Antinori al BusinessClubItalia: un vino al passo con le esigenze del mercato

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made in Italy

La produzione si è estesa in Ue nei Paesi come Malta e Ungheria. Ogni anno vengono vendute circa 18 milioni di bottiglie per ricavi di 150 milioni di euro

Il breakfast organizzato il 25 settembre dal Business Club Italia – il think tank con sede a Londra che approfondisce le tematiche italiane dalla prospettiva di professionisti trasferiti oltremanica – ha visto come ospite d’eccezione Allegra Antinori, presidente delle rinomate omonime cantine. Troppo presto per bere tra le 8.30 e le 10, non certo per fare le dovute considerazioni sull’industria di settore, una delle eccellenze italiane all’estero.

Business Club ItaliaLa famiglia Antinori non ha bisogno di presentazioni, un nome che da secoli si è indissolubilmente legato alla produzione di vino e che ha saputo rimanere al passo con le esigenze di mercato grazie al  giusto mix fra tradizione e innovazione. Solaia, Creato e Cervara sono qualità strettamente legate al territorio ma l’azienda, ora ereditata da Allegra dal padre Piero, è in espansione in Italia e nel mondo. Dalla Puglia alla California, dal Piemonte al Cile passando per Malta e Ungheria, ogni vigneto tiene conto delle specificità locali.

Il quartier generale resta però in Toscana, anche se recentemente è stato spostato da Firenze al Chianti. L’investimento è stato cospicuo, ma rende anche molto bene. Questo polo attira decine di migliaia di visitatori ogni anno perché unisce alla degustazione del vino, il protagonista indiscusso, anche arte, cultura, architettura e prodotti agroalimentari: unione che raccoglie in se i valori della Toscana e, gioco forza, di una famiglia legata a doppio filo a questa Regione. Ogni anno vengono vendute circa 18 milioni di bottiglie per ricavi nell’ordine di 150 milioni di euro.

Business Club ItaliaMercato e condizioni atmosferiche sono volubili e per un 2017 un po’ più a secco, il 2018 ha visto la produzione risalire a livelli ottimali. I ritmi di crescita, nonostante tutto, sono costanti, si va intorno al 5% annuo. Cifre che magari non sembrano esorbitanti, ma tanto basta per spingere gli Antinori e la presidente Allegra a puntare sulle proprie forze, senza necessità di investimenti dall’estero anche se ovviamente si punta alla penetrazione nei mercati stranieri, per la vendita oltre che nella produzione come sottolineato in precedenza.

Ma le insidie vengono anche da un noto problema, quello della contraffazione. Ecco perché è stato elaborato un sistema sofisticato per stampare le etichette con lo stemma in rilievo, in modo di riuscire a garantire la certezza della provenienza. A volerla vedere da una certa prospettiva, potrebbe anche essere considerato gratificante vedere come all’estero si cerchi di imitare uno stile ben preciso, ovviamente dall’altra parte si danneggia la qualità e la fama del prodotto.

Business Club ItaliaIl progetto degli Antinori è ascoltato sicuramente con interesse dagli imprenditori affiliati al Business Club. Magari non perché facilmente replicabile – pochi possono vantare aziende di famiglia che risalgono a 26 generazioni precedenti – ma si tratta di storie con una certa attrattiva. Il progetto di rinnovamento è costato oltre 100 milioni, ma tutto è stato fatto anche nell’ottica di assicurare una stabilità azionaria e gestionale che duri quasi un altro secolo. Poi saranno le generazioni future a scegliere come proseguire.

La società ha infatti creato un trust familiare, istituto molto più diffuso nel sistema anglosassone ma riconosciuto anche dall’Italia. Lo scopo è quello di definire i rapporti patrimoniali anche dal punto di vista fiscale dando certezze ai futuri eredi che la proprietà rimanga di famiglia almeno fino ai tempi già citati, per l’esattezza novanta anni. A concorrere a questo sistema c’è anche l’appoggio “esterno”, membri non Antinori ma legati alla dinastia da stretti rapporti. Tra questi Ferruccio Ferragamo, nota firma della moda, più altri professionisti che coadiuvano alla tutela degli interessi amministrativi.

Business Club ItaliaQuello che però conta di più è l’esperienza offerta dalla nuova roccaforte Antinori, il tuffo nella tradizione che stizza l’occhio al moderno. I menu degustazione partono rigorosamente dalla semplicità di pane e olio, grande classico regionale, prima di arrivare a ricercatezze locali come il piccione o il coniglio, per il gradimento e la sorpresa dei visitatori, soprattutto quelli stranieri.

L’imprenditoria contemporanea deve per forza di cose guardare anche alla sostenibilità, in particolar modo quella ambientale. Il rispetto del paesaggio è stato un punto fermo nell’innovazione portata dagli Antinori, nonostante si sia lavorato in località collinari dove bisogna muoversi con estrema cautela. Ma tutto il progetto è stato condiviso con le istituzioni locali, coinvolgendo gli abitanti, che poi sono quelli che mediamente subiscono le grandi opere.

Business Club ItaliaSembra paradossale che una famiglia così radicata nella Storia possa avere uno sguardo al futuro, soprattutto quello del vino. La sfida non è più solo contro la vicina Francia, da anni ormai posti come California, Nuova Zelanda, Cile, Sudafrica, Spagna hanno conquistato la loro fetta di mercato internazionale e l’Italia (tutta), ha un solo modo per battere la concorrenza. Tenersi su prezzi competitivi senza per questo intaccare la qualità che ha sempre contraddistinto i nostri vini. Una ricetta semplice ma al tempo stesso difficile da portare avanti e che i rappresentanti del made in Italy devono tenere sempre bene a mente.

 

Raisa Ambros

Foto © Business Club Italia; Jamie Lucas

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Raisa Ambros
Giornalista pubblicista specializzata in geopolitica, migrazioni, intercultura e politiche sociali. Vive tra l’Italia e l’Inghilterra. Sceneggiatrice, autrice televisiva e conduttrice di programmi TV con un’esperienza decennale in televisione, Raisa è stata parte del team di docenti nel corso di giornalismo “Infomigranti” a Piuculture, il settimanale dove ha pubblicato e svolto volontariato di traduzione. Parla cinque lingue e viene spesso invitata nelle conferenze come relatrice sulle politiche di integrazione.

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