“Ars Botanica”, storia di una passione

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A Trieste il Castello di Miramare ospita una mostra sui volumi di botanica di Massimiliano e Carlotta d’Asburgo: bibliofili, amanti delle di piante e artefici del magnifico parco affacciato sull’Adriatico

Ars BotanicaGiardini di carta” è la mostra che il Castello di Miramare a Trieste ospita fino al 11 giugno prossimo. L’iniziativa è un’occasione unica per scoprire uno dei luoghi più amati dai triestini, con il suo scenografico parco affacciato sul mare, e vedere alcuni preziosi volumi di illustrazione botanica. La mostra è stata curata dal direttore del Castello e del Parco di Miramare, Andreina Contessa. A lei si deve anche l’attento restauro del parco, creato nella seconda metà dell’Ottocento dall’arciduca Massimiliano d’Asburgo con l’architetto Carl Junker e il giardiniere Anton Jelinek.

Camelia_Palmers_ Cavandesii_fontaine“Ars Botanica” è strettamente legata al Castello di Miramare. I libri selezionati ed esposti provengono infatti dalla collezione botanica della biblioteca di Massimiliano e di sua moglie Carlotta del Belgio conservata nella magione. La passione condivisa per le piante potrebbe essere stata uno degli ingredienti della loro storia d’amore.  Trattandosi di rampolli del Gotha europeo, non mancavano certo di denaro anche per acquistare libri. Disponevano di oltre settemila volumi, che oggi ci parlano di loro. Per esempio, Massimiliano a 12 anni leggeva un trattato sulla vegetazione selvatica della Germania. Lo sappiamo perché vi aveva scritto l’anno, 1844, e apposto la sua firma.

Un hobby per signore

rosa_gallica_redouteAnche Carlotta si era portata a Trieste da Bruxelles una serie di libri e pubblicazioni in francese che non sono da dilettanti, bensì da studiosi di botanica. In questo caso, il monogramma di Carlotta sulla rilegatura in pelle ci dice chiaramente che erano suoi. A fianco a saggi di approfondimento, c’erano anche libri illustrati meravigliosi, come l’opera dedicata alle rose di PierreJoseph Redouté (nella foto, una rosa gallica tratta dal suo libro), l’artista protetto da Joséphine de Beauharnais, prima moglie di Napoleone. Carlotta aveva anche qualche libro di botanica per signore: il giardinaggio era infatti giudicato un passatempo apprezzabile per le nobildonne.

Come “Ars Botanica” ci lascia immaginare, quando Massimiliano d’Asburgo iniziò a pensare al parco del Castello di Miramare probabilmente Carlotta collaborò con lui al progetto, visto che la botanica era una passione di entrambi. Massimiliano era anche un navigatore e un esploratore: celebre è la sua spedizione in Brasile (1859-1860) che lo avvicinò una sottofamiglia delle Araceae, le Aroideae. A questa tipologia appartiene, per esempio, la calla, diffusissima pianta da interno. Alcuni vegetali scoperti da Massimiliano furono denominati includendo il suo nome (per esempio, Bignonia Imperatoris Maximiliani).

Il progetto di Massimiliano

pino_neroNel progetto del parco del Castello di Miramare, oltre al giardino formale, Massimiliano inserì anche uno spazio per l’acclimatazione di specie botaniche provenienti da terre lontane. Vennero realizzate anche delle serre. E poi, sognando l’idea di rimboschire il Carso, usò il suo parco come stazione sperimentale. Funzionò bene il pino nero d’Austria (nella foto a sinistra, alcuni esemplari nel parco), che è una pianta pioniera. Si adattò al nuovo habitat ed è tuttora presente in un’ampia zona a Miramare. Quest’albero doveva servire anche da barriera anti vento, in particolare contro le sferzate della Bora.

La mostra “Ars Botanica” ci racconta anche come le conoscenze sulle piante e sui giardini acquisite da Massimiliano e Carlotta sui libri abbiano influito nella realizzazione concreta del loro progetto. Fra i libri di Carlotta, per esempio, c’è un volume del pittore Victor Petit sulle abitazioni campestri in Europa: all’interno, è stata trovata una carta veiina che riproduce la casa di un giardiniere contenuta nel libro, probabilmente disegnata dalla stessa Carlotta, per fare esercizio. La casa del giardiniere esiste anche nel parco di Miramare: chissà, forse la nobildonna era a caccia di idee.

Un infelice destino

 Maximilian_and_CharlotteQuesta felice parentesi a Trieste durò, però, soltanto pochi anni per la coppia (nella foto, gli arciduchi da giovani). Nel 1864, Massimiliano d’Asburgo partì per il Messico: era stato nominato imperatore. Quella che sembrava un’occasione fortunata si tramutò in una tragedia: nel 1867 fu assassinato. Carlotta, nel frattempo rientrata in Europa, iniziò a manifestare i primi sintomi di follia, nella quale sprofonderà senza mai più riprendersi. Morirà lontano da Trieste, segregata e protetta da occhi indiscreti dalla sua famiglia d’origine. A testimoniare la storia e il legame di Massimiliano e Carlotta con l’arte e con la botanica resteranno il Castello di Miramare, la ricca biblioteca e il parco da loro creato.

 

Maria Tatsos

Foto © Marco Milano, Archivio fotografico Museo storico e il Parco del Castello di Miramare, Maria Tatsos

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Maria Tatsos
Giornalista professionista, è laureata in Scienze Politiche e diplomata in Lingua e Cultura Giapponese presso l'IsiAO di Milano. Attualmente lavora come freelance per vari periodici femminili, collabora con il Museo Popoli e Culture del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) e con il Centro di Cultura Italia-Asia. Tiene corsi di scrittura autobiografica ed è autrice di alcuni libri, che spaziano dai diritti dei consumatori alle religioni asiatiche. È autrice del romanzo storico "La ragazza del Mar Nero" sulla tragedia dei greci del Ponto (2016) e di "Mai più schiavi" (2018), un saggio su Biram Dah Abeid e sulla schiavitù in Mauritania, entrambi editi da Paoline. Nel tempo libero coltiva fiori e colleziona storie di giardini, giardinieri e cacciatori di piante che racconta nel corso "Giardini e dintorni".

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