Parlamento europeo, Antonio Tajani verso la presidenza

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La sfida col connazionale Gianni Pittella verso l’epilogo. Fra meno di una settimana le probabilità di un italiano a presiedere l’istituzione sono quasi totali

Manca meno di una settimana all’elezione del nuovo presidente del Parlamento europeo e dopo l’abdicazione forzata dell’attuale capo Martin Schulz, che puntava in un primo tempo a triplicare il mandato del 2012 andando contro la regola dell’alternanza – ora è già pronto per un incarico in Germania – in pista, in prima fila, ci sono due italiani, Antonio Tajani (PPE) e Gianni Pittella (S&D). Un segnale importante per il Belpaese e per la politica in Europa dopo anni di dominanza teutonica, che potrebbe incidere sulla rotta della stessa Ue.

Hemicycle_of_Louise_Weiss_building_of_the_European_Parliament,_StrasbourgForti del sostegno delle due principali forze politiche, e liberati dalla concorrenza del possibile terzo incomodo Guy Verhofstad, autoesclusosi dopo il suicidio politico con la retromarcia del mancato ingresso dei 5Stelle all’Alde, a meno di colpi di scena dell’ultim’ora, saranno i due italiani a giocarsi la partita decisiva per la guida dell’Assemblea di Strasburgo, divenuta dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, un anello forte della legislazione europea assieme a Consiglio e Commissione.

Il D-Day è fissato per martedi 17 gennaio a Strasburgo e in pole position parte Antonio Tajani, Forza Italia, in Europa da oltre 20 anni con un’esperienza a 360 gradi ad alto livello come eurodeputato, vicepresidente del Partito popolare europeo e commissario e vicepresidente della Commissione Barroso, prima ai Trasporti poi all’Industria. Il politico romano può contare su numeri importanti, attualmente è, infatti, primo vicepresidente del Parlamento europeo dopo aver ricevuto nel luglio 2014 più voti del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e Martin Schulz, quando il Parlamento europeo si è insediato. I 452 voti allora ricevuti, frutto di un legame stretto con l’euroassemblea mai rescisso e un porta a porta con tutti i suoi alfieri eurodeputati, resta un bottino robusto se calato nel sistema elettivo dell’Assemblea, maggioranza assoluta dei voti ai primi tre scrutini (Il Parlamento conta di 751 deputati) o maggioranza relativa al quarto.

European flag and French flag at half-mast in the European Parliament in Brussels following yesterday's attacks in Paris.Poche dichiarazioni sinora per Tajani, dopo l’elezione nel PPE che lo ha lanciato alla corsa del Parlamento a metà dicembre, di certo c’è piuttosto la voglia di fare cose concrete, rafforzando il Parlamento e avvicinarlo ai cittadini, rilanciando l’Europa. Nelle poche interviste è chiara la ricetta che punta su più politica estera e difesa, lotta contro il terrorismo e l’immigrazione illegale, con misure per contrastare la crisi economica che ancora attanaglia il Vecchio Continente.

«Non penso che la soluzione sia una guerra fra austerità e non-austerità» – ha dichiarato Tajani – «piuttosto la soluzione passa nella riduzione del debito pubblico favorendo la crescita, grazie a una politica industriale con più aiuti alle Pmi, accesso al credito, meno burocrazia e aiuti al settore agricolo». Il count-down verso la presidenza corre veloce. Se saprá lavorare come ha fatto sinora Tajani vincerà la sfida dell’elezione, ma più importante sarà la sfida di dare forza e significato a un’Unione europea attualmente in bianco e nero, con ricadute concrete per i suoi oltre 500 milioni di cittadini.

Un assaggio dello show down del 17 lo daranno i candidati alla presidenza nel confronto di mercoledì 11/01 organizzato da Politico.eu.

Live alle ore 18:00: http://www.politico.eu/event/european-parliament-presidential-debate/

 

Andrea Maresi

Foto © European Union (EP)

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