Pronti tre miliardi di euro per la Turchia per bloccare il flusso di migranti che attraverso la Grecia e l’Italia vogliono raggiungere il nord Europa
Dal 1° gennaio i Paesi Bassi assumeranno la presidenza di turno dell’Unione europea e già fanno sentire le loro proposte dopo gli attentati di Parigi. Qualche giorno fa il quotidiano olandese De Volkskrant, in un’intervista al ministro degli esteri Bert Koenders, rivela che l’Olanda ha aperto una trattativa, in maniera soft, con Paesi vicini ai suoi confini per fare adottare una mini Schengen, area della quale dovrebbero far parte Germania, Austria, Svezia, Belgio e Lussemburgo, un piano per cercare di bloccare l’afflusso di migranti che stanno invadendo il nord Europa. Questi Paesi ritengono di subire le conseguenze dei comportamenti di Grecia e Italia, che non riescono a controllare le frontiere esterne di Schengen e scaricano sugli altri i flussi di rifugiati provenienti dalla Turchia e dalla Libia.
In proposito il ministro delle finanze olandese e presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha dichiarato che «se non si riesce a lavorare a 28 in seno allo spazio Schengen sulla crisi dei rifugiati, sarà necessario lavorare con un gruppo più piccolo di Paesi che hanno i nostri stessi interessi e dobbiamo farlo a livello di una mini Schengen». Già da qualche settimana i diplomatici olandesi avevano sondato i rispettivi colleghi per giungere ad un controllo comune delle frontiere in quanto attualmente sono questi sei Paesi che accolgono il maggior numero di richiedenti asilo in Europa.
C’è da dire che la Germania dovrebbe accogliere oltre un milione di migranti provenienti in maggioranza dalla Turchia, la Svezia ha le sue strutture di accoglienza che sono al collasso e al pari di Italia e Grecia, ha chiesto di ricollocare i richiedenti asilo, per l’Austria transitano oltre 9 mila profughi al giorno.
Questa mini Schengen olandese è stata accolta con distacco dai governi degli altri cinque Paesi interessati e si punta tutto sull’incontro con la Turchia inteso a bloccare le partenze per la Grecia dei profughi.
Sono già pronti tre miliardi di euro per convincere Ankara e la ripresa dei negoziati sull’adesione alla Ue.
Giancarlo Cocco
Foto © European Union, 2015