A Expo 2015 la Conferenza internazionale dei ministri della Cultura

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Dieci proposte dell’Ue contro la distruzione e il traffico dei beni culturali. Costa (Pse): Straordinario esempio di una nuova diplomazia

«La Conferenza internazionale dei ministri della Cultura che ha portato in Italia, a Milano, coloro che sono chiamati a disegnare le politiche culturali di centoquaranta Paesi nel mondo fa onore al Governo italiano e costituisce uno straordinario esempio di quella nuova diplomazia culturale che abbiamo messo al centro della nostra agenda di governo». Lo ha dichiarato la presidente della Commissione Cultura del Parlamento europeo, Silvia Costa, illustrando alla conferenza di ieri a Expo 2015 le dieci proposte del Pe contro la distruzione e il traffico dei beni culturali, sulla base della risoluzione di aprile e dell’audizione della Commissione Cultura del 13 luglio.

Silvia COSTA«Questa conferenza internazionale è l’occasione per condividere con il Governo italiano e ministri europei ed extraeuropei della cultura questi impegni perché diventino una strategia in sede Onu e nell’ambito della Corte penale internazionale», ha proseguito Silvia Costa, «per fronteggiare la distruzione e il traffico dei beni culturali servono sostanzialmente due cose: concretezza e un gioco di squadra, a partire da Unesco, perché siamo di fronte ad una responsabilità internazionale». «Mi fa molto piacere», ha concluso la presidente Costa «che il Governo Italiano abbia accolto per primo le dieci proposte del Parlamento europeo confermando sinergia di intenti e di azioni».

 

Le dieci proposte del Parlamento europeo

 

Considerando che il patrimonio culturale costituisce un elemento importante dell’identità culturale delle comunità, dei gruppi e degli individui, nonché della coesione sociale, cosicché la sua distruzione intenzionale può avere conseguenze negative per la dignità umana e i diritti umani e che i saccheggi e il contrabbando di siti e beni culturali e religiosi, in particolare in Iraq e in Siria ad opera di ISIS/Da’esh sono utilizzati anche per contribuire a finanziare le attività terroristiche con la conseguenza che beni artistici e culturali sono trasformati in “armi da guerra”, il Parlamento europeo propone di:

 

CULT committee meeting in the presence of Commissioner of Migration, Home Affairs & Citizenship

1. Invitare la Commissione europea ad assumere le misure necessarie, in collaborazione con l’Unesco e la Corte penale internazionale, per estendere la fattispecie di crimini contro l’umanità a quegli atti che danneggiano o distruggono intenzionalmente il patrimonio culturale e religioso dell’umanità con atti di vera e propria “pulizia culturale”;

2. Invitare gli Stati membri dell’Unione europea ad adottare le misure necessarie per l’identificazione dei responsabili degli atti di distruzione del patrimonio culturale in Siria e in Iraq; “laddove infatti questi fossero “foreign fighters”,  e quindi cittadini di Paesi che hanno ratificato lo Statuto della Corte penale internazionale, gli Stati di appartenenza possono chiedere l’intervento della Corte;

3. Rafforzare i meccanismi di coordinamento e monitorare l’effettiva attuazione della Risoluzione 2199 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 12 febbraio 2015, al fine di porre termine al commercio illegale di beni culturali dai territori di Siria e Iraq, durante il conflitto in atto, impedendone quindi l’impiego come fonte di finanziamento del terrorismo;

EP President and High Representative of the Union for Foreign Affairs and Security Policy take partin Citizens' Dialogue at Expo Milan and inaugurate EU Pavilion on the Europe Day

4. Estendere la competenza dei Caschi blu dell’Onu ai casi di distruzione del patrimonio culturale, anche attraverso programmi di formazione specifici volti ad individuare le priorità e gli interventi da effettuare in caso di conflitto o di gravi crisi umanitarie;

5. Promuovere l’adesione alla Campagna #Unite4Heritage dell’Unesco e sostenere l’attuazione di programmi specifici finalizzati alla tutela del patrimonio in situazioni di emergenza, sulla base del progetto dell’Unione europea – Unesco Emergency Safeguarding of the Syrian Heritage o del Syrian Observatory, nonché del progetto Mosul sviluppato dall’Initial Training Network for Digital Cultural Heritage, tramite borsa di studio Marie Curie;

6. Invitare gli Stati membri a ratificare la Convenzione Unesco (1970) concernente le misure da adottare per interdire e impedire l’importazione, esportazione e trasferimento di proprietà dei beni culturali di illecita provenienza e promuovere campagne di sensibilizzazione per scoraggiarla. Nonché ratificare la Convenzione dell’Unidroit del 1995 e la Convenzione internazionale per la protezione dei Beni Culturali in caso di conflitti armati del 1954, con il suo secondo protocollo aggiuntivo del 1999;

7. Creare e potenziare i programmi educativi al valore del patrimonio culturale, a tutti i livelli di istruzione, nonché i progetti di dialogo interculturale e interreligioso. Sostenere i progetti di sensibilizzazione riguardo al tema della distruzione e della circolazione illecita dei beni culturali a quelli concreti di formazione di professionisti specializzati nella protezione e restauro dei beni culturali in caso di situazioni di conflitto e di emergenza e nella lotta al traffico illecito, come quelli promossi dall’Iccrom in vari Paesi;

8. Creare safe heavens per i beni culturali rubati o illegalmente rimossi dal Paese di origine, sul modello della legge svizzera sulla protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, di catastrofe o situazione d’urgenza e migliorare il controllo delle frontiere;

9. Adottare una Direttiva Ue sull’importazione dei beni culturali all’interno dell’Unione europea, che dovrebbe richiedere un certificato obbligatorio di importazione,  sulla base di quello previsto dalla Direttiva 2014/60/Ue relativa alla Restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro;

10. Rafforzare la cooperazione tra le organizzazioni internazionali, in particolare tra l’Unesco, l’Interpol, l’Icomos, l’Icom, l’Omd e l’Unione europea, che può svolgere un ruolo importante in riferimento alla lotta al traffico illecito di beni culturali attraverso la rete l’Eu – Cultnet; perfezionare la raccolta di informazioni e la creazione di banche dati relative ai beni culturali usciti illecitamente dai territori colpiti da conflitti o gravi crisi umanitarie e,  in particolare, promuovere e sostenere il progetto Psiche dell’Interpol. In questo quadro ampliare la mission del satellite europeo Copernico.

 

Nicola Del Vecchio

Foto © 2015 European Parliament

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