GB, Cameron rivede il welfare in ottica anti-Ue

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Giro di vite di Downing Street sui sussidi a favore degli immigrati dai Paesi dell’Ue: prove di corteggiamento verso l’elettorato euroscettico?

Il Primo Ministro britannico David Cameron ha annunciato l’intenzione del suo governo di riformare il sistema dei sussidi di disoccupazione e degli assegni familiari richiesti dai lavoratori immigrati provenienti dall’Ue. L’annuncio è arrivato attraverso un articolo dello stesso Cameron pubblicato domenica dal quotidiano conservatore Daily Telegraph, ed è l’ideale seguito di una querelle nata a gennaio, quando il leader dei Tories scatenò le ire di Varsavia dichiarando che gli immigrati polacchi in Gran Bretagna beneficiavano di maggiori sussidi per la famiglia rispetto ai sudditi di Sua Maestà.  Stavolta Cameron ha promesso che il suo governo interverrà nei confronti di quelli che, secondo i Conservatori, emigrano nel Regno Unito più per beneficiare del suo welfare che per altro.

«Cambiamo le norme perchè nessuno possa più venire qui ed aspettarsi di avere subito i benefici di inoccupazione, ma dovrà attendere almeno tre mesi» ha scritto il premier. «Appena giunti in Gran Bretagna, gli immigrati dall’Ue richiedono il sussidio di sei mesi riservato a chi è in cerca di lavoro, senza che in realtà abbiano prospettive occupazionali molto chiare. Noi andremo a ridurre il periodo a tre mesi, per dir loro molto chiaramente: non aspettatevi di venire in Gran Bretagna ed avere qualcosa in cambio di nulla», ha annunciato il leader conservatore.

E’ fin troppo evidente che questa mossa anti-immigrazione e anti-Ue stia ad indicare un cambio di passo all’interno del Partito Conservatore britannico. La sconfitta alle Europee e l’exploit degli euroscettici dell’UKIP di Nigel Farage sembra aver risvegliato anche nei Tories un remoto, e mai sopito del tutto, euroscetticismo. Cameron, in particolare, è ormai pressato da una fronda anti-Ue all’interno del suo stesso partito e i toni contro l’Europa che ultimamente caratterizzano i suoi interventi sembrano dettati per lo più da un istinto di sopravvivenza politica che da reali convinzioni.

Alessandro Ronga

Foto © European Community, 2014

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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