Viaggio in un Paese colmo di ambiguità e contraddizioni, il cui ruolo nel panorama internazionale è oggi cruciale
Da sempre cerniera fra Oriente e Occidente, la Turchia riveste oggi un ruolo particolarmente delicato negli equilibri dello scacchiere medioorientale. In attesa delle elezioni del primo novembre prossimo, gli scontri fra esercito e PKK divengono di giorno in giorno più sanguinosi. L’HDP, dopo essere entrato in parlamento, denuncia il tentativo a suo avviso messo in atto dal premier Erdogan di precipitare il Paese nel caos fomentando i gruppi nazionalisti, i quali dal canto loro accusano il partito filocurdo di sostenere i terroristi. Dal punto di vista della politica estera la Turchia ha coltivato a lungo un atteggiamento ambiguo, in particolare in relazione al conflitto siriano. Nel suo diario di viaggio Riccardo Cenci descrive le condizioni del Paese in un momento cruciale della sua storia. Non un saggio di geopolitica ma la narrazione di un percorso, intessuta di incontri e di annotazioni riguardo i costumi di un popolo eternamente in bilico fra due mondi, attratto dalle sirene occidentali e nello stesso tempo legato in maniera profonda alle proprie radici.
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