Le acque del lago di Ledro e i suoi paesaggi incontaminati

0
413
Ledro

Dichiarato patrimonio dell’Umanità Unesco nel 2011, è uno dei più importanti siti palafitticoli dell’intera Europa

Nella Valle di Ledro le alte montagne si specchiano in un lago dal blu profondo che racchiudono un cuore di verde intenso. Un angolo del Trentino dove la tradizione è di casa e dove gli amanti della vita all’aria aperta possono godere di sentieri, boschi e spiagge per rilassarsi. Senza dimenticare le curiosità che appassionano gli amanti della storia come il museo delle Palafitte.

Sito dell’Unesco

Oggi Ledro è uno dei più importanti siti palafitticoli dell’intera Europa, tanto da essere dichiarato patrimonio dell’Umanità Unesco nel 2011 insieme ad altri 110 siti delle Alpi. Altrettanto forte fu il desiderio di condividere e valorizzare quel che l’archeologia aveva rivelato. I primi segnali, infatti, furono negli anni Quaranta e poi negli anni Sessanta, le ricostruzioni di una palafitta, divenuta emblema della comunità ledrense, ai quali fece poi seguito l’idea di creare un museo nel quale raccontare la storia dell’antico abitato ed esporre una selezione dei materiali rinvenuti nel corso degli scavi.

Cinquant’anni di attività

La progettazione del museo, promossa dall’allora museo tridentino di Scienze naturali, l’odierno Muse-Museo delle Scienze, venne affidata all’architetto veneziano Marcello Piovan e i lavori ebbero inizio nel 1968, per concludersi, quattro anni più tardi, con l’inaugurazione ufficiale del museo delle Palafitte del lago di Ledro il 24 settembre 1972. Nel 2022, quindi, la struttura ha festeggiato i suoi primi cinquant’anni, scanditi da un’intensa attività di ricerca e divulgazione, che gli attuali responsabili del museo intendono continuare a promuovere e incrementare.

LedroIl museo delle Palafitte del lago di Ledro raccoglie ed espone i reperti emersi grazie a numerose campagne di scavo che dal 1929 hanno esplorato la sponda est. I resti portati alla luce appartengano a un villaggio palafitticolo dell’età del Bronzo (2200-1350 a. C.). L’esposizione è all’insegna della trasparenza e della leggerezza e immerge il visitatore in uno spazio privo di confini e percorsi obbligati. Partendo dalle palafitte come fenomeno alpino ed europeo, si passa alla dimensione del villaggio e del territorio che lo circonda per arrivare infine al singolo individuo, mostrando tratti comuni e differenze tra le persone di 4000 anni fa e quelle di oggi.

Percorsi educativi

Il percorso si conclude con QBO, un cubo vetrato che funge da nuovo spazio per attività educative, eventi, spettacoli, mostre temporanee e da speciale punto di osservazione del lago e dell’area archeologica. Le condizioni di conservazione in ambiente umido hanno permesso la sopravvivenza di materiali organici che contribuiscono in modo straordinario a comprendere il Neolitico, ovvero l’avvento delle prime società agrarie, e l’età del Bronzo, caratterizzata dalla diffusione di tecnologie complesse come la metallurgia e gli scambi su lunga distanza, e, infine, le interazioni fra gruppi umani e territorio a fronte dell’impatto dei cambiamenti climatici.

Cucina e tradizione

Anche l’aspetto culinario nella Valle di Ledro non deluderà. Dove il clima mediterraneo incontra le Alpi, dove la tradizione mitteleuropea incontra lo stile italiano, dove il vento è una presenza costante e l’acqua plasma il paesaggio, dove le palme e gli olivi lasciano il passo a poco a poco ad abeti e pascoli solo in un posto così vario possono nascere tanti prodotti diversi che si fondono in modo armonioso in una cucina capace di esaltare la tradizione di montagna.

LedroUno dei piatti tipici è, infatti, la carne salada: la regina della gastronomia del Garda Trentino. Nasce in epoca medievale dalla necessità di conservare a lungo la carne e oggi è uno dei piatti tipici più apprezzati. In origine veniva adagiata in contenitori di pietra chiamati “pile”, coperta con sali e aromi vari e lasciata riposare per 40 giorni. Oggi i tempi di lavorazione sono ridotti ma la ricetta è rimasta praticamente la stessa. Cruda come il carpaccio o cotta e accompagnata dai fagioli come vuole la tradizione, è il piatto che si deve assolutamente assaggiare durante la vacanza al lago.

La gente ama camminare lungo le sponde e nelle vicinanze del lago di Ledro. La vastità dello spazio creato dagli specchi d’acqua, lo scenario dei monti all’orizzonte creano un’atmosfera che dona distensione e ispirazione. Gli spiriti più avventurosi e romantici apprezzeranno le gite in canoa o quelle in barca a remi ma sono anche tanti gli itinerari ciclistici di facile percorrenza che consentono di unire l’attività fisica al piacere della scoperta.

 

Francesca Sirignani

Foto © Francesca Sirignani

Articolo precedenteUcraina, ricominciano i bombardamenti russi
Articolo successivoGiornata della Terra, “Investire sul Pianeta”
Francesca Sirignani
Giornalista pubblicista specializzata in tematiche turistiche ed europee. Ha conseguito una laurea in Giurisprudenza – indirizzo transnazionale e, dopo aver ottenuto la seconda laurea in Studi Europei ed Internazionali, ha approfondito la conoscenza dell’inglese e del francese viaggiando e frequentando corsi linguistici all’estero. É il Direttore Responsabile della testata giornalistica on-line Follow Me Magazine ma collabora anche per “Montecarlo In”, "Weekly Magazine", “Area Wellness”, "Leisure & News International”, “Elaborare 4x4”,“Travel Quotidiano” e “Week – end Premium”. È docente al Master “Comunicazione per il settore enologico e il territorio” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e ha anche collaborato in diversi progetti europei e di Legislazione Turistica che le hanno permesso di accompagnare gruppi in molte destinazioni del mondo. È iscritta al GIST cioè al Gruppo Italiano Stampa Turistica. Appassionata per culture, tradizioni e paesaggi di altri popoli ha fotografato molti Paesi.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui