La Spagna ai primi posti nella produzione enologica dell’Ue
Il vino fa l’unione. Quella Europea, e non solo. Unione, in tutti (e cinque) i sensi, di Paesi diversi, con tradizioni differenti che si mescolano, come in una tinozza, e danno vita a una grande “coalizione europea del gusto“. É il caso di un vino spagnolo di “contaminazione” austriaca che ieri é stato presentato a Roma in anteprima nazionale. Si chiama Botani, un particolare bianco realizzato senza invecchiamento utilizzando uve di Moscatel de Alejandria, fra i vini più votati dalle guide enologiche internazionali, e fra i preferiti dal guru del vino mondiale Robert Parker che lo ha scelto personalmente per le nozze della figlia e per l’incontro con Tony Blair. L’azienda che lo produce, Jorge Ordoñez & CO, è stata fondata dalla famiglia Ordoñez di Malaga e dalla famiglia austriaca Kracher, con un gruppo di amici ed imprenditori malaghegni. Un esperimento di collaborazione in bicchiere che ha fruttato un bel raccolto di acini trasformati in nettare degli Dei, con un anima profondamente europea.
Nell’Ue il vino spagnolo sta
conquistando sempre più estimatori, un po’ come è avvenuto all’inizio del Duemila all’olio d’oliva. La Spagna infatti, grazie a nuovi vigneti piantati di recente e alla ristrutturazione di quelli di vecchia data, segue vicinissima l’Italia nell’Olimpo della produzione mondiale. Secondo i dati dell’Oiv, l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, il nostro Paese nel 2013 ha prodotto 45 milioni di ettolitri di vino e al secondo posto si trovano gli spagnoli con 42,7 milioni di ettolitri che per un soffio, anzi per un goccio scavalcano i francesi che si fermano a 42 milioni.
Ed é spagnola anche la nuova Capitale europea del vino 2014, la cittadina Jerez de la Frontera, nella provincia di Cadice in Andalusia, appena nominata da Recevin, la Rete europea delle Città del vino. Nel 2013 é stata la volta dell’italiana Marsala, nel 2012 della città portoghese di Pamela. Il prossimo anno toccherà alla Francia.
Luisa Mosello
Foto © Cantina Jorge Ordoñez