Il pellegrinaggio e il turismo religioso al tempo della crisi

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Intervista a Monsignor Liberio Andreatta, vice presidente e A.d. Opera Romana Pellegrinaggi. C’è «una ripresa dei cammini verso i luoghi della fede. Si è abbassato il livello di paura»

Nonostante il clima di incertezza (se non di paura, in alcuni luoghi) dopo gli attentati, i viaggiatori con motivazioni di fede hanno ripreso il cammino.

I “viaggiatori religiosi” nel mondo sono oltre 300 milioni l’anno con un fatturato di 12,5 miliardi di euro; in Italia si contano 19 milioni di pernottamenti di turistireligiosi” per un giro d’affari di circa 5 miliardi di euro – secondo una indagine della società Trademark Italia – e ogni anno si registra la presenza di circa 40 milioni di visitatori nei luoghi di culto. Il viaggio, soprattutto quello religioso, costituisce sin dai tempi remoti (con una forte accentuazione nel Medioevo) una componente fondamentale della manifestazione di fede.

La linea di demarcazione tra pellegrinaggio e turismo religioso oggi è sempre più stretta sino a fondersi in virtù anche di un ampliamento della conoscenza della fede e dei luoghi. Non ci si reca in Terra Santa, a Lourdes, Fatima, Santiago de Compostela, Czestochowa e Medijugorie all’estero e a Roma, San Giovanni Rotondo, Assisi, Loreto e Pompei in Italia senza visitare poi la città e dintorni e dimorarvi. Una sorta di integrazione alla fede: la bellezza dei Santuari, delle Chiese e la bellezza dei luoghi dove sono posizionati.

A metà degli anni Novanta del secolo scorso in Italia erano una trentina i tour operator specializzati che organizzavano pellegrinaggi e viaggi della fede. Con l’Opera Romana Pellegrinaggi come leader del settore, al timone della quale c’è da diversi lustri monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente e amministratore delegato. L’Orp che da più di 80 anni organizza viaggi e pellegrinaggi lungo i percorsi della fede in Italia, in Europa, nel mondo, è un’attività istituzionale del Vicariato di Roma, organo della Santa Sede alle dirette dipendenze del Cardinale Vicario del Papa.

Palazzo Maffei Marescotti sede Opera Romana Pellegrinaggi

Don Liberio ha attraversato l’ultimo quarto XX secolo e questi primi anni del terzo millennio alla guida dell’Orp sempre concentrato a promuovere e organizzare viaggi e conferenze in Italia e in Europa per portare anche dai Paesi più sperduti della Penisola pellegrini che vogliono fare, anzi coronare, un’esperienza di fede, di cristiano non rassegnato alla secolarizzazione, al tramonto della parola di Cristo. Anzi con il suo cammino, con il suo andare oltre, la rafforza, la testimonia con più vigore.

Un’esperienza che fa di Liberio Andreatta uno dei più profondi conoscitori del pellegrinaggio e del turismo religioso.

 

Chi è il pellegrino oggi? C’è una ripresa del cammino verso i luoghi della fede dopo gli attentati degli anni scorsi?

«Il pellegrino è un uomo in cerca di spiritualità e alla ricerca di risposte ai suoi problemi interiori. Desidera conoscere la cultura dei luoghi in cui si reca, il territorio e le bellezze naturali. Gli attentati degli scorsi anni hanno naturalmente creato paura e questo ha danneggiato sia il sistema turistico sia i pellegrinaggi. Abbiamo però registrato, in questi primi mesi del 2017, una ripresa dei cammini verso i luoghi della fede. Si è abbassato il livello di paura. In Terra Santa e in Giordania c’è una ripresa del 35%. A Lourdes del 10%. E abbiamo grandi aspettative per Fatima, che quest’anno celebra il centenario dalle apparizioni della Vergine. Cresce anche la richiesta per mète come l’Iran e l’Uzbekistan, la Cina, l’India, l’Iran, l’Armenia e l’Argentina».

Lei che è un esperto, può descrivere il pellegrino e il turista religioso. La linea di demarcazione si fa sempre più stretta?

