I National profeti oscuri del nuovo millennio

0
408

All’Auditorium la travolgente comunicatività del gruppo statunitense

L’aspetto bohèmienne e un poco trasandato dei National, il loro spirito vagamente dark sembrano contrastare con la comunicatività che esprimono sul palco, con la necessità di intrattenere un contatto fisico con il pubblico incarnata dal loro leader Matt Berninger. Il copione, già collaudato lo scorso anno nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, si è ripetuto anche quest’anno a sottolineare un rapporto ormai viscerale con la location romana.

L’inizio è inaspettato, forse proprio per marcare la distanza dall’esibizione dell’estate scorsa, il cui ricordo è ancora vivo nelle menti dei fan. Due pezzi come Wasp nest e All dolled-up in straps, tratti dall’Ep Cherry tree, sono qualcosa che non ti aspetti. Atmosfere acustiche cupe e malinconiche, subito riprese con lancinante mestizia nella successiva 90 mile water-wall, tratta da Sad songs for dirty lovers.

Fireproof, Hard to find, Don’t swallow the cap e I should live in salt ci riportano alle sonorità dell’ultimo album, quel Trouble will find me che sembra migliorare a ogni ascolto, sciorinando perle che in un primo tempo restavano celate. La scaletta prosegue alternando brani dagli ultimi tre dischi, tutti avvolti da un’aura crepuscolare degna dei racconti di Edgar Allan Poe aggiornati all’epoca contemporanea.

I fantasmi dei Cure e dei Joy Division sembrano aleggiare sul palco mentre i National eseguono Mistaken for strangers, Squalor Victoria e Sea of Love. Eppure non c’è niente che sappia di già sentito. Lo stile dei National è originale e inconfondibile, capace di sublimare innumerevoli suggestioni in un qualcosa di totalmente nuovo. Il quintetto base, composto dai gemelli Dessner alle chitarre, da Scott Devendorf al basso e Bryan Devendorf alla batteria, è affiancato da due polistrumentisti che rivestono ogni brano di accattivanti sonorità.

2014-07-23-377Matt

ondeggia appoggiato all’asta del microfono come se un vento invisibile ne scuotesse le membra. Ogni tanto si ferma a bere vino bianco atteggiandosi a poeta maledetto, ma forse questo non è il termine giusto, perché in lui nulla pare costruito, tutto avviene con una spontaneità che è la vera forza della band. Così accade pure che il suono non sia perfettamente bilanciato come ricordavamo essere lo scorso anno, accade che la chitarra solista a volte copra la voce di Matt, profonda come di consueto, ma sporcata da una raucedine alcolica che la rende ancora più intensa.

Il ritmo dolcissimo di I need my girl e l’andamento cullante di Pink rabbits confermano, se mai ce ne fosse bisogno, che i National sono un grande gruppo, in grado di scrivere canzoni che sono già classici del pop/rock. Dopo il crescendo irresistibile di England, tocca a Graceless e alla celeberrima Fake empire concludere la prima parte del concerto.

I National sono di nuovo sul palco con Ada, tratta dal fortunatissimo Boxer. Sulle note di Mr. November Matt inizia il suo folle e consueto pellegrinaggio fra la platea della Cavea, peraltro facilmente praticabile perché quasi tutto il pubblico, noi compresi, sin dalle prime note del concerto si è riversato sotto il palco. Terrible love è una scossa elettrica che attraversa l’aria prima del toccante finale affidato alle note di Vanderlyle crybaby geeks, quasi un rito collettivo, con il gruppo che rinuncia all’amplificazione a sottolineare la vicinanza con il pubblico, che lo segue cantando a squarciagola. Semplicemente commovente! I National se ne vanno nel tripudio generale, come vecchi amici dei quali già sentiamo la mancanza.

Riccardo Cenci

Foto © Riccardo Cenci

Articolo precedenteA Montepulciano uno Stravinsky dal respiro europeo
Articolo successivoUn virus da combattere con l’arma dell’attenzione
Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui