Gozi: Italia mantiene il veto sul bilancio pluriennale Ue

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Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli Affari europei nel governo Renzi si sono fatti passi avanti per il 2017, ma sul resto no

L’Italia non recede dal puntare ancora i piedi a Bruxelles sul bilancio previsionale. In sede europea il Belpaese ha confermato la sua astensione in concomitanza del via libera definitivo sul bilancio Ue per il 2017 data dal Consiglio. L’Italia ha deciso di mantenere la posizione assunta nel negoziato, anche ponendo il veto sul riesame del budget pluriennale. Come riporta l’Agenzia Ansa, nonostante i passi in avanti nella direzione auspicata da Roma per vedere maggiori fondi destinati ai capitoli di crescita, lavoro e migranti per il 2017, resta «la riserva» italiana sul «pacchetto complessivo fino al 2020», per il quale c’è ancora «molto lavoro da fare», come avverte il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli Affari europei nel governo Renzi Sandro Gozi. Sulla stessa posizione anche Atene, mentre Londra si è astenuta, per una riserva espressa dal Parlamento nazionale. Se da un punto di vista tecnico il budget 2017 e quello pluriennale non sono legati tra loro, il segnale ribadito oggi dall’Italia è da leggere in continuità: «Vogliamo proseguire su questa strada» – spiega Gozi – «è una situazione che si risolverà solo a livello politico» e in nessun’altra sede.

bandiereL’appuntamento sul riesame del budget fino al 2020 è per il consiglio Affari generali di metà dicembre, in preparazione del summit dei leader Ue di 15 e 16, dove l’Italia dovrà far valere tutte le sue carte nel dibattito sulla riforma del regolamento di Dublino, che si annuncia tutto in salita, e nella ricerca di sostegno per una politica economica di sostegno alla ripresa. Ma se al referendum del 4 dicembre «vincesse il “No”, ogni decisione» per il futuro governo «è nelle mani di Mattarella», evidenzia la vice segretaria del Pd, nonché presidente della regione Friuli Venezia Giulia ed ex deputata europea Debora Serracchiani, che mette in guardia: «Noi siamo stati gli unici che hanno rotto le scatole all’Ue, anche con l’astensione sul bilancio». Probabilmente «un governo tecnico, debole e meno attento» farebbe comodo ad un’Europa «che si prepara anche a nuove scadenze elettorali, come le elezioni in Francia e Germania».

Intanto con il via libera anche del Parlamento europeo atteso per il primo dicembre, il bilancio Ue 2017 potrà considerarsi adottato. Qui «abbiamo ottenuto gli aumenti che chiedevamo, grazie ad un ottimo lavoro di squadra col Parlamento europeo», sottolinea ancora Gozi. Il budget prevede 157,9 miliardi in impegni e 134,5 miliardi in pagamenti, pari rispettivamente a un aumento dell’1,7% e a una riduzione dell’1,6% rispetto al 2016. Aumentano in particolare le risorse a favore di migranti e giovani: 5,91 i miliardi stanziati per affrontare la crisi dei rifugiati e la sicurezza (+11,3%). Per crescita e occupazione i fondi saranno 21,3 miliardi (+12%). Mentre i fondi a favore del programma Erasmus+ aumenteranno del 19% a 2,1mld, e l’Efsi (European Fund for Strategic Investments), il fondo del piano Juncker, avrà impegni pari 2,7 miliardi, ossia +25%. Per i giovani, anche 500 milioni per la Youth Employment initiative.

 

Fiasha Van Dijk

 

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Fiasha Van Dijk
Fondamentalmente apolide, proveniente solo "per caso" dai Paesi Bassi, figlia di immigrati di due continenti diversi da quello in cui vivo, spero di portare i resoconti dei pregi delle politiche dell'integrazione, della salute e della medicina dal resto d'Europa...

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