Visitando Valencia: particolari alchimie fra passato e presente

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Una città in grado di reinventarsi, offrendo un polo culturale modernissimo, accanto alla più tradizionale offerta storica e museale. Non solo Calatrava

La capacità di attrarre nuovi flussi turistici passa anche attraverso la ridefinizione dello spazio urbano. E’ quanto accaduto alla città Valencia, che ha saputo reinventarsi grazie all’apporto di un architetto tanto richiesto quanto discusso come Santiago Calatrava. Un artista in grado di pensare e realizzare una città nuova  in contrappunto a quella storica.

Un immenso spazio futuribile, un polo di attrazione sorto sul letto del fiume Turia, oggi deviato a causa di trascorsi straripamenti. Avveniristiche architetture che si riflettono negli specchi d’acqua circostanti dialogano con le sculture disseminate ovunque e con gli elementi naturali, come il sorprendente palmeto inserito all’interno dell’Umbracle, una terrazza panoramica coperta che offre una vista spettacolare sulla Città delle Scienze.

IMG_2685Le costruzioni che punteggiano quello che viene definito come il più grande centro ludico-culturale d’Europa sono l’Hemisferic, una sorta di enorme bulbo oculare a simboleggiare l’aspirazione umana verso la conoscenza, nel quale si può assistere a sorprendenti proiezioni 3D, il Palau de le Arts Reina Sofia, contenitore dedicato all’opera, ai concerti e alle arti sceniche in generale che appare come una specie di astronave pronta a spiccare il volo, la sagoma vagamente simile a quella di un misterioso cetaceo dell’Agorà, struttura pensata per ospitare grandi eventi culturali e sportivi, la grande arpa del ponte de L’Assut d’Or e il parco Oceanografico, dedicato all’immensa varietà del mondo degli abissi.

Uno spazio che guarda al futuro ma che, nella sua unità di scienza, arte e natura, appare come un monito a un’umanità sovente disattenta nei confronti dell’ambiente nel quale vive. Un prodigio inventivo la cui costruzione ha richiesto oltre un ventennio, dal 1985 al 2009, vivo oggi come nel momento della sua inaugurazione, che sembra in grado di sfuggire alla precoce obsolescenza che sovente affligge l’architettura moderna.

IMG_2619Volendo parlare di natura non si può trascurare l’area dell’Albufera, il parco naturale più grande d’Europa situato vicino a un centro abitato di grandi dimensioni. Ventunomila ettari occupati in parte da una grande laguna, luogo di nidificazione di innumerevoli specie di uccelli. E ancora il Bioparco, molto diverso da uno zoo tradizionale, una struttura nella quale il visitatore può davvero, per quanto possibile in un luogo che ospita animali in cattività, respirare le atmosfere selvagge della savana. Il contatto con alcune specie, come i lemuri del Madagascar, è davvero diretto e stimolante per gli amanti della variegata fauna che popola il nostro pianeta.

Basterebbe tutto questo per attrarre imponenti flussi turistici. Eppure Valencia, nella sua prepotente aspirazione modernista, non vuole abdicare in alcun modo al suo ruolo di città storica.

Tralasciando i luoghi più noti, come la cattedrale e le vie che la circondano, o ancora la Plaza del Ayuntamiento, costantemente affollati da turisti, si vogliono segnalare alcuni spazi poco conosciuti ma ricchissimi di suggestione.

IMG_3354Primo fra tutti la casa museo Benlliure, nella quale conoscere la storia di una famiglia di artisti molto influente nella città. Un luogo magico e poco frequentato, regno del silenzio e della concentrazione. José Benlliure vi si trasferì nel 1914, allestendovi il suo studio. Due diversi edifici collegati da un giardino di rara bellezza, ornato di azulejos e piante di aranci, offrono riparo al visitatore desideroso di pace. Tele pregevoli mostrano l’evoluzione stilistica del patriarca della famiglia e dei suoi figli.

Ancora prezioso e solitario il museo del Patriarca, aperto solo la mattina dalle 11.00 alle 13.30. Quando si trova chiuso si può provare a bussare. Se si è fortunati un custode gentilissimo vi farà accedere alle sale espositive, nelle quali si trovano opere di El Greco, di Josè de Ribera (un Ecce Homo di impressionante espressività), dei fiamminghi Jan Provost e Roger van der Weyden. Vi si trova inoltre una delle innumerevoli versioni del Bacio di Giuda del Caravaggio, la cui unica declinazione ritenuta certamente autentica dagli studiosi è custodita nel museo di Dublino. Anche l’interessante Crocifissione di San Pietro qui conservata è una copia del Caravaggio della Chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. Tale era la fama del Merisi e ambitissime le sue opere.   

IMG_3196Da poco uscita da un importante restauro, la chiesa di San Nicola offre le suggestioni di una volta interamente affrescata, recuperata a una facile e chiara leggibilità. Il ciclo porta la firma di Dionis Vidal, allievo del più noto Antonio Palomino.  Una interessante mostra dedicata al restauro completa la visita.

Citiamo infine il Museo de Bellas Artes, ingiustamente disertato dai visitatori ma forte di opere di El Greco, Murillo, Ribera, Velasquez e Goya. Chi voglia approfondire gli esiti della scuola pittorica valenzana troverà inoltre quadri di Ribalta, Sorolla, Benlliure e numerosi altri.

Poche città in Europa sono in grado di offrire una tale alchimia fra passato e presente, pochi luoghi possono coniugare arte, scienza e natura in maniera tanto accattivante per il visitatore.

Testo e foto di Riccardo Cenci

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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