Lungo le pendici dei monti Ernici il Cesanese del Piglio alla conquista

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All’inaugurazione dell’anno sociale dell’Associazione Italiana Sommelier, il vino caro ai Papi è stato al centro della serata di degustazione. Amato più all’estero che in Italia

Ci sono paesi nel territorio italiano attraversati dalla storia che ne ha segnato il cammino. Storie di dominazioni, di sottomissioni, di sopraffazioni, di lotte tra famiglie nobili e meno nobili, paesi usati come teatro di battaglia.

Ci sono luoghi nella provincia di Frosinone come Piglio, Serrone, Anagni, Acuto, Paliano che ai fatti di armi hanno aggiunto nel corso dei secoli una storia agroalimentare ed enologica in costante evoluzione. Parlando della Ciociaria Guido Piovene nel suo “Viaggio in Italia” scriveva: «Anzitutto il paesaggio: quel paesaggio spaziato, silenzioso, con larghi vuoti, di una solennità, di una dignità che respinge il particolare e il minuto».

Può un vitigno assurgere a fatto storico, sociale e culturale insieme? Sì, se quel vitigno è il Cesanese di Affile che dà origine al Cesanese del Piglio Docg (dal 2008). «Il Cesanese è un fatto storico – conferma a Eurocomunicazione Paolo Perinelli, presidente del Consorzio Cesanese del Piglio Docg -. Ricordo che anche nei momenti di difficoltà dei vini rossi negli anni Novanta del secolo scorso il Cesanese qui è rimasto forte e vivo. E’ un fatto anche sociale, perché anche i piccoli viticoltori che lavorano nel vigneto non hanno mai abbandonato la loro piccola produzione – prosegue Perinelli -. C’è un attaccamento alla terra e a questo importante storico vitigno».

img_3895Piglio, Serrone, Anagni, Acuto, Paliano sono i cinque Comuni in provincia di Frosinone dove si concentra la produzione di Cesanese del Piglio Docg che il Consorzio sta promuovendo per farlo conoscere a un più vasto pubblico di winelovers.

Quanto bisogna aspettare ancora perché il Cesanese del Piglio entri a pieno titolo a far parte dei grandi vini italiani? Cosa manca allo storico vino del frusinate per uscire dal perimetro regionale? Forse sono mancati i vignaioli come Bruno Giacosa, Livio Felluga, Josko Gravner, Emidio Pepe, Silvia Imparato, Elena Fucci per fargli assumere una dimensione nazionale prima internazionale poi. «Sicuramente manca un po’ la conoscenza del vino e proprio in questa direzione si sta muovendo il Consorzio per fare più promozione, più degustazioni in Italia – sottolinea Perinelli-  Sono molto fiducioso sulla crescita dei nostri vitivinicoltori. Ma credo che anche tra i produttori di Cesanese del Piglio ci siano in questo momento nomi di riferimento alla stregua di quelli citati».

Alla campagna di conoscenza del vino deve seguire un’azione di marketing turistico dei luoghi. Che in Italia attraverso le Strade del Vino, i Borghi più belli d’Italia, stanno promuovendo e valorizzando paesi minori dalle bellezze particolari. Come i paesi del Consorzio citati. «Ci sono delle bellezze da valorizzare anche in Ciociaria, ricca di storia e di tradizioni – aggiunge con orgoglio Perinelli -. Spesso mi viene da chiedere alle istituzioni locali una maggiore attenzione al territorio, perché il vino valorizza il territorio e viceversa. Ci deve essere un più stretto connubio fra noi e i nostri Comuni. In Ciociaria ci sono grandi Abazie e un Monachesimo che è stato ed è ancora un faro di cultura religiosa e non solo per noi».

La promozione del Cesanese del Piglio Dogc all’inaugurazione dell’anno sociale della Delegazione di Roma dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS) del Lazio con il suo delegato Danilo Jesus Giglio e con il presidente Angelica Mosetti si muove in questa direzione, in quella moltiplicazione di conoscenza che aumenta l’interesse.

img_3901Produttori la cui storia affonda nel Medioevo come Coletti Conti ad Anagni che può vantare Papi nel proprio casato; “Casale della Ioria” ad Acuto di Paolo Anagni la cui attività vitivinicola risale al 1921. Giovanni Terenzi che a Serrone ha dedicato con umiltà, passione e competenza la sua vita alla produzione di Cesanese del Piglio. Produttori-contadini che hanno restituito al territorio circondato dai Monti Ernici la dignità, il ruolo trainante nell’economia vinicola del Lazio.

La produzione del Cesanese del Piglio Docg si aggira sulle 500 mila bottiglie annue, il 20% delle quali prende la via dell’estero «con un trend di crescita quasi a 2 cifre ogni anno. Dal 2008, anno di riconoscimento della Docg, c’è stato un incremento molto importante – spiega Perinelli -. Il Cesanese del Piglio è abbastanza conosciuto all’estero soprattutto nei Paesi come Stati Uniti e Canada. Ma lo è anche in Giappone, in Australia, Messico e in Europa. Paradossalmente il Cesanese del Piglio è più conosciuto all’estero che in Italia».

I Soci attualmente sono 29 che rappresentano l’80% della produzione della Docg. «C’è molta coesione all’interno del Consorzio. Si va avanti con vigore» conclude con ottimismo il presidente del Consorzio Cesanese del Piglio Docg, Paolo Perinelli.

 

Enzo Di Giacomo

Foto © Enzo Di Giacomo

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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