Ha pubblicato oltre trenta libri, spesso al centro di discussione, riguardanti la società post-industriale, la sociologia urbana
Precursore di teorie innovative e difensore dei diritti sociali dei poveri si è spento a 85 anni il sociologo prof. Domenico De Masi. Aveva scoperto a metà agosto a Ravello, dove era in vacanza, di avere un male incurabile e i medici dell’Ospedale Gemelli lo avevano confermato. Professore emerito di sociologia del lavoro era considerato il più esperto ricercatore. Già preside della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma ho avuto il privilegio di seguire i suoi insegnamenti negli anni ’80. Il suo interesse di studioso era rivolto, oltre che alla sociologia del lavoro, anche allo sviluppo di sistemi di vita urbana, nel tempo libero, e alle tecniche della ricerca sociale nelle quali eccelleva, nonché alle indagini previsionali.
Autore
Ha pubblicato oltre trenta libri riguardanti la società post-industriale, la sociologia urbana. Importanti e discusse le sue pubblicazioni sul lavoro e sulla creatività. Uno degli ultimi è “Nuove Rotte per una Società smarrita” ma meritano essere citati anche “Le Parole del Tempo” e “Ozio creativo”, “Il lavoro nel XXI secolo”, quindi “Roma 2030 il necessario destino della Capitale” che ha destato molto interesse per i suoi approfondimenti sociologici.
Ricordo del Docente
Il mio ricordo del prof. Domenico De Masi risale al 1981 quando dipendente Sip-Telecom seguivo da studente-lavoratore i suoi insegnamenti alla facoltà di Scienze Sociali de La Sapienza di cui era preside, in alcuni locali in Piazza della Repubblica a Roma. Erano anni cruenti perché il 13 maggio del 1981 Giovanni Paolo II era stato ferito gravemente da Alì Agca in Piazza San Pietro e in Italia era scoppiato lo scandalo della loggia massonica P2 di Licio Gelli. Furono argomenti che noi discenti affrontammo in maniera approfondita, con il professore, riguardo la condizione sociale del Paese. A dicembre 1984 gli portai la mia tesi e, in sede di discussione, la apprezzò. Poiché avevo superato tutti gli esami con il massimo dei voti, mi aspettavo la lode ma non la volle concedere, in quanto mi disse: «Lei lavora già, la lode la diamo solo a chi è in cerca di lavoro».
I messaggi di cordoglio
Il fondatore del MoVimento 5 Stelle Beppe Grillo nel suo messaggio, ricordando il prof. De Masi, lo ha identificato come «punto di riferimento per l’intera comunità scientifica. Ha insegnato che al centro di tutto c’è l’essere umano con la sua irrinunciabile dignità».
Padre Enzo Fortunato, giornalista e scrittore, ha affermato: «Con De Masi abbiamo intrapreso discussioni sulla fede, sulle ingiustizie sociali, con una particolare attenzione ai poveri e agli ultimi».
Il ministro Urso, che fu suo discente, lo ricorda come colui che «non spegneva mai le ragioni altrui, non conosceva la faziosità».
De Masi ha avuto il merito di sfidare le convenzioni tradizionali sul lavoro e ha spronato la società e i politici a riflettere sul significato delle sue idee. Amava ricordare una frase di Olivetti che aveva conosciuto: «Ciò che conta nella vita sono gli amici ed è questo Mondo ingiusto che dobbiamo modificare». È il principio che De Masi, con la sua vitalità intellettiva, ha sempre perseguito. Con queste sue idee il professore è stato ispiratore del “lavoro agile” e anche di molte battaglie politiche del MoVimento 5 Stelle, su tutte il reddito di cittadinanza.
Giancarlo Cocco
Foto © Giornale del Cilento, IBS, L’incontro