Crisi dei rifugiati: è giunto il momento per l’Ue di agire come uno Stato

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Dichiarazione del mediatore europeo, Emily O’Reilly, sulla questione immigrazione che scuote il Vecchio Continente in questi giorni

«Negli ultimi giorni abbiamo visto vari Stati membri, molti cittadini comuni, e gruppi della società civile che dimostrano come con umiltà e spirito di abnegazione la loro leadership nell’accogliere i rifugiati nelle loro comunità.
Le istituzioni dell’Unione europea e tutti gli Stati membri devono ora prendere spunto da quei cittadini e agire per alleviare le sofferenze dei rifugiati immediatamente. L’Ue deve utilizzare la sua enorme capacità diplomatica, economica e morale per trovare il modo di affrontare le questioni più ampie sulla sicurezza con i Paesi del Medio Oriente.
lux1L’alternativa è impensabile. Molti credevano che la crisi economica fosse “creare o distruggere il tempo” per l’Unione. Ora ci troviamo di fronte una nuova “ultima occasione”; come rispondere alla situazione di uomini terrorizzati, donne e bambini che chiedono il nostro aiuto, e tutto ciò che deriva dalla mancanza di miseria umana e poca solidarietà degli altri partner globali.
La Commissione europea questa settimana proporrà ulteriori misure in materia di asilo, tra cui strumenti per affrontare questa crisi in modo coordinato, efficace e significativa. Ma può farlo solo se gli Stati membri sosterranno le iniziative della Commissione.
Berg O'Reilly Malosse SigmundTale sostegno, a sua volta deve arrivare dal comune convincimento che non ci sono alternative in questa crisi dei rifugiati in corso.
Ottant’anni fa il popolo ebraico e molti altri sono fuggiti da un regime che ha battuto tutte le regole morali e umane. Molti di coloro che sono fuggiti allora, e per altre crisi dell’Europa, si possono riscontrare con lo stesso disordine etico confuso come per coloro che ora fuggono dalla Siria o altrove. Problemi di xenofobia, negazioni, e visione a breve termine politico affliggono i profughi del 2015 proprio come quelli del 1930 e oltre.
Staff_2014Nessuno può negare la complessità di questa crisi, nessuno può fornire risposte immediate o semplici. Ma ciò che distingue l’Unione europea del 2015 dall’Europa nel 1930 e da allora è il nostro impegno molto importante per i diritti della persona umana, ormai codificato in più trattati europei e internazionali, e più recentemente nella Carta dei diritti fondamentali.
Emily_OReillyQuesti codici devono ora essere tirati giù dalle pareti delle nostre istituzioni e diventare vivi, mappa stradale quotidiana di questa crisi.
L’Unione europea è stata creata per fermare la guerra in Europa. La solidarietà dimostrata allora può ancora tornare per affrontare questa ultima sfida, ma solo con il coraggio, con abnegazione, e con una leadership politica che guarda a un patrimonio che si estende al di là del prossimo ciclo elettorale.
Come Mediatore europeo, oltre a indagare presunte violazioni dei diritti umani, e di altre denunce contro cattiva amministrazione a livello Ue, lavorerò a stretto contatto con i miei colleghi della rete europea di mediatori per perseguire questo obiettivo: contribuire a garantire che i diritti fondamentali siano rispettati per ogni luogo della terra».

 

 

Margit Szucs

Foto © European Ombudsman

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