A Vienna si ripete il ballottaggio, nuova sfida su Ue e Brennero

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Commissione, Juncker e Hahn: non interferiamo con decisione Corte costituzionale austriaca. Per le presidenziali si teme la vittoria della destra di Hofer

La ripetizione del voto per la presidenza della Repubblica in Austria, fra il verde europeista Alexander Van der Bellen e l’esponente della destra euroscettica Norbert Hofer, si terrà a fine settembre o all’inizio del mese di ottobre. Lo ha annunciato il ministero dell’Interno di Vienna in seguito alla sentenza con cui la Corte Costituzionale austriaca ha annullato il ballottaggio tenutosi lo scorso 22 maggio e che si era deciso per poche migliaia di voti.

Motivo? L’irregolarità riscontrata in 14 dei 20 distretti presi in esame in seguito a ricorso. Per il quotidiano Der Standard la Consulta austriaca non ha trovato brogli o manipolazioni nello scrutinio, bensì evidenziato errori nel procedimento elettorale. A questo punto il presidente uscente Heinz Fischer lascerà l’incarico, il prossimo 8 luglio, all’interim collegiale dei presidenti delle Camere (Hofer tra questi, ndr).

«Si tratta di una decisione della Corte costituzionale di uno Stato membro e noi non interferiamo», questo il commento del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker in merito alla decisione dell’Alta Corte austriaca di tenere nuovamente il ballottaggio per le presidenziali. Sulla stessa falsariga il commissario Ue Johannes Hahn, che si espone auspicando una vittoria del candidato moderato: «probabilmente il risultato sara’ confermato».

VIENNA TIMMERMANSTutto da rifare, dunque, in autunno gli austriaci torneranno a eleggere il loro presidente, dopo l’ultimo testa a testa al fotofinish con una vittoria di Van der Bellen per appena 31.000 voti di vantaggio sull’ultranazionalista Norbert Hofer. Di fatto la Corte costituzionale di Vienna ha dato il via a una nuova campagna elettorale, che sarà caratterizzata da futuro dell’Austria in Europa, ipotesi referendum sulla strada indicata dal Brexit e, soprattutto, controlli al Brennero.

Il timore è che un ribaltamento del risultato uscito a maggio possa innescare, quindi, un processo verso un referendum sull’Auxit, uscita dell’Austria dalla Ue, mentre lo stesso annuncia il presidente della Repubblica Ceca Milos Zeman inserendo nell’eventuale consultazione anche l’uscita del suo Paese dalla Nato. Da Londra i candidati alla guida del partito conservatore, che guidano il Paese, Michael Gove e Theresa May, concordano nel non voler attivare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, per il divorzio dall’Unione, prima del 2017, non contribuendo a fare chiarezza.

Non a caso a festeggiare, ieri, erano tutti i leader euroscettici d’Europa: con un «Super!» aveva esultato su Twitter l’olandese Geert Wilders che sogna l’uscita dei Paesi Bassi (Nexit); «verità e libertà alla fine vincono» per il leghista Matteo Salvini, che in caso di ottenimento promette l’uscita dall’euro. Unica nota positiva per gli europeisti arriva da un sondaggio pubblicato dal quotidiano francese La Croix, dal quale emerge che l’esito del referendum britannico rafforza il legame Ue: «La parte di coloro che auspica un’accelerazione della costruzione europea cresce di 11 punti», precisa lo studio.

 

Claudia Lechner

Foto © European Union , 2016

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