A Montepulciano uno Stravinsky dal respiro europeo

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L’ Histoire du Soldat eseguita in occasione dei cento anni dall’inizio del primo conflitto mondiale

L’ Histoire du Soldat di Stravinsky è opera singolare, essenziale sia nella resa scenica, peraltro facoltativa, quanto nella scrittura musicale. La fantasia del compositore viene sollecitata dalle atmosfere favolistiche dello scrittore Afanas’ev, salvo poi perdere ogni connotazione prettamente russa per farsi universale.

Il testo che il poeta Charles-Ferdinand Ramuz ricava dai suggerimenti dell’amico Stravinsky, ovvero la storia del soldato e del suo violino, simbolo dell’anima che gli viene strappata dal diavolo, propone un aggiornamento del mito di Faust ai tempi della grande guerra. Si tratta di un’opera nata in un periodo particolarmente drammatico nella storia europea, pensata dal suo autore come spettacolo itinerante da allestire nei piccoli centri della Svizzera, Paese nel quale soggiorna per circa sei anni a causa dell’infuriare del conflitto. Anche le difficoltà materiali spiegano la peculiarità di un progetto dal carattere minimalista, assolutamente in linea con lo spirito che da sempre anima il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano.

Il concomitante anniversario dell’inizio della grande guerra costituisce poi un valore aggiunto per uno spettacolo dal forte carattere simbolico. I registi Jean-Philippe Clarac e Olivier Deloeuil si immergono nelle atmosfere del teatro itinerante, un’arte di ambulanti e cantastorie, pregna di insegnamenti morali. La ricchezza guadagnata dal soldato infatti non è nulla di fronte alla perdita degli affetti e dell’amore.

La scena è spoglia ed essenziale, fatta apposta per essere smontata e rimontata in maniera veloce (dopo Montepulciano lo spettacolo toccherà infatti anche le piazze di Sarteano, Cetona e San Casciano). A sottolineare il contatto fra pubblico e palcoscenico, gli attori infarciscono il testo con riferimenti alla geografia locale, si rivolgono alla platea coinvolgendola attivamente nella rappresentazione.

Storida del soldato Blanche

Bravi gli interpreti: Tommaso Ghezzi (il soldato), Gianni Poliziani, un diavolo particolarmente beffardo, e Blanche Konrad (la ballerina). Il piccolo ensemble da camera, diretto da Fabio Maestri e composto da musicisti locali e stranieri, rende con efficacia una scrittura musicale solo apparentemente semplice, in realtà un meccanismo perfettamente calibrato

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nei suoi ritmi e nei suoi timbri. Il suono è parte integrante della gestualità dei protagonisti, elemento visibile in uno spettacolo che riduce al minimo la scenografia.

L’inarrestabile dinamismo della partitura sfocia in un finale raggelante, con la ballerina avvolta nella bandiera dell’Unione Europea e il soldato che perde definitivamente il suo bene più prezioso: l’anima. Un monito evidente a non ripetere gli errori del passato, recuperando valori di solidarietà e umanità che oggi paiono sul punto di sparire.

Oksana Tumanova

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Oksana Tumanova
Oksana Tumanova. Nata nell’ex Unione Sovietica, ha vissuto in prima persona il disintegrarsi delle utopie socialiste. Da allora l’interesse per le complesse dinamiche dell’est Europa la spinge ad impegnarsi in prima persona, scrivendo di questi argomenti in particolar modo sul web.

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