Traiano, 1900 anni fa moriva l’Optimus Princeps

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Oggi l’anniversario, dal 29/11 una grande mostra a Roma. Di lui si ricorda soprattutto la conquista della Dacia (l’odierna Romania e in parte Bulgaria e Ungheria)

L’8 agosto del 117 d.C., a Selinus in Cilicia, moriva Marco Ulpio Nerva Traiano, primo imperatore adottivo e non romano (ma ispanico), che durante il suo regno portò i domini di Roma alla loro massima estensione. La Città Eterna, per questi 1.900 anni dalla scomparsa, celebrerà l’Optimus Princeps con con una grande mostra dal titolo “Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa“, che sarà ospitata ai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali – dal 29 novembre al 16 settembre 2018.

Proveniente dalla famiglia degli Ulpii, che, sebbene provinciale, era eminente e di rango senatorio, venne adottato da Nerva nel 96, per succedergli due anni dopo. Una rapida ascesa, dovuta a diversi motivi, primo fra tutti il fatto che le legioni da lui comandate, anche in qualità di Governatore della Germania, erano le più prossime all’Italia, disponendo così di un esercito fedele e pronto ad appoggiarlo. Senza contare che Traiano all’epoca era probabilmente l’unico in grado di riprendere le orme politiche del padre adottivo, che si basavano su un governo di tipo assistenziale. Probabilmente per questo venne accettato subito da esercito, Senato e pretoriani, quale capo dello stato nel 98 e vi rimase fino al 117.

Passato alla storia come uno degli imperatori più seri e corretti, già i suoi contemporanei enfatizzavano le capacità di Traiano nel gestire al meglio gli affari della res publica. Secondo i biografi, non fu corrotto dal potere e non usò titolo e potere per scavalcare la legge, della quale anzi riconobbe sempre il primato, perfino sulla carica imperiale. Eliminò quindi quei rituali decadenti tipici dei monarchi orientali e riuscì a farsi amare da tutti, in particolare dalle parti sociali più importanti, il Senato, l’esercito, nonché dal popolo stesso.

Traiano era convinto che il progresso scaturisse più da un’oculata amministrazione che da imponenti riforme. Grande comunicatore, amato dai soldati per la sua affabilità, difficile all’ira e incline alla clemenza, benché non avesse la cultura di Adriano e Marco Aurelio, il successore di Nerva possedeva un’indiscussa saggezza nella vita quotidiana, in guerra e in politica. L’esposizione dei Traianei racconterà appunto questa vita “eccezionale” di Traiano, in grado di imporsi al mondo non tanto come condottiero, bensì qualecostruttore a 360 gradi“: dalle infrastrutture al programma di welfare, dagli incentivi economici alle opere architettoniche.

Non mancherà un focus sulla figura e sugli spazi privati di Traiano, con uno sguardo al ruolo speciale delle donne di casa imperiale. La narrazione, coinvolgente e immersiva, si snoderà attraverso una ricca selezione di reperti, tra cui figureranno statue, ritratti, decorazioni architettoniche, calchi della Colonna Traiana, monete, provenienti da musei della Sovrintendenza Capitolina e da prestigiosi Archeologici italiani e stranieri. Numerose anche le installazioni multimediali e interattive, modelli in scala, rielaborazioni tridimensionali e filmati.

Traiano fondò, tra l’altro, il porto di Civitavecchia, che nell’Antica Rocca ospita fino all’8 ottobre la mostraTraiano Optimus PrincepsI porti dell’imperatore“. Quattro le sezioni, dedicate alla vita dell’imperatore; ai porti di Civitavecchia e di Ostia; alle città di Centumcellae e della medievale Cencelle; ai commerci e alle rotte marittime del Mediterraneo. La mostra è stata realizzata da soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, provincia di Viterbo e Etruria meridionale con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale.

 

Nicola Del Vecchio

Foto © Wikicommons

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