Sara Lilli, le difficoltà del centro di Roma durante la pandemia

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Sara Lilli

La rappresentante istituzionale del I Municipio ospite di Mario Gallo a Il Salotto

Sara Lilli, consigliere del I Municipio Roma Centro, da quattro anni capogruppo del Partito Democratico, si occupa di cultura, politiche sociali e pari opportunità ed è consigliere già da due mandati, cioè dal 2013. Lei è qui come rappresentante delle Istituzioni. Nel caso specifico per il I Municipio, che individua il Centro storico di Roma. Non è qui per una parte politica ma come istituzione.

  • Quando, come e dove è nata la scintilla della politica in lei?

«Ho iniziato a fare politica dagli anni del liceo, si manifestava per alcune battaglie e vertenze da studenti. Sono diventata rappresentante d’istituto e da lì non mi sono più fermata. Ho continuato entrando nei partiti politici e poi nelle istituzioni».

  • Rispetto agli altri, più popolati e periferici, il I Municipio forse ha avvertito di più la crisi economica e sociale dovuta al Covid-19. Comparando i numeri, cosa può dirci a riguardo?

«Abbiamo sentito la crisi in maniera più forte per una questione numerica e di caratteristiche. Pensiamo che il 90% delle attività commerciali e turistiche ricettive della città sono nel I Municipio. Un turismo che ormai è quasi fermo. Le attività commerciali chiudono e aprono per i decreti e per motivazioni, appunto, di sicurezza. Quindi da questo punto di vista proprio numericamente il nostro Municipio ha avuto delle forti ricadute rispetto a questa crisi».

  • Il I Municipio sembra appunto quello più colpito dagli effetti della pandemia. Il 90% delle attività alberghiere sono nel Centro storico e hanno accusato la mancanza di turisti. Alcune hanno definitivamente chiuso, altre sono dormienti. Cosa può dirci al riguardo?

«Noi lo abbiamo visto soprattutto nel primo lockdown. Tante finestre dei nostri palazzi sono rimaste chiuse e ci siamo resi conto, quindi, di quante abitazioni e di quante strutture sono destinate al turismo. È chiaro che tutto abbia risentito dell’assenza del turismo. Io vivo vicino al Colosseo, il mio rione è completamente cambiato. Via del Corso è completamente chiusa. La pandemia ha colpito in modo tragico la nostra società e speriamo che adesso con i vaccini ci sia una fase di ripresa».

  • Come I Municipio avete portato avanti dei progetti già avviati prima del Covid-19. Ad esempio il rilancio del Parco Carlo Felice a San Giovanni. Quali altri progetti siete riusciti a gestire durante la pandemia?

«Abbiamo costituito una serie di progetti di solidarietà di comunità, per essere vicino ai cittadini anche durante la pandemia. Per esempio sono stati fatti dei pacchi alimentari per le famiglie in maggiore difficoltà. I negozi, i bar che non lavoravano hanno messo a disposizione la loro merce per queste famiglie. Abbiamo fatto da tramite anche tra i mercati e le persone per far arrivare a domicilio le cose a chi non poteva uscire. Tutta questa rete di comunità tra le associazioni territoriali e le attività commerciali crea servizi».

  • Quindi siete stati costretti a cancellare molti progetti. Quale tra questi la rattrista di più?

«Sicuramente i progetti culturali per Natale. Abbiamo l’abitudine di fare degli eventi culturali diffusi su tutto il territorio che illuminano le strade, le piazze, i centri anziani, le parrocchie e le scuole, quindi è molto diffusa. Purtroppo quest’anno ci è stato impedito di fare qualsiasi attività quindi non si è svolto».

  • Oltre alla mancanza di turisti qualcuno nota anche lo spopolamento, le tante finestre chiuse, ed è visto come qualcosa di negativo per la città. A questo proposito, avete pensato a un rilancio? Qualcosa di nuovo per far sì che queste finestre si riaprano?

Sara Lilli«Alcuni proprietari, che utilizzavano le proprie abitazioni come come bed and breakfast o come case vacanze, stanno decidendo di tornare a viverci. Questo è un meccanismo che deve essere incentivato, favorito e sponsorizzato. Altra possibilità sarebbero gli affitti lunghi, medianti i quali si potrebbe incentivare le giovani coppie, ma anche i romani stessi a vivere nel Centro storico».

  • Quali sono le vostre idee per rilanciare la città? Avete aperto uno sportello, un contatto speciale per far sì che qualcuno possa proporre delle idee o magari gestirlo insieme a voi?

«C’è questa call che abbiamo fatto, si chiama “patto di comunità“, è sempre aperta. Tutti, le associazioni, le realtà culturali, gli enti di vario genere, i cittadini, possono sottoscriverla. Possono inserirsi in questo patto di comunità mettendo al servizio quello fanno. Praticamente, uno scambio, un’interazione. Questo è il nostro modo di rispondere alla pandemia. Ma anche alla ripresa perché si stanno generando veramente dei sistemi virtuosi.

Penso, ad esempio al Colle Oppio, dove il gruppo dei retakers, cioè persone che pulivano il parco in questione, oggi lavorano in sinergia anche con la Caritas. Quindi per i senza fissa dimora e per chi è in difficoltà. Poi ci sono i centri anziani, quello dell’Esquilino, quello di Testaccio che in questo momento sono chiusi e sono diventati dei centri per il piano freddo ospitando chi non ha una casa».

 

 

Mario Gallo – Il Salotto

Foto © Mario Gallo, Wikipedia, Sara Lilli

Video © Eurocomunicazione

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Mario Gallo
Viaggiatore, interessato al Giappone e alle culture Orientali.

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