Da quattro anni ferma al Consiglio. Gozi: «Presidenza italiana disponibile a far ripartire il confronto»
Il dibattito sul congedo di maternità a Strasburgo è ancora aperto. Da quattro anni infatti, la proposta di direttiva varata dalla Commissione, è bloccata al Consiglio. Come se non bastasse, negli ultimi giorni la Commissione europea ha comunicato la propria intenzione di ritirare la proposta.
L’emendamento in questione è stato approvato dal Parlamento nel 2010, e prevede l’introduzione del divieto di licenziamento per le gestanti almeno fino ai sei mesi successivi al parto. Il congedo di maternità viene inoltre esteso da 14 a 20 settimane a stipendio pieno, con l’aggiunta di due settimane di congedo di paternità, anch’esso a stipendio pieno. Un testo, dunque, che va nella direzione di una maggior tutela della maternità e che mira ad agevolare la conciliazione da parte delle donne della vita familiare con la sfera professionale.
Eppure, in questi quattro anni gli Stati membri non sono riusciti a trovare un accordo su questa tematica così importante per i cittadini europei. Nei giorni scorsi a Strasburgo questo tema è tornato al centro del dibattito, soprattutto grazie a un gruppo di eurodeputati che ha evidenziato l’importanza di non ritirare la proposta di direttiva, come annunciato dalla Commissione europea.
Il Presidente della Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere, la spagnola Iratxe García Pérez (Gruppo S&D) ha ribadito con fermezza l’intenzione di andare fino in fondo alla questione: «Il Parlamento – ha commentato la Pérez – non accetterà una Commissione in cui le donne non siano rappresentate adeguatamente, quantitativamente e qualitativamente. Le donne rappresentano il 52% della società e devono essere rappresentate. I diritti delle donne devono essere considerati in tutte le politiche che approviamo». Iratxe García Pérez ha inoltre fatto riferimento al ruolo della Presidenza italiana su questo tema, che si è impegnata a riaprire il percorso legislativo.
Il sottosegretario alle Politiche europee, Sandro Gozi, durante un intervento in Aula a Strasburgo ha osservato come «dalla discussioni tra i Paesi siano emerse divergenze concrete e sostanziali su questo tema». Gozi ha tuttavia dichiarato: «La protezione e la tutela delle donne che lavorano è di massima importanza. Per questo la Presidenza italiana è disponibile a far ripartire il confronto, crede che valga la pena riprovarci, a creare un nuovo inizio in modo da rilanciare il dialogo su basi politiche nuove e far sì che questa proposta non torni su un binario morto. Detto questo è però necessario l’impegno di tutti».ù
Valentina Ferraro
Foto ©European Union, 2014