Le molteplici anime di Berlino

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Un libro di Norbert Schürer intreccia cultura e storia, arte e natura nella capitale tedesca

«Berlino è povera, ma sexy». È la definizione suadente e molto intrisa di marketing che il sindaco attualmente dimissionario Klaus Wowereit (Spd), in carica dal 2001, ha dato anni fa della capitale tedesca.

Già, anche la terra promessa per tanti giovani expat italiani ha le sue grane. Secondo Norbert Schürer, autore dell’interessante volume Berlino. Ritratto di una città (Odoya, 2014, 20 euro), un quinto dei berlinesi vive sulla soglia della povertà. Questo numero sarebbe aumentato del 24% tra il 2006 e il 2011. La povertà porta con sé problemi sociali, violenza e xenofobia incluse.

Eppure, malgrado le difficoltà, questa splendida città tornata capitale della Germania riunificata dopo il 1990 è un’autentica Fenice risorta dalle proprie ceneri, più volte nella Storia. Chiunque l’abbia visitata e abbia trascorso qualche giorno passeggiando fra i suoi tanti quartieri e sobborghi – un mosaico delle molteplici anime che racchiude – rimane vittima del suo fascino che ammalia e dell’energia che questa metropoli di 3 milioni e mezzo di abitanti emana.
schurerNorbert Schürer, docente di Letteratura Inglese alla California State University (nella foto), non è berlinese di nascita ma vi ha trascorso l’infanzia e la giovinezza e ne è rimasto innamorato. Ha realizzato un libro che andrebbe letto, in previsione di un viaggio ma anche per comprendere da lontano le tante identità di una delle più recenti capitali europee.

Una città che l’autore definisce «senza un vero centro» e «un luogo di convergenza o di intersezione di storie». Cosa hanno in comune un hippie di Kreuzberg, una socialite di Wannsee, un operaio di Marzahn, un banchiere di Potzdamer Platz e un laureato disoccupato di Friedrichshain, si domanda l’autore nell’introduzione. La loro esistenza ci rimanda alla complessità e alla difficoltà di catturare “la berlinesità” e sintetizzarla.

Che l’afflusso di genti abbia contribuito a plasmarla, è un dato di fatto, e storia antica. Schürer ricorda come Berlino è stata fondata dagli immigrati, quando alla fine del XII secolo Alberto l’Orso, margravio del Brandeburgo, invitò varie tribù provenienti da altre parti della Germania a stabilirsi. Oggi gli stranieri sono quasi mezzo milione, di quattordici diverse nazionalità, in cui primeggiano i turchi (102 mila circa), seguiti dai polacchi, poi da serbi, italiani e russi.

La Dicke Marie, una quercia di 800 anni che vanta il primato di albero più antico della verdissima Berlino, avrebbe molte storie da raccontare. Ha sicuramente assistito alla crescita della città come sede della monarchia prussiana e al successivo passaggio a capitale del Reich millenario, fino ai bombardamenti e alla lacerazione del dopoguerra. Potrebbe aver visto passeggiare, sulle rive del Tegeler See dove affonda le sue radici, i grandi intellettuali legati a questa città, da Lessing a Fontane, per non parlare dei grandi dei grandi nomi del Novecento, berlinesi o passati per Berlino: Ernest Bloch, Bertolt Brecht, Erich Maria Remarque, Walter Benjamin, Christa Wolf, Günther Grass, per citarne solo alcuni.

Attraverso la storia, l’arte, la letteratura, l’architettura, la musica, la religione, ma anche il paesaggio naturale e antropizzato, Schürer conduce il lettore in un affascinante viaggio alla scoperta della capitale tedesca, egregiamente aiutato da un apparato fotografico e illustrativo, al termine del quale ci si potrà sentire, anche restando sprofondati nella propria poltrona, un po’ più berlinesi.

Maria Tatsos

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Maria Tatsos
Giornalista professionista, è laureata in Scienze Politiche e diplomata in Lingua e Cultura Giapponese presso l'IsiAO di Milano. Attualmente lavora come freelance per vari periodici femminili, collabora con il Museo Popoli e Culture del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) e con il Centro di Cultura Italia-Asia. Tiene corsi di scrittura autobiografica ed è autrice di alcuni libri, che spaziano dai diritti dei consumatori alle religioni asiatiche. È autrice del romanzo storico "La ragazza del Mar Nero" sulla tragedia dei greci del Ponto (2016) e di "Mai più schiavi" (2018), un saggio su Biram Dah Abeid e sulla schiavitù in Mauritania, entrambi editi da Paoline. Nel tempo libero coltiva fiori e colleziona storie di giardini, giardinieri e cacciatori di piante che racconta nel corso "Giardini e dintorni".

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