Gli spari sopra (l’illegalità)

0
360

L’Associazione nazionale dei produttori di armi sportive e civili riconosciuta come Ong dall’Onu. In Europa se ne producono 2 milioni all’anno. Una direttiva Ue ne vieta la vendita on line

Tutelare la legalità in un settore delicato e discusso come quello delle armi, con attenzione alla salvaguardia dell’ambiente e alla sicurezza pubblica. É uno degli obiettivi dell’Anpam Associazione nazionale di produttori di armi e munizioni sportive e civili che in questi giorni è “balzata agli onori ( e oneri ) della cronaca” perché è stata riconosciuta come Ong. Un riconoscimento che ha destato, comprensibilmente, stupore e incredulità in tanti, considerando il fatto che le Organizzazioni non governative sono pacifiste e contro ogni tipo di conflitto.

Ai dubbi e alle polemiche risponde il presidente dell’Anpam Nicola Perrotti: <<Tra armi da guerra e armi sportive e civili va fatta una distinzione di campo netta e imprescindibile. L’Onu ha presente questa differenza e applica eventuali pregiudiziali in maniera selettiva, come è giusto che sia, riconoscendo al nostro settore piena e totale legittimità. In questo caso si fa riferimento dell’Art. 71 della Carta Fondamentale delle Nazioni Unite, che prevede la possibilità per il Consiglio Economico e Sociale di consultare “organizzazioni non governative interessate alle questioni che rientrano nella sua competenza”. Esistono infatti diverse agenzie Onu la cui mission è quella di promuovere iniziative tese a contrastare il traffico illegale di armi anche piccole e leggere>>.

Qualche dato europeo: la produzione di armi sportive e civili nell’Ue si stima intorno ai 2 milioni all’anno. La caccia e le attività sportive legate al tiro generano un mercato di circa 18 miliardi di euro, per un totale di circa 580 mila posti di lavoro. L’impatto complessivo del settore, considerando gli indotti, raggiunge annualmente i 40 miliardi di euro e interessa in Europa circa 10 milioni di utenti che agiscono nel rispetto delle leggi. L’Anpam é membro dello Ieacs (Institut Europeen des Armes de Chasse et de Sport) che rappresenta le Associazioni europee dei fabbricanti d’armi sportive, con una sensibilità rivolta ai problemi dell’ambiente e della sicurezza pubblica e alla definizione di una disciplina del settore.

<<Ci siamo guadagnati questo riconoscimento perché negli anni ci siamo posti come interlocutori presso le istituzioni nazionali, europee e internazionali nelle discipline tecniche e legislative in materia di armi e munizioni civili. Ci confrontiamo costantemente con tutte le realtà coinvolte per condividere pensieri e iniziative tese fattivamente a combattere attività criminali commesse con tali prodotti. D’altronde l’industria armiera sportiva a civile italiana è la più antica del mondo ed ha a disposizione tecnici ed esperti che forniscono indicazioni per aiutare i diversi Stati, ad esempio, a effettuare adeguatamente la marcatura e tracciabilità delle armi, strumenti fondamentali per comprendere se esse vadano ad alimentare canali illegali. L’Italia, seguita dall’Ue ha la normativa in materia di esportazione di armi più rigorosa e concreta a livello internazionale>>. Come dire, il riconoscimento come Ong può diventare un’occasione per discutere di questi argomenti che mettono a confronto opinioni diverse e contrastanti.

Infine il fenomeno dei giovanissimi che comprano armi su internet. <<La vendita on-line di armi e munizioni in Italia è espressamente vietata, in particolare con l’articolo 17 della Legge 18 aprile 1975, n. 110- sottolinea Perrotti-. Stesso discorso a livello comunitario, con la direttiva Armi 2008/43 dell’Unione Europea che vieta esplicitamente questa possibilità. É un’attività del tutto criminale già normata, che va quindi assolutamente combattuta dalle autorità competenti nel più breve tempo possibile oscurando i siti che pubblicizzano prodotti vietati. Tra l’altro queste pratiche illegali sono da sempre uno dei maggiori nemici del mercato legale e regolamentato, danneggiano infatti l’immagine di un comparto sano che rappresenta migliaia di posti di lavoro e milioni di appassionati corretti e rispettosi della legge>>.

Luisa Mosello

 

Articolo precedenteLa Polonia investe sul risparmio energetico
Articolo successivoIl voto inglese allontana Londra da Bruxelles
Luisa Mosello
Giornalista professionista, appassionata di comunicazione senza frontiere. Dal Messaggero a Repubblica, da Donna Moderna a Metro, viaggia nella notizia a 360 gradi e considera il suo lavoro una miniera di vita. Non vissuta, ma da vivere.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui