Cosa cambia con l’abolizione delle quote latte nei Ventotto?

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Il settore lattiero-caseario dell’Unione europea si aspetta una ripresa di allevamenti e nuovi posti di lavoro nei singoli Stati membri

Il regime delle quote latte dell’Ue è giunto al termine lo scorso 31 marzo. Introdotto per la prima volta nel 1984, in un momento in cui la produzione dell’Unione europea abbondava di gran lunga la domanda, ha rappresentato un primo passo nel superamento delle eccedenze strutturali. Le successive riforme della politica agricola comune (Pac) dei Ventotto hanno orientato il settore sempre più al mercato e fornito una serie di strumenti più mirati, come ad esempio i contributi a sostegno dei produttori in zone vulnerabili, tra cui quelle montuose, dove i costi di produzione sono più elevati. Ora c’è da capire cosa cambierà per gli Stati membri in un settore provato dalla crisi che ha visto, soprattutto in Italia, una forte perdita di allevamenti e forza lavoro.

infographic02_enLa decisione sulla data ultima per l’abolizione dei contingenti è stata presa per la prima volta nel 2003, in modo da fornire maggior flessibilità ai produttori dell’Unione per soddisfare l’aumento della domanda, soprattutto sul mercato mondiale. La data è stata riconfermata nel 2008, accompagnata da un ventaglio di misure intese a realizzare un cosiddetto “atterraggio morbido”. Nonostante le quote, negli ultimi 5 anni le esportazioni Ue di prodotti lattiero-caseari sono aumentate del 45% in volume e del 95% in valore. Le proiezioni di mercato indicano che le prospettive di crescita per il futuro rimangono forti, in particolare per quanto riguarda i prodotti a valore aggiunto quali i formaggi, ma anche per gli ingredienti utilizzati nei prodotti alimentari, nutrizionali e sportivi.

Phil Hogan
Il Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale nella Commissione Juncker, l’irlandese Phil Hogan, seguito dal portavoce Daniel Rosario alla conferenza stampa al Berlaymont

Intervenendo in una conferenza stampa al Berlaymont in vista dell’abolizione del regime delle quote, il Commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan ha sostenuto che «l’abolizione delle quote latte è al tempo stesso una sfida e un’opportunità per l’Unione europea. La possiamo considerare una sfida, in quanto un’intera generazione di produttori di latte dovrà abituarsi a vivere in un ambiente completamente nuovo, segnato sicuramente da una certa volatilità. Ma al tempo stesso rappresenterà indubbiamente un’opportunità in termini di crescita e di posti di lavoro. Grazie a una maggiore attenzione sia ai prodotti a valore aggiunto sia agli ingredienti per alimenti “funzionali”, il settore lattiero-caseario ha tutto il potenziale per diventare un motore economico per l’Ue. Le zone più vulnerabili, per le quali l’abolizione delle sistema della quote può essere considerata una minaccia, possono beneficiare della gamma di misure di sviluppo rurale legate al principio di sussidiarietà».

Il presidente della commissione per l’Agricoltura del Parlamento europeo Czesław Siekierski (PPE, Polonia) ha osservato che «le quote latte non hanno salvaguardato il mercato dalle notevoli fluttuazioni dei prezzi, dei redditi e della produzione. L’embargo russo ha costretto la ricerca di nuovi mercati di esportazione che saranno utili dopo l’abolizione delle quote latte». Il latte è prodotto da circa 650.000 aziende agricole dell’Ue e le aziende di trasformazione del latte impiegano 300.000 persone. L’eurodeputato inglese James Nicholson (ECR) vede l’abolizione delle quote latte, come la fine di un’era per il settore lattiero-caseario e come «un’opportunità per costruire un settore lattiero-caseario più fiducioso e solido per il futuro». In questo senso l’Ue dovrebbe assumere un ruolo globale per affrontare il problema della volatilità dei prezzi, infatti per Nicholson «non dovremo aspettare con il fiato sospeso l’esito delle aste delle materie prime negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda».

 

Aphrotiti Papadopoulos

Foto © European Community 2015

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