«Sì, la linea di demarcazione si fa sempre più stretta. La tecnologia, il low cost, la crisi delle compagnie aeree, incentivano e favoriscono il “fai da te” e questo è un elemento che non differenzia il pellegrino dal turista. Il pellegrino è colui per cui non conta tanto il luogo, ma il senso dell’incontro. Fede, libertà e ricerca sono i nomi dei passi di chi decide di pellegrinare. Il pellegrino è alla ricerca di risposte di fede e vive il cammino come occasione di incontro con Dio. Il turista religioso invece ama anche fare delle esperienze, scegliere degli itinerari, avere incontri con culture e religioni differenti, desidera sentirsi protagonista di dialogo e di incontri che favoriscono la crescita, la conoscenza reciproca e la pace. Per far capire a fondo la differenza tra pellegrinaggio e turismo religioso, c’è una spiegazione che credo calzi bene e sia facilmente comprensibile: il primo è una forma di catechesi, il secondo è una forma di evangelizzazione».

Dopo il Giubileo straordinario della Misericordia appena concluso nel corso del quale l’Orp ha portato a Roma milioni di pellegrini, l’anno 2017 rappresenta una pausa di riflessione, di raccolta, di studio o prosegue incessante l’opera del pellegrinaggio da parte dell’Opera Romana?

«Prosegue la nostra opera incessante! Il nostro catalogo per i pellegrinaggi del 2017, che arriva nelle case di oltre centomila pellegrini ed è consultabile anche sul sito internet dell’Opera Romana Pellegrinaggi (www.operaromanapellegrinaggi.org), conferma gli itinerari classici e ha nuovi itinerari missionari, come la Cina, l’India, il Sud Africa, l’Armenia, l’Argentina, l’Iran. Siamo particolarmente fieri inoltre dei nuovi itinerari in Italia: la Puglia con la Terra d’Arneo, la Sicilia e tutti i luoghi che proponiamo insieme al FAI, come Matera, Venezia, le Cinque Terre, l’Umbria».

C’è un Santuario, un luogo religioso ancora poco conosciuto in Italia e in Europa o anche nel mondo che merita di essere promosso, valorizzato e visitato? Insomma l’Orp sta studiando un ampliamento della propria offerta?

«Certamente. A questo proposito voglio parlare del Monastero di Santo Toribio de Liebana, un luogo di fede poco conosciuto ma incredibile! Si trova in Cantabria, una regione del nord della Spagna che abbiamo visitato a fine 2016 e abbiamo voluto aggiungere alla nostra offerta. Pochi lo sanno, ma al suo interno il monastero ospita il Lignus Crucis, il pezzo più grande della croce di Gesù. Santo Toribio è uno dei luoghi santi di pellegrinaggio per i cristiani, come Gerusalemme, Roma, Caravaca de la Cruz e Santiago de Compostela, e l’Opera Romana Pellegrinaggi desidera promuovere e valorizzare questo importante santuario, ancora poco visitato. Inoltre sia a Santo Toribio che a Caravaca de la Cruz (dove c’è il Santuario de la Vera Cruz) il 2017 è Anno Giubilare».

Si è concluso da poco il XIX Convegno Nazionale Teologico-Pastorale, cosa rappresenta il Convegno annuale che si conferma un punto fermo nel dibattito culturale e religioso oggi in Italia.

«Il Convegno Nazionale Teologico Pastorale è un appuntamento annuale irrinunciabile per l’Opera Romana Pellegrinaggi. È occasione di incontro e formazione e ogni anno scegliamo con cura il tema centrale, che deve sempre essere attuale per arricchire e donare spunti di riflessione ai partecipanti e ai relatori. A fine gennaio si è concluso l’appuntamento del 2017, dedicato ad una tematica che ci sta particolarmente a cuore: pellegrinaggio, fede e bellezza. Il parterre di relatori che hanno partecipato è di grande levatura e abbiamo messo a disposizione di tutti i testi delle relazioni, che possono essere consultate alla pagina dedicata agli eventi del nostro sito internet (vedi link).

Da quanti anni è al timone dell’Opera Romana Pellegrinaggi?

«Approdo all’Opera Romana Pellegrinaggi nel 1971, prima come collaboratore esterno (accompagnatore e assistente spirituale di pellegrinaggi), poi come diretto collaboratore di Mons. Davide Bianchi, e dal 1989 in qualità di vicepresidente e successivamente anche come amministratore delegato».

 

Enzo Di Giacomo

Foto © Enzo Di Giacomo

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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