Budapest, città divisa in due ma dal cuore unico

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La capitale ungherese, spesso definita in passato la Parigi dell’Est, è ricca di testimonianze della sua antica storia

Budapest è più viva e scintillante che mai. Dall’arrivo delle tribù magiare, che qui si stabilirono, nell’896, dopo un lungo peregrinare iniziato nell’Asia centrale nella notte dei tempi, la città ha subito tante trasformazioni.

Ma la capitale dell’Ungheria è ben più antica, perché i Romani vi giunsero all’inizio della nostra era, fissando sul Danubio la frontiera nord-orientale dell’Impero, presidiata da una serie di “castra”, di campi militari, tra cui preminente quello di Aquincum, divenuto “municipium” nel 124.

_budapest_bastioniOggi Aquincum è una zona archeologica ben conservata, con un bel museo, ad alcuni  chilometri dal centro di Budapest.

La città non ha bisogno di particolari occasioni per presentare al visitatore la vasta gamma delle sue attrazioni. Possiamo iniziare il nostro itinerario sulla riva destra, sulla collina dove sorge Buda, dominata dal neoclassico Palazzo Reale, oggi sede museale dedicata a collezioni di storia ed arte nazionali.

Da li ci si sposta verso il Bastione dei Pescatori, budapest-Chiesa-di-Mattia-251x300costruzione che ha appena cent’anni ma dallo stile fiabesco e senza tempo, con sette torri coniche a ricordo delle mitiche sette tribù magiare; dalla cui balaustra si gode la vista di un panorama stupendo sul fiume e la città gemella di Pest.

E ancora, la chiesa di Mattia, con la sua torre alta 80 metri, appunto fatta erigere da re Mattia nel XV° secolo. Il tempio, rifatto in stile neogotico alla fine del secolo scorso, è di fondazione quasi millenaria perché risale a re Stefano, proclamato santo perché attorno al Mille fece convertire al cristianesimo il suo popolo. Attorno, un quartiere di case barocche e medioevali di grande suggestione.

Altro splendido panorama si gode dalla vicina Cittadella, situata su un colle più alto dove si erge il monumento alla liberazione. Del gruppo di statue che lo componevano faceva parte anche un soldato sovietico.

Budapest-di-notte-300x155Con la fine del comunismo, il soldato è stato spedito, come altre statue del vecchio regime, in un parco periferico, in una mostra permanente dal titolo (tradotto in italiano) “Tonnellate di socialismo”.

Ma scendiamo dalla collina, magari un po’ più comodamente di quanto fece il vescovo Gherardo, originario di Venezia, qui venuto a convertire i magiari, ma riuscendovi solo in parte, perché i più riottosi ad abbracciare la nuova fede, lo buttarono giù dal dirupo chiuso in una botte di ferro.

BUDAPEST-ParlamentoDa lui ha preso il nome di colle, detto monte Gellert (Gherardo in ungherese), nonché il sottostante monumentale albergo, famoso per le acque termali.

Spostiamoci a Pest, sull’altra riva, attraverso il Ponte delle Catene. Un po’ in là, sulla sinistra, l’imponente mole del Parlamento, neogotico, con cupola a cuspide culminante a 96 metri d’altezza, anche questo numero collegato al fatidico 896.

Ricordiamo che Budapest era, con Vienna, capitale dell’impero Austro-Ungarico. E, curiosità storica pur collegata alle lontane radici, nel Parlamento di allora si rifiutaronoBudapest-Chiesa-di-Santo-Stefano-183x300 di usare il tedesco, ma adottarono quale lingua ufficiale il latino. Così ancor oggi, nella parlata e nelle scritte in ungherese, affiora qua e là  qualche termine latino o italiano.

Ci troviamo nell’animato centro commerciale, fitto di alberghi e casinò, ristoranti e caffè, negozi, che gravita attorno alla via Vaci.

Se vi attraggono pizzi e merletti, ceramiche e oggetti in legno, capi di abbigliamento in stoffa e pelle, potete curiosare a lungo.

Ma naturalmente anche qui i richiami artistici e culturali sono molti, come la basilica di Santo Stefano, con la reliquia della mano del Santo, la chiesa dei Francescani, la sinagoga e il museo ebraico, il teatro dell’Opera, per giungere fino alla piazza degli Eroi, vastissima, con al centro il monumento del Millennio, una colonna alta 36 metri e sormontata da un angelo, ai cui piedi si ergono le figure dei sette condottieri originari.

Budapest-monumento-del-millennioSullo sfondo, a semicerchio, due colonnati che ospitano le statue dei grandi re ungheresi. Sulla sinistra, il Museo delle Belle Arti, con una ricca galleria di quadri di maestri italiani, francesi, fiamminghi, spagnoli.

Infine, il Museo Nazionale, con la corona ungherese, donata attorno al Mille da papa Silvestro II a re Stefano.

Attorno a Budapest, ovviamente, l’Ungheria, un Paese esteso per 93 mila chilometri quadrati, solcato da fiumi come il Danubio e il Tibisco, punteggiato da città e cittadine con un ricco patrimonio storico ed artistico.

Per citarne qualcuna, Szentendre ed Eztergom con la chiesa, 8490neoclassica, più grande dell’Ungheria. O ancora Kecskemet, con palazzi e chiese “art nouveau”.

Qui siamo nella “puszta”, che significa “arido nulla”, una pianura invece ricca di paesini pittoreschi, coltivazioni e boschi, dove magari si può sostare in fattorie per ammirare l’esibizione di cavalieri in costume tradizionale e gustare il “gulasch” o altri piatti tipici ascoltando la musica di una orchestra tzigana.

 

Liliana Comandè

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Liliana Comandé
Giornalista pubblicista, è direttore editoriale e responsabile della rivista, prima cartacea e ora web, Travelling Interline che si occupa di turismo, cultura e attualità. Insegna "Comunicazione e Immagine" in una scuola superiore statale e imprenditoria femminile alle donne laureate. Per la sua attività nel campo giornalistico e turistico-culturale ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra i quali il "Golden Helm" a Berlino, e il "Gold Hercules International Award" conferiti a livello internazionale a personalità di spicco del settore turistico-culturale. Ha scritto varie prefazioni per libri di fotografie. La sua professione e la passione che nutre per le culture, le tradizioni e i luoghi stranieri, l'hanno portata a viaggiare moltissimo e molti dei Paesi visitati sono stati anche fonte di ispirazione delle sue poesie, pubblicate nel 2001, in particolar modo il Nord Africa e il Medioriente.

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