La Corte dei conti europea approva i conti dell’Ue per l’ottavo anno consecutivo

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Secondo l’istituzione di controllo comunitaria è però necessario sviluppare «un approccio integralmente nuovo» alla gestione delle spese e degli investimenti

Nella relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’Unione europea, pubblicata ieri, la Corte dei conti ha certificato la buona salute dei conti dell’Ue. Sia le entrate che le spese amministrative non presentano errori rilevanti. Il tasso di errore globale nei pagamenti è diminuito per il secondo anno consecutivo fino a raggiungere il 4,4% nel 2014. Nella relazione annuale sull’esecuzione del bilancio Ue nel 2014 la Corte sottolinea, inoltre, i progressi compiuti dalla Commissione in termini di aumento della trasparenza e di assorbimento per quanto riguarda la gestione dei fondi comunitari.

La Corte dei conti europea ha invocato, altresì, un approccio integralmente nuovo alla gestione delle spese e degli investimenti dell’Ue. È richiesto un cambiamento sostanziale a tutti i responsabili della gestione dei fondi europei. Secondo quanto affermato in occasione della presentazione della relazione della Corte al Parlamento europeo, coloro che detengono il potere decisionale devono allineare maggiormente l’assegnazione delle risorse di bilancio alle priorità strategiche a lungo termine dell’Ue e rendere tali risorse maggiormente idonee ad essere utilizzate per far fronte a una situazione di crisi.

Contact Committee discussing the EFSI Regulation, Riga 18 June 2015I legislatori devono fare in modo che i programmi di spesa individuino con chiarezza i risultati da raggiungere e i rischi che gli amministratori finanziari possono accettare di correre; gli amministratori finanziari devono assicurarsi che i fondi siano spesi conformemente alle norme stabilite e che conseguano i risultati perseguiti. In qualità di revisore indipendente, la Corte ha certificato i conti dell’Unione europea per il 2014, così come ha fatto per ogni esercizio sin dal 2007. Nell’ultima relazione, la Corte afferma che la revisione imminente dell’attuale ciclo di spesa dell’Ue permetterà di ridefinire le priorità di spesa e invita l’Unione a gestire il bilancio in modo più appropriato per rispondere alle sfide urgenti cui è confrontata. L’Ue dovrà occuparsi di una serie di arretrati per liberare fondi da utilizzare là dove sono maggiormente necessari. Alcuni Stati membri hanno difficoltà ad assorbire i fondi loro assegnati. La Commissione ha stanziato fondi a favore degli Stati membri senza valutare sufficientemente le loro capacità di investimento. Allo stesso tempo, eventuali nuove modalità di finanziamento delle politiche dell’Ue non dovrebbero sottrarre i rischi finanziari al controllo pubblico e all’audit.

CaldeiraVítor Caldeira, presidente della Corte, ha dichiarato: «L’Ue deve investire meglio i propri fondi, garantendo una maggiore rispondenza tra investimenti e priorità, definendo norme più semplici per conseguire risultati e assicurando una gestione più efficiente delle risorse». Kristalina Georgieva, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per il bilancio e le risorse umane, ha sottolineato come «il denaro dell’Ue appartiene ai nostri cittadini e siamo tenuti a far sì che ogni singolo euro sia ben speso. Concordiamo pienamente con il parere della Corte secondo cui occorrono nuove azioni adatte alle nuove circostanze. La Commissione si sta adoperando per adeguare il bilancio alle questioni prioritarie, concentrarsi sui risultati e rafforzare i controlli».

Per la precisione il tasso di errore non indica frode, ma è dovuto principalmente a complesse procedure amministrative che non sono state applicate come previsto. La Commissione europea ha adottato una serie di misure per ottenere che ogni euro del bilancio dell’Unione europea sia speso bene. Infatti, nella suddetta relazione la Corte formula un giudizio positivo sui conti, concludendo che la riscossione delle entrate dell’Ue è esente da errori. Tuttavia, il tasso di errore stimato dalla Corte per la spesa è stato del 4,4 % (rispetto al 4,5 % per il 2013). Il livello di errore stimato non misura la frode, lo ripetiamo, ne l’inefficienza o gli sprechi, ma è una stima delle risorse finanziarie che non avrebbero dovuto essere erogate poiché non utilizzate nel pieno rispetto delle norme dell’Ue.

La Corte ha riscontrato lo stesso livello di errore stimato (4,6 %) sia per la spesa gestita direttamente dalla Commissione sia per quella soggetta a gestione concorrente con gli Stati membri. I più alti livelli di errore sono stati riscontrati per la spesa a titolo della rubrica “Coesione economica, sociale e territoriale” (5,7 %) e della sotto-rubrica “Competitività per la crescita e l’occupazione” (5,6 %). La spesa amministrativa ha registrato il più basso livello di errore stimato (0,5 %).

L’azione correttiva e di recupero della Commissione e delle autorità nazionali nei settori a gestione concorrente ha avuto un impatto positivo sul tasso di errore stimato. Senza tale azione, afferma la Corte, il tasso di errore per la spesa sarebbe stato complessivamente del 5,5 % invece che del 4,4 %. Tuttavia, la Corte aggiunge che si sarebbero potuti correggere più errori e invita la Commissione ad esercitare pienamente i propri poteri per ridurre ulteriormente gli errori e recuperare i fondi indebitamente spesi.

 

Elodie Dubois

Foto © European Court of Auditors 2015

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Elodie Dubois
Francese, innamorata dell'ambiente e dell'Italia. Sempre attenta alle tematiche che riguardano la lotta all'effetto serra e la riduzione dell'inquinamento, contribuisce con la sua esperienza a Strasburgo e a Bruxelles alla realizzazione di una buona Euro...comunicazione!

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