Piazza Affari unica borsa valori d’Europa positiva da inizio dell’anno

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Nel primo trimestre Milano in attivo malgrado le ultime elezioni. Negli Stati Uniti resiste solo il Nasdaq. Alla Uif balzo di segnalazioni legate al finanziamento del terrorismo

La Borsa italiana è l’unica europea in territorio positivo dall’inizio del 2018. Nei primi tre mesi, infatti, il listino milanese ha avuto un rialzo del 2,55% (+5,31% in dollari), malgrado la frenata registrata nel lunedì post elettorale dello scorso 5 marzo. Di tutt’altro tipo il risultato di Londra, sotto dell’8,21%, Francoforte (-6,35%), Madrid (-4,42%), Parigi (-2,73%) e Zurigo (-0,17%), che a fine dicembre aveva soffiato il primato per il 2017 proprio a Piazza Affari. Negli Usa il Dow Jones ha ceduto il 2,49% mentre il Nasdaq è salito del 2,32%, nonostante i recenti scivoloni dei colossi del web e della tecnologia, che ieri sono tutti rimbalzati, superando indenni lo scandalo dei dati di Facebook (+4,42%): Nvidia è sopra del 4,6%, Amazon dell’1,11% e Microsoft del 2,1%. Bene anche Tesla (+3,24%), affondata due giorni fa dai conti e dal passo indietro di Nvidia sull’auto a guida autonoma.

Situazione poco rosea anche in Asia e nel Pacifico, con Hong Kong (+0,58%) sopra la parità a differenza di Tokyo, che nel primo trimestre ha perso il 5,76%, e Shanghai (-4,28%), colpita recentemente dalla guerra dei dazi con Washington. Positive anche Taiwan (+2,47%), Seul (+9,1%), Singapore (+0,74%) e Bangkok (+3,71%). A Piazza Affari i titoli migliori da inizio anno sono stati quelli della moda, da Yoox-Nap (+29,11%), oggetto di un’Opa da parte del colosso del lusso svizzero Richemont, e Moncler (+18,03%). Seguono Poste (+16,21%), Exor (+12,93%) e Fineco (+11,37%). I peggiori sono invece Mps (-36,66%), Recordati (-22,69%), Saipem (-17,69%), Buzzi (-16,95%), Cnh (-13,13%) e Snam (-8,31%). Più tranquillo l’andamento di Unicredit (+6,43%), Fca (+6,33%) e Ferrari (+8,77%). Queste ultime, quotate anche a New York, dove hanno fatto decisamente meglio: +15,96% per il Cavallino Rampante e +14,96% per l’ex-Lingotto.

Le turbolenze sui mercati hanno quindi colpito più all’estero che in Italia, da sempre considerata come l’anello debole tra i Paesi più avanzati. In particolare Londra sconta il percorso in salita della famigerata Brexit, mentre New York e Shanghai hanno sofferto per la guerra sui dazi tra Cina e Usa, per ora solo combattuta a suon di minacce reciproche. Madrid è stata penalizzata dall’irrisolta questione dell’indipendenza catalana mentre il voto italiano ha pesato relativamente. Il 5 marzo l’indice Ftse Mib scivolava a quota 21.819 punti (-0,42%), raggiungendo il minimo da gennaio dopo aver lasciato sul campo quasi il 4% in 4 sedute. Da lì è risalito fino a 22.857 punti (+4,75%) il 16 marzo per puoi oscillare fino agli attuali 22.411 punti.

Per quanto riguarda la sicurezza continua la crescita delle segnalazioni alla Uif presso la Banca d’Italia, da parte di banche e altri soggetti finanziari, per operazioni sospette legate al finanziamento del terrorismo. Secondo l’ultimo rapporto dell’Unità di informazione finanziaria, sono salite del 61% nel secondo semestre a quota 506 a fronte di 314 dello stesso periodo del 2016. Già nel primo semestre erano cresciute a 475 contro le 305 dei primi sei mesi del 2016. Un aumento che contrasta con quello generale dove ha pesato la fine della voluntary disclosure, la possibilità per il contribuente di fare emergere patrimoni detenuti all’estero illecitamente.

La Uif ha ricevuto nel secondo semestre 2017 un totale di 44.617 segnalazioni di operazioni sospette con un calo del 9,1%. Le segnalazioni di voluntary disclosure sono state pari a 2.312 unità rispetto alle 7.477 dello stesso periodo del 2016. Nel totale del 2017 le segnalazioni per il finanziamento al terrorismo sono state 981 contro le 619 del 2016, pari comunque solo all’1,1% del totale delle segnalazioni ricevute. Tornando al secondo semestre la quasi totalità delle segnalazioni è arrivata da Banche e Poste (253) e altri operatori finanziari (242). Già lo scorso ottobre la Uif aveva aumentato le difese in vista di un ritorno dei foreign fighters in Europa dopo la progressiva perdita di terreno dell’Isis.

La Uif aveva chiesto aiuto a banche e operatori come Money Transfer o società finanziarie di divenire le primeantennenel segnalare persone o movimenti di denaro sospetti. Si chiede una collaborazione, a chi materialmente si relaziona con i clienti, nell’avere una “sensibilità” in più oltre che un fattivo supporto da parte dei vertici aziendali. In merito ai dati generali sulle operazioni sospette per riciclaggio, rileva la Uif, la flessione delle segnalazioni connesse con la procedura di regolarizzazione della voluntary si è riflessa sui livelli di partecipazione da parte delle banche e di alcune categorie di soggetti come commercialisti, avvocati e studi associati o interprofessionali. Salgono le segnalazioni in Sicilia (da 2.022 a 2.400), in Puglia (da 2.193 a 2.379) e in Calabria. La diminuzione registrata nelle regioni del Nord, anche in questo caso, riflette principalmente la contrazione delle segnalazioni connesse alla voluntary disclosure.

 

Nicola Del Vecchio

Foto © Borsa italiana

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