Ter Brugghen, il pittore fiammingo folgorato dal Caravaggio

0
582
Ter Brugghen

In mostra alle Gallerie Estensi di Modena le opere giovanili dell’artista olandese, in passato attribuite ad altri e riscoperte da Gianni Papi grazie a un paziente lavoro di ricerca

 

Hendrick ter Brugghen non è un nome noto al pubblico che visita le esposizioni d’arte. Ma grazie alla mostra che dal 13 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024 ospitano le Gallerie Estensi di Modena, questo artista fiammingo, famoso in Olanda, sua terra d’origine, esce dall’oblio. Curata da Federico Fischetti e Gianni Papi, “Ter Brugghen. Dall’Olanda all’Italia sulle orme del Caravaggio” è frutto di un lavoro di ricerca innovativo. Con la pazienza di un Sherlock Holmes dell’arte, Papi ha ricostruito gli anni giovanili di Ter Brugghen in Italia e ha riscoperto i suoi quadri erroneamente attribuiti ad altri artisti. A Modena questa mostra ci presenta per la prima volta un pittore brillante, un giovane di grande talento nella pittura naturalistica del Seicento fiorita sulla scia della rivoluzione del Caravaggio.

Il giallo del Santo che scrive

Ter_brugghen_santo_che_scriveAnche chi non sa nulla di Ter Brugghen, troverà divertente la vicenda che è all’origine di questa mostra. In effetti, c’è da chiedersi che cosa c’entra questo artista fiammingo, nato nel 1588 e morto a Utrecht all’età di 42 anni nel 1629, con Modena? Come ha spiegato Federico Fischetti, storico dell’arte e curatore presso le Gallerie Estensi, tutto nasce da un dipinto presente al museo modenese. Il Santo che scrive (nella foto), nella collezione di Francesco I d’Este, era considerato un’opera di Caravaggio. Poi, quando il quadro riappare a fine Ottocento, è attribuito a Giovanni Serodine, pittore ticinese (1594-1630) vissuto a Roma e seguace del Caravaggio.

In occasione di una mostra nel 2022, il quadro viene restaurato e sottoposto a indagini diagnostiche. Si incomincia a dubitare che l’opera sia dello svizzero e Fischetti interpella Papi, grande esperto di Caravaggio e dell’ambiente caravaggesco. «Proprio in quel giorno dell’inaugurazione, il nome di Ter Brugghen apparve chiarissimo, come una rivelazione improvvisa, nel momento in cui esaminavo la bellissima tela con nuovi occhi», commenta Papi nella scheda del catalogo dedicata a quest’opera.

Nei Paesi Bassi, Ter Brugghen cambia stile

ter_brugghen_sgarbiInizia così una caccia alle opere di Ter Brugghen create nel suo periodo italiano, quando aveva scelto, assieme ad altri olandesi «di venire a Roma, perché è lì che succede tutto, per studiare Caravaggio», come ha detto Vittorio Sgarbi, presente alla conferenza stampa di inaugurazione della mostra (nella foto, a sinistra del sottosegretario alla Cultura Sgarbi in piedi, la direttrice Martina Bagnoli e, a destra, Gianni Papi). A Roma il giovane olandese conosce Rubens, non sappiamo però se abbia conosciuto Caravaggio. Ter Brugghen è nella città dei Papi dal 1605, il grande genio Merisi fugge nel 1606 a Napoli.

Il fiammingo in Lombardia

Ter_brugghen_san_giovanni_battistaIl fiammingo rientra a Utrecht nel 1614, ma come si è scoperto si ferma a Milano per un periodo, lavorando con Giulio Cesare Procaccini. Fra le opere esposte, il San Giovanni Battista del 1614 (nella foto, un dettaglio) è ritenuta frutto di una collaborazione con Procaccini. «Quando torna in Olanda, modifica poco alla volta il suo stile», ha detto Papi. «Perde l’irruenza della fase italiana, diventa più liscio, più laccato». Forse deve adeguarsi al mercato olandese, meno abituato «alla teatralità furiosa fatta di luci, sguardi e ombre della pittura italiana», come ha scritto Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi.

Ventritre opere da tutto il Mondo

Ter_brugghen_ritratto_giovane_uomoLa mostra presenta una decina di quadri di Ter Brugghen del periodo italiano, incluso un magnifico Ritratto di giovane uomo (nella foto a sinistra) proveniente da Parigi, che potrebbe essere un autoritratto, e include alcune opere realizzate dopo il rientro a Utrecht. Così il visitatore può rendersi conto del cambiamento di stile del pittore. Ci sono anche alcune tele di Ribera, Procaccini, Serodine, Honthorst – suoi contemporanei – che servono da raffronto. Non è una mostra enorme, in tutto sono esposte 23 opere. Ma il lavoro di riconoscimento delle creazioni giovanili di Hendrick ter Brugghen, unito allo sforzo per ottenere i prestiti dei quadri da musei e collezioni private di tutto il Mondo, è stato miracoloso, se si pensa che è stato realizzato in un solo anno.

I tesori delle Gallerie Estensi

Bernini_francesco_primo_esteLa mostra su Ter Brugghen è un’occasione per esplorare i tesori delle Gallerie Estensi. Due opere dedicate al padrone di casa, Francesco I d’Este, sono imperdibili. La prima è il ritratto dipinto da Diego Velasquez nel 1638, in occasione di una visita del duca alla corte di Spagna. La seconda è il magnifico busto in marmo (1650) di Gian Lorenzo Bernini (nell’immagine a destra) con lunghi capelli che gli ricadono sulle spalle, costata al duca tremila scudi. Il capolavoro non fu realizzato in presenza di Francesco I nello studio dello scultore, il quale dovette basarsi su ritratti che gli erano stati inviati da Modena a Roma. Ma il risultato finale è un incanto.

Info: “Ter Brugghen. Dall’Olanda all’Italia sulle orme di Caravaggio”. Fino al 14 gennaio 2024. Gallerie Estensi, largo Porta Sant’Agostino 337, Modena. Aperto da martedì a domenica.

 

 

Maria Tatsos

Foto © Maria Tatsos, Gallerie Estensi Modena/Carlo Vannini, Agence Phar

Video © Eurocomunicazione

Articolo precedenteGuerra in Medio Oriente: tanti, troppi bambini uccisi
Articolo successivo16 Ottobre 1943 – Storia e memorie del sabato nero
Maria Tatsos
Giornalista professionista, è laureata in Scienze Politiche e diplomata in Lingua e Cultura Giapponese presso l'IsiAO di Milano. Attualmente lavora come freelance per vari periodici femminili, collabora con il Museo Popoli e Culture del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) e con il Centro di Cultura Italia-Asia. Tiene corsi di scrittura autobiografica ed è autrice di alcuni libri, che spaziano dai diritti dei consumatori alle religioni asiatiche. È autrice del romanzo storico "La ragazza del Mar Nero" sulla tragedia dei greci del Ponto (2016) e di "Mai più schiavi" (2018), un saggio su Biram Dah Abeid e sulla schiavitù in Mauritania, entrambi editi da Paoline. Nel tempo libero coltiva fiori e colleziona storie di giardini, giardinieri e cacciatori di piante che racconta nel corso "Giardini e dintorni".

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui