Precipita la situazione in Ucraina

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Nel Paese divampa la guerra civile

Arduo è comprendere se l’Ucraina precipiterà nelle spire di una guerra civile, di fatto già iniziata, o se sarà possibile condurre il Paese verso una progressiva normalizzazione. Certo è che quando la diffidenza serpeggia fra vicini di casa, quando gli atti di violenza si susseguono senza che si riesca a porvi fine, l’odio si diffonde rapidamente come un morbo. Eventi simili sono accaduti nei Balcani, senza che la comunità internazionale riuscisse a porvi un freno.

Stati Uniti e Russia hanno entrambi responsabilità nell’escalation alla quale stiamo assistendo. Mosca dichiara apertamente di aver perso il controllo sui “gruppi di autodifesa” operanti nel sud-est del Paese, preparando forse il pretesto per un intervento diretto, nonostante le ripetute rassicurazioni. Se le truppe russe dovessero varcare i confini dell’Ucraina, gli Stati Uniti si dicono pronti ad una reazione inevitabile. Washington inoltre, con il suo appoggio incondizionato al governo di Kiev, rischia di inasprire la tensione alimentando il conflitto. Scenari inquietanti che vedono le due superpotenze accusarsi reciprocamente riguardo il degenerare della situazione, senza cercare realmente un’intesa dopo il naufragio degli accordi di Ginevra.

L’occupazione progressiva dei palazzi del potere nelle città dell’Est e la reazione delle forze armate di Kiev propongono una situazione ben più complessa e pericolosa rispetto l’annessione lampo della Crimea. La presenza straripante di popolazione russofona ha infatti facilitato l’ingresso della penisola nella Federazione Russa, grazie anche all’appiglio storico fornito dal noto atto di donazione del 1954 siglato dall’allora leader sovietico Nikita Kruscev.

Ben più complessa la situazione nell’Est, minato da profonde divisioni etniche e linguistiche. Premesso che il governo di Kiev, appoggiato dalla comunità internazionale, non ritiene legittima l’annessione della Crimea, a maggior ragione non vuole perdere il controllo di quelle regioni a vocazione industriale che rappresentano il volano economico di un’Ucraina sull’orlo della bancarotta.

In particolare è la regione di Donetsk a rappresentare il pilastro per quanto riguarda il prodotto interno lordo del Paese. Una parte della popolazione dell’area, preoccupata dal progressivo declino industriale e dal peggioramento delle condizioni di vita, vede nell’annessione alla Russia la possibilità di creare un futuro migliore.

Parlare di elezioni il 25 maggio prossimo è utopistico, come giustamente viene sottolineato da Mosca. Sarebbe impossibile garantirne la regolarità e la sicurezza, specialmente quando le regioni dell’Est si dicono pronte ad un referendum secessionista che dovrebbe tenersi l’11 maggio.

Nell’apprendere i fatti di Odessa, i numerosi scontri che si registrano nella città e i morti bruciati nell’incendio scoppiato nella “Casa dei Sindacati”, episodio dalle dinamiche ancora poco chiare, non possiamo dimenticare che questa, agli occhi di Putin, fa parte della cosiddetta “Novorussia”, cioè di quella realtà geografica dai confini incerti che dovrebbe rappresentare la situazione precedente la rivoluzione bolscevica.

Tutto ciò mentre prosegue la cosiddetta operazione “anti-terrorismo” dell’esercito ucraino nell’Est, che rischia di coinvolgere civili inermi, e mentre l’unica soluzione diplomatica possibile, la creazione di un’area federalista dotata di una certa autonomia rispetto al governo centrale, appare lontana anni luce. Nella confusione generale la sola buona notizia è quella che gli osservatori dell’Osce, detenuti a Slaviansk, sono stati liberati apparentemente senza condizioni.

Riccardo Cenci

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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