nei nuovi accordi con l’Ue. Subiscono così un’alta tassazione

In attesa di capire la reale portata della Brexit sul lungo periodo, stanno emergendo vari problemi di diversa natura.

Abbiamo già parlato dei costi gonfiati sulle consegne degli acquisti online tra Regno Unito e Unione europea. Un altro argomento venuto alla luce di recente riguarda le donazioni solidali dell’usato.

Le complicazioni per gli enti di beneficenza

Da gennaio la maggiore burocratizzazione ha causato ritardi alle frontiere, mettendo in difficoltà anche gli enti caritatevoli, che hanno perso elargizioni per migliaia di sterline. Ma oltre al danno economico ci sono altri disagi: i magazzini sono riempiti da beni di seconda mano che non possono essere spediti. Succede ad esempio alla ECS Textiles di North Shield, nord-est dell’Inghilterra, uno dei più importanti centri smistamento dell’usato con un fatturato da 2 milioni annui.

Tariffe cinesi

Brexit, la macchina burocratica non risparmia le donazioni per il mercato dell'usatoLa ECS, grazie a una rete con altre associazioni consolidata dal 2004, riesce a recuperare un quarto dei tessuti che sarebbero altrimenti buttati. Poi, fino a poco tempo fa, spediva in Lettonia settimanalmente cinque container da 20 tonnellate, con abiti, giocattoli, mobili usati, rivenduti nei mercati dell’est Europa. Ma i problemi iniziano dal 2021, quando la Brexit è divenuta effettiva, le consegne non stanno più andando a buon fine. Uno dei container è rimasto bloccato al porto di Riga, sottoposto a tariffe applicate alle merci provenienti dalla Cina, anche se la spedizione è britannica. A quel punto scatta automaticamente un rincaro del 5,3%, che annulla il margine di profitto necessario a organizzare successive raccolte fondi.

Il rischio chiusura

Questi intoppi possono costare molto caro alla ECS, i cui magazzini hanno ormai «raggiunto la massima capienza», racconta James Officer, responsabile vendite. «Potremmo terminare le attività perché non abbiamo più spazio fisico, è una grande preoccupazione. Abbiamo container fermi al porto, paghiamo oneri fissi, i clienti non ricevono i loro beni e noi non veniamo pagati. Gli affari si sono arenati».

Problemi di assestamento

Brexit, la macchina burocratica non risparmia le donazioni per il mercato dell'usatoRincari e burocratizzazione possono essere molto dannosi per l’economia britannica. Ma dal canto suo il Governo di Boris Johnson difende il proprio operato nelle negoziazioni sulla Brexit: «Sono solo problemi iniziali», rassicura il premier. Per la ECS però l’esecutivo non sta certo facilitando il processo di transizione. La compagnia ritiene che la sua merce debba essere classificata come britannica, il che eviterebbe la pesante tassazione. Ma, se pure la Camera di Commercio locale ha attribuito questo riconoscimento, il Governo non ha rilasciato la certificazione per commerciare con l’Ue.

La Camera di Commercio del nord-est riporta che la Brexit ha condizionato circa la metà dei suoi 2.500 membri. Le aziende stanno faticando a tenere il passo con le nuove regole e le dichiarazioni alla dogana. «Questo porta via molto tempo al nostro personale», commenta il direttore esecutivo James Ramsbotham. «Stiamo lavorando davvero duramente per aiutare le aziende che hanno a che fare con queste situazioni per la prima volta. Le aiutiamo per ogni tipo di problema, compilare i documenti, capire i requisiti, trovare agenti nei Paesi di destinazione delle merci».

Le risposte della politica

Brexit, la macchina burocratica non risparmia le donazioni per il mercato dell'usatoIl parlamentare conservatore Simon Clarke, rappresentante del nord-est, è fiducioso sul fatto che ci saranno miglioramenti e invita chi è in difficoltà a cercare sostegno. «Penso che arriveranno soluzioni per le aziende del nord-est che vogliono aprire rami operativi nel continente. È una grande sfida, ma ci sono anche grandi opportunità per nuovi rapporti commerciali con l’Europa».

Le imprese dovranno seguire nuove regole e processi e il Governo le incoraggia a rivolgersi a mediatori specialisti di import-export. Per questo ha stanziato 80 milioni di sterline al fine di espandere la capacità di ingaggio di agenti doganali. «Siamo pronti ad aiutare le aziende in questo adattamento dei rapporti con l’Europa affinché la circolazione dei beni scorra fluida».

 

Raisa Ambros

Foto © Theindustry.fashion; secondhandclothesuae; businessday.ng;

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Raisa Ambros
Giornalista pubblicista specializzata in geopolitica, migrazioni, intercultura e politiche sociali. Vive tra l’Italia e l’Inghilterra. Sceneggiatrice, autrice televisiva e conduttrice di programmi TV con un’esperienza decennale in televisione, Raisa è stata parte del team di docenti nel corso di giornalismo “Infomigranti” a Piuculture, il settimanale dove ha pubblicato e svolto volontariato di traduzione. Parla cinque lingue e viene spesso invitata nelle conferenze come relatrice sulle politiche di integrazione.

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