La Polonia investe sul risparmio energetico

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Successo per il PolSEFF, un programma per l’innovazione in campo energetico finanziato dalla BERS

Nell’ultimo triennio le Pmi polacche hanno ridotto di quasi 100mila tonnellate le loro emissioni di CO2, ottenendo così un risparmio di energia pari a 329 Gigawatt/h, ossia una quantità pari al fabbisogno medio annuo energetico di 44mila famiglie: passa attraverso questi numeri il successo del PolSEFF (Polish Sustainable Energy Financing Facility), la linea di credito da 190 milioni di euro che la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha attivato nel 2011 in Polonia, per stimolare gli investimenti delle piccole e medie imprese in nuove tecnologie energetiche sostenibili.

Il risultato, frutto di circa 45 milioni di euro di finanziamenti che in tre anni la BERS ha concesso a quasi duemila progetti di ricerca, «supera di gran lunga i nostri obiettivi fissati all’inizio del progetto, – ha dichiarato Malgorzata Kotanska, capo del Programma PolSEFF – poichè oggi gli imprenditori polacchi puntano molto a modernizzare le loro aziende, investendo in nuove soluzioni che riducano i consumi di energia».

Già, perchè la competitività sui mercati europei

della dinamica imprenditoria polacca è minata dall’elevato costo dell’energia: di qui l’obiettivo di investire sempre più in progetti che aiutino a risparmiare risorse da investire per rendere più agguerriti i propri prodotti.

Quasi un migliaio di progetti finanziati ha riguardato il settore agricolo, mentre sono poco più di cinquecento quelli relativi ad attività manifatturiere: i crediti concessi dalla BERS sono stati impiegati in gran parte nel campo dell’efficientamento energetico e per l’acquisto di materiali isolanti, mentre una parte minore è stata investita in progetti sulle energie rinnovabili e sulla coibentazione degli edifici che ospitano le strutture produttive.

Alessandro Ronga

Foto © 2014 MORGUEFILE

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